Azione Cattolica. Nuove presidenze parrocchiali nascono... con tanta passione

L’itinerario assembleare è cominciato e sta coinvolgendo, in prima battuta, le associazioni parrocchiali. I primi due presidenti eletti: all’Arcella e a Lugo

Azione Cattolica. Nuove presidenze parrocchiali nascono... con tanta passione

Il cammino assembleare è partito. Per l’Azione cattolica di Padova è tempo di rinnovare le cariche associative. Si comincia dalle presidenze parrocchiali (o interparrocchiali o delle unità pastorali), per poi passare a quelle vicariali e – infine – si arriva al livello diocesano (l’assemblea elettiva si terrà il 24 febbraio). Le prime associazioni parrocchiali che hanno rinnovato la presidenza sono quelle della parrocchia dell’Arcella, in Padova, e di Lugo di Vicenza. Nel primo caso è stato riconfermato presidente Filippo Ghelli, mentre nel secondo c’è una new entry: Martino Verziaggi.

Arcella: desiderio di apertura
«Siamo un’associazione molto piccola, 28 soci adulti e adultissimi, ma l’assemblea elettiva è stata vissuta con grande partecipazione – sottolinea Filippo Ghelli, 42 anni, impiegato amministrativo all’Università di Padova, Dipartimento di medicina – Ho respirato grande attaccamento all’associazione». La presidenza parrocchiale dell’Arcella è composta di due persone: il presidente e il vice presidente adulti, Fabio Sogaro, anche lui al secondo mandato. «Stiamo lavorando – continua Ghelli – perché possa ripartire l’Azione cattolica dei ragazzi. È sicuramente un cammino lungo e impegnato, che fa i conti anche con la difficoltà di trovare giovani che possano impegnarsi in questo servizio. Ma – lo dico sempre – se c’è anche solo una bronsa... io ci credo e continuo a lavorarci. Sicuramente può aiutarci la simbiosi sempre più stretta, e voluta a livello diocesano, tra Acr e iniziazione cristiana: può essere una buon motivo per ripartire con un slancio nuovo e più concreto». Appena fatte le elezioni e già si sta pensando al futuro, al prossimo rinnovo: «L’ho detto durante l’assemblea elettiva: vanno coltivate nuove disponibilità. Ci vuole tempo, anche a livello mentale, per pensare di assumersi una responsabilità in associazione. Se guardo alla mia esperienza, sono orgoglioso di guidare questa piccola associazione. L’Ac mi ha dato tanto e voglio restituirlo». Sono tre le parole che Filippo “traghetta” dal triennio concluso (che poi è stato un quadriennio, causa Covid) al nuovo: relazioni, futuro e collegialità. Tre ingredienti per vivere l’esperienza di Ac oggi, aprendosi alla comunità: «È questo uno degli obiettivi del nuovo triennio e lo metteremo in pratica già da un incontro sul tema dell’accoglienza in programma il 19 novembre. E stiamo già lavorando su tre incontri, tra gennaio e aprile, sulla “leva di cambiamento” individuata dal cammino sinodale: i ministeri battesimali».

Lugo di Vicenza: ci sta a cuore l’Ac
«I mesi di settembre e ottobre nella nostra parrocchia sono abbastanza densi di appuntamenti e iniziative – racconta Martino Verziaggi – per cui, anche in vista della consueta ripresa delle attività, la presidenza uscente di Ac ha desiderato anticipare il rinnovo delle cariche per poter effettuare un “passaggio di consegna” in modo sereno. All’assemblea hanno circa 60 soci, per la maggior parte giovani. È stato proprio un bel momento di comunità, ben curato dalla presidenza uscente, oltre che un’importante tappa di questo cammino che continua». La nuova presidenza di Lugo di Vicenza è composta da Martino Verziaggi, presidente; Giulia Marenda, responsabile dei giovanissimi; Daniele Pezzetti, responsabile dell’Acr; l’assistente è don Stefano Dal Santo. «Non è stato particolarmente difficile comporre questo gruppo: l’Azione cattolica sta a cuore a molti. Io ci sono cresciuto, in tutti i sensi. E ora eccoci qui: dopo un quadriennio che ci ha provati in tutto e per tutto, chiamati ancora una volta a provare a fare del Bene». A Lugo di Vicenza l’Ac, per come l’ha vissuta Martino «è un piccolo tesoro da custodire. Non è sempre stata così, ora stiamo vivendo a pieno i frutti del tanto lavoro svolto da chi ci ha preceduto negli scorsi anni. Tra i frutti c’è un bel gruppo di 34 animatori, 150 bambini e ragazzi dalla 3a elementare alla 4a superiore. Non mancano le famiglie, gli adulti e gli adultissimi».

Ma cosa vuol dire vivere oggi l’esperienza di Ac?

«Vuol dire tessere relazioni vere, che permettono di costruire le comunità del domani – sottolinea Martino Verziaggi – Ma vuol dire anche vivere di speranza, per non lasciarci trasportare dall’indifferenza, e vivere la carità verso chi ci è affidato». «Per me vivere l’Ac oggi vuol dire portare la Parola nella vita di tutti i giorni ed esserne testimoni. Per questo, secondo me, il laico di Ac ha una marcia in più».

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