Bolsonaro, l'imbarazzo della Chiesa di Padova per la cittadinanza onoraria e l'invito a promuovere politiche per la giustizia, l'ambiente e i poveri

La Chiesa di Padova, presente da decenni in Brasile con i propri missionari, in una nota di poco fa prende posizione in occasione della visita del presidente brasiliano ad Anguillara Veneta, da dove i suoi avi sono partiti per l'emigrazione oltre oceano

Bolsonaro, l'imbarazzo della Chiesa di Padova per la cittadinanza onoraria e l'invito a promuovere politiche per la giustizia, l'ambiente e i poveri

Il 1° novembre il presidente del Brasile Jair Bolsonaro sarà ad Anguillara Veneta, piccolo centro della Bassa Padovana, per visitare i luoghi da cui i suoi antenati sono partiti per il gigante latinoamericano di cui oggi è capo di stato. Le voci dell’approdo in Veneto di Bolsonaro dopo la due giorni romana per il G20 del 30 e 31 ottobre si rincorrono da giorni e, anche se fino a questo momento non hanno trovato conferme ufficiali dall’entourage del presidente, la presenza di Bolsonaro ha fatto molto discutere l’opinione pubblica, ma anche la politica locale, in particolare il Consiglio regionale, dove la seduta di martedì pomeriggio è stata sospesa.

A riscaldare gli animi ha contribuito la decisione del Consiglio comunale di Anguillara, lunedì scorso, di conferire a Bolsonaro la cittadinanza onoraria, proprio nelle ore in cui la commissione sul Covid-19 del Parlamento brasiliano raccomandava l’incriminazione del presidente per presunti nove reati, tra cui «crimini contro l’umanità», perché avrebbe «deliberatamente esposto» i cittadini del suo Paese alla contaminazione di massa.

Sulla presenza e sulla scelta del Comune di Anguillara, è intervenuta oggi anche la Chiesa di Padova, che in una nota ha anzitutto ricordato il lungo «legame della terra veneta e, nello specifico padovana, con il Brasile è molto forte per la grande storia migratoria, per le relazioni mantenute con gli oriundi, e per la presenza missionaria diocesana e di diverse famiglie religiose che vivono il loro servizio in quel Paese». Indimenticate in particolare, per la Diocesi, le testimonianze di fede del comboniano Ezechiele Ramin, ucciso nel luglio 1985, la cui causa di beatificazione per martirio è ben avviata in Vaticano, e del missionario fidei donum don Ruggero Ruvoletto, che a Padova era stato segretario del vescovo Franceschi e direttore del centro missionario diocesano, morto tragicamente a Manaus nel 2009.

La Chiesa di Padova ricorda anche «la sintonia e l’amicizia personale ed ecclesiale con i vescovi del Brasile che proprio in questi mesi stanno denunciando a gran voce violenze, soprusi, strumentalizzazioni della religione, devastazione ambientali e “l’aggravarsi di una grave crisi sanitaria, economica, etica, sociale e politica, intensificata dalla pandemia”». IL Brasile è il terzo paese al mondo per numero di morti per Covid, ben 606 mila.

«A fronte di tutto questo – prosegue la nota – la Chiesa di Padova, facendosi portavoce di un sentire diffuso e in forza del legame che unisce il Brasile con la nostra terra, coglie l’occasione del possibile passaggio ad Anguillara Veneta del presidente Bolsonaro, per chiedergli accoratamente di farsi promotore di politiche rispettose della giustizia, della salute, dell’ambiente, soprattutto per sostenere i poveri».

E conclude: «Non si nasconde che il conferimento della cittadinanza onoraria ci ha creato forte imbarazzo, stretti tra il rispetto per la principale carica del caro paese brasiliano e le tante e forti voci di sofferenza che sempre più ci raggiungono, e non possiamo trascurare, gridate da amici, fratelli e sorelle».

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