Briciole povere di un pane di festa di don Farronato. Solo la Parola di Dio salva

Nel volume, che viene presentato a Enego l’11 agosto, don Francesco propone un percorso dentro le meravigliose profondità della Parola

Briciole povere di un pane di festa di don Farronato. Solo la Parola di Dio salva

È tutto un “aprirsi di finestre” l’ultimo libro di don Francesco Farronato, Briciole povere di un pane di festa (Edizioni Messaggero Padova, 2023, pp. 172, 13 euro). Il panorama che ci si trova davanti è la Parola di Dio, dentro cui l’autore – presbitero della Diocesi di Padova, insegnante per molti anni di storia della letteratura italiana e storia dell’arte, con una lunga esperienza nei mezzi di comunicazione sociale – accompagna con sempre nuovo stupore e passione. Don Francesco presenterà il libro, in dialogo con Patrizia Parodi, l’11 agosto a Enego (alle 20.30 nella chiesa di Sant’Antonio Campestre; introduce il parroco di Enego, don Federico Meneghel). «Ma chi ascolta la parola di Dio? – si chiede don Francesco, che da novembre 2022 commenta le letture della domenica sulle pagine della Difesa – Anche nelle nostre celebrazioni eucaristiche, sì, sono due o tre le pagine di Sacra Scrittura che leggiamo e a cui a valanga rispondiamo alla fine: “Rendiamo grazie a Dio” o “Lode a te, o Cristo”. Ma prova a chiedere, a quanti hanno risposto, se si ricordano almeno una parola delle tante che sono state lette! C’è un automatismo che paralizza tutto, un virus che anestetizza ogni ascolto. Anche se tutto sembra funzionare alla perfezione. Domande e risposte si intrecciano in un dialogo sostenuto su una storia, però, che non interessa più, perché il sonno è totale. Chi ci sveglierà?». Nelle 172 pagine di “esercizi spirituali per tutti” – questo il sottotitolo del libro – don Francesco non si risparmia dal dare sempre la stessa risposta a questa domanda: ci sveglierà la Parola. «Accogliete con docilità la Parola di Dio che è stata piantata in voi e può portarvi alla Salvezza – scrive l’apostoBriciole povere di un pane di festa di don Farronato lo Giacomo – Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto». Dietro a questo invito si nasconde che Dio è un “seminatore” di Parola. «E lo fa su tutti i terreni possibili, quelli “opportuni e quelli non opportuni” (2Tm 4,2), rischiando di sprecare tre quarti della sua semente e mostrandosi addirittura insensato agli occhi di chi lo sta a osservare. Non sa che sulla strada non può nascere niente? Chi poi è così scriteriato da seminare nel “terreno sassoso”? Ma anche gettare il seme tra i rovi è da incoscienti. Solo alla fine – come si legge nella parabola – il seminatore riesce a trovare il “terreno buono”, dove i semi “spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno (Mc 4,38)». E se, ipotizza don Francesco, la strada, il terreno sassoso, i rovi, il terreno buono... fossero gli ingredienti che formano la nostra personalità? «Pur essendo tutti noi “il campo di Dio” (1Cor 3,9), dove Dio quotidianamente e in misura più che abbondante riserva le sue occasioni di grazia, noi gli rispondiamo dapprima con la strada, poi con i sassi, quindi con i rovi e da ultimo, in fondo in fondo, con il terreno buono». Questa “finestra” sulla parabola del seminatore torna e ritorna lungo tutti gli esercizi spirituali proposti da don Farronato (che si concludono sempre con una preghiera: «Signore Gesù, Parola del Padre...»). È quel filo che si guida nell’“immersione” dentro la Parola di Dio. Da non lasciare alla porta di casa, da rigirare in bocca come un “nocciolo di oliva”, da usare per andare avanti o tornare indietro, da avere come password di ingresso... nel proprio cuore, da far diventare corpo, da seguire, da mangiare, da ascoltare... in silenzio.

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