Bibbia, patrimonio di tutti. È nato BET. Polo Biblico per far conoscere il rapporto tra testo sacro e la vita sociale e culturale

E per dare spazio alla cosiddetta “storia degli effetti”

Bibbia, patrimonio di tutti. È nato BET. Polo Biblico per far conoscere il rapporto tra testo sacro e la vita sociale e culturale

Quante persone oggi conoscono la Bibbia? Quante ne hanno letto o ascoltato qualche pagina? Quanto ha influito, anche inconsciamente, nella vita di ciascuno? Nasce da queste domande BET. Polo Biblico, progetto presentato ufficialmente il 30 novembre al Centro universitario padovano. A porsi queste domande è stato un gruppo di amici con diverse “provenienze” che, incontro dopo incontro, ha maturato l’idea di dare vita a una realtà con l’obiettivo di «valorizzare – si legge nella Carta d’intenti – la conoscenza critica dei rapporti che intercorrono tra testo biblico, società e cultura». Di questo gruppo di amici, diventato poi il Comitato promotore, fanno parte Antonio Autiero (teologo), Piero Capelli (ebraista), Marzia Filipetto (insegnante e imprenditrice), Paolo Naso (sociologo e politologo), Marinella Perroni (biblista), Brunetto Salvarani (teologo e saggista), Isabella Tiveron (teologa e presidente di BET), Magda Viero (dirigente) e Silvia Zanconato (biblista). In Italia c’è analfabetismo religioso. Paolo Naso, che ha partecipato a una ricerca sul tema, sottolinea che «è certamente un problema delle agenzie religiose, che non fanno bene il loro dovere, ma è soprattutto un problema culturale. Per capire Michelangelo, leggere la Divina Commedia, ma anche le vignette dei Peanuts o gli episodi dei Simpson... serve conoscere la Bibbia. Che ha certamente bisogno di strumenti scientifici per essere interpretata e capita, ma c’è anche un altro livello: quello dello studio laico dei suoi contenuti. Un diverso piano di accesso che permetta a tutti di conoscerla e di entrare in quello che è un patrimonio dell’umanità». L’analfabetismo biblico viene da lontano. «La Bibbia – evidenzia Brunetto Salvarani – era considerata un libro pericoloso e il suo esilio è durato fino al Concilio Vaticano II e alla costituzione Dei Verbum del 1965. In Italia è stata spesso e a lungo un libro assente, ma – paradossalmente – anche presente. Come è stato scritto da William Blake a fine Settecento, la Bibbia è il grande codice della nostra cultura occidentale, dell’arte, della letteratura, della musica... Ecco perché l’ignoranza della Bibbia non è un problema solo delle chiese, ma è anche una questione sociale su cui sarebbe importante riflettere e intervenire. Perché la Bibbia è un libro con cui siamo chiamati a confrontarci, credenti e cosiddetti non credenti, per capire chi siamo, per capire i segni del nostro territorio, per interpretare il mondo nel quale siamo inseriti». In Italia ci sono già molte agenzie formative bibliche. Ma – questa è la riflessione del gruppo di amici che ha dato vita a BET – qualcosa manca.  «Con un termine tecnico – spiega Marinella Perroni – i biblisti la chiamano “storia degli effetti”. Significa che non basta una conoscenza degli scritti biblici in sé, ma è necessario anche prendere in esame criticamente l’impatto, la ricaduta che la Bibbia ha avuto e continua ad avere sulla nostra società e sulla nostra cultura. È questo l’anello mancante». E così è nato BET. Polo Biblico – che prende il nome dalla seconda lettera dell’alfabeto ebraico e prima consonante della locuzione bereshit, “in principio”, che apre il testo biblico – per approfondire, con quanti lo desiderano, il rapporto tra la Bibbia e la vita sociale e culturale. Finalità aperta, come è stato più volte sottolineato durante la presentazione del 30 novembre, da cui tutti possono lasciarsi interpellare. Perché la Bibbia è patrimonio di tutti.

“Pausa pranzo” nella Chiesa di San Gaetano a Padova
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Torna, nei giovedì di Avvento, la “Pausa pranzo nella chiesa di San Gaetano. Musica e parole per lo spirito verso il Natale”; l’iniziativa è promossa dal Centro universitario con il Consevatorio Pollini e l’Accademia teatrale Carlo Goldoni. L’appuntamento è al giovedì – 7, 14 e 21 dicembre – dalle 13 alle 13.30 su tre verbi: vegliate, consolate, rallegratevi.

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