Caritas Padova, uno sguardo ai dati del 2022. Parola d’ordine: osservare

Uno sguardo allo scorso anno, con i dati di tutto ciò che si è “mosso” intorno alla Caritas – a livello parrocchiale, vicariale e diocesano – offre un’ottima occasione per fare un bilancio “in cammino”. Da cifre ed elenchi, dati quantitativi e analisi qualitative, si desume l’evoluzione di realtà in dialogo continuo con le comunità e attente osservatrici di risorse e bisogni delle persone. Guardando al futuro

Caritas Padova, uno sguardo ai dati del 2022. Parola d’ordine: osservare
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L’arrivo dell’estate, la conclusione dell’anno pastorale e la sedimentazione dei dati riferiti al 2022 – presentati nell’infografica in pagina – offrono un’ottima occasione alla Caritas diocesana per fare un bilancio “in cammino”, desumere da cifre ed elenchi, dati quantitativi e analisi qualitative, l’evoluzione di realtà in dialogo continuo con le comunità e attente osservatrici di risorse e bisogni delle persone. Quest’anno il bilancio non può che partire dalle riflessioni scaturite dagli incontri dei 37 partecipanti ai cinque gruppi sinodali sorti in ambito Caritas, che si sono riuniti lo scorso autunno per trattare due temi: “Le parrocchie e lo stile evangelico, una casa fraterna e ospitale” e “Identità e compiti dei fedeli laici”. «I cinque gruppi di discernimento sinodale di ambito Caritas – racconta il direttore, Lorenzo Rampon – hanno fatto emergere il legame forte tra lo stile comunitario delle relazioni interne caratterizzate da vicinanza, ascolto, sospensione del giudizio, accoglienza incondizionata con il tema dell’apertura della comunità a coloro che in diversa misura vivono situazioni di disagio, discriminazione e povertà. Questa indicazione è molto preziosa perché dice che l’azione caritativa di una comunità è strettamente connessa allo stile delle relazioni interpersonali interne ed esterne». In poche parole, prima ancora di ipotizzare iniziative o servizi per le persone in situazioni difficili, le comunità devono trovare il coraggio di guardarsi allo specchio e riflettere sulla qualità delle relazioni al loro interno. «Chi vive situazioni di disagio – continua Rampon – ha solitamente una sensibilità molto raffinata e riesce a cogliere immediatamente se nei suoi confronti c’è un vero atteggiamento di apertura, amicizia, amore piuttosto che distacco, falso interesse, paternalismo, pregiudizio». L’elenco delle persone aiutate, dei sostegni inviati, dei “servizi” prestati potrebbe infatti ingannare su quale sia l’autentica natura di Caritas. Lo ricorda bene il direttore di Caritas Padova: «Il proprio di una comunità cristiana non è l’organizzazione di un servizio sociale ma quell’accoglienza che permette di sperimentare tutte le coloriture della relazione che Dio stesso vuole allacciare con i suoi figli. Uno dei compiti della Caritas potrebbe essere allora quello di mettersi per prima in riflessione rispetto alle relazioni e poi di provocare la propria parrocchia a operare un’analoga riflessione». L’anno pastorale appena con cluso ha visto anche l’avvio dell’esperienza del nuovo “Osservatorio delle povertà e delle risorse” della Caritas diocesana. «È emersa la necessità di avere come alleata tutta la comunità in modo che l’osservazione sia un atteggiamento prima che uno strumento per proporre analisi e studi. Uno dei prerequisiti dell’atteggiamento caritativo nei confronti dell’altro è l’osservazione. La capacità, cioè, di mettere in ordine, distinguere, accostare e ragionare sulle singole situazioni ascoltate per leggere fenomeni nuovi ed emergenti nel territorio, ma anche di andare ancor più in profondità nell’incontro con le persone per cogliere davvero quali siano i loro bisogni e le risorse da mettere in gioco». Nel nuovo Osservatorio sono presenti la coordinatrice Marta Gaboardi, ricercatrice del dipartimento di Psicologia dell’Università di Padova; Maria Castiglioni, docente di Statistica dell’Università di Padova; Vera Pellegrino, operatrice nell’ambito dell’osservatorio regionale per la Caritas Trieste e collaboratrice dell’ufficio studi di Caritas italiana; don Daniele Longato, direttore dell’ufficio diocesano di comunicazione sociale; Daniela Crivellaro, operatrice di Caritas Padova. Per il direttore Rampon è cruciale un “allenamento all’osservazione”. «Può essere molto utile sia per accompagnare meglio chi si rivolge alla parrocchia per essere aiutato, sia per azioni di prevenzione di fenomeni che risultano particolarmente evidenti e che solo un’osservazione attenta può riconoscere». Sarà proprio l’osservazione il punto cardine delle linee di azione dei prossimi anni, trasformando le Caritas parrocchiali e i Centri d’ascolto vicariali in sentinelle di osservazione della comunità diocesana. «Abbiamo anche provato a chiamare “comunità osservante” questo irrinunciabile alleato dell’Osservatorio Caritas. Certo la parola “osservante” potrebbe risultare ambigua, di per sé indica l’adesione a una dottrina e a norme morali di una persona o di un gruppo. Ma ci piace pensare che sia l’osservanza del Vangelo la lente che abilita a una osservazione acuta e illuminata della realtà».

Sono stati coinvolti numerosi volontari

Molti gli appuntamenti lungo tutto l’anno pastorale

Particolarmente fitto il resoconto dell’anno pastorale appena concluso contenuto nella relazione di Adam onlus, l’associazione che fa da anima operativa a Caritas Padova. In apertura, gli incontri dei cinque gruppi sinodali, costituiti territorialmente, che si sono svolti tra ottobre e dicembre. «È stato un momento di riflessione vissuto con molto coinvolgimento da parte di chi ha partecipato» si legge nella relazione. Emersa in particolare «la necessità di un cambiamento radicale nelle comunità per essere inclusive e solidali, in modo particolare diventare accoglienti per i più fragili e poveri». Non sono mancati appuntamenti consueti come la formazione per i nuovi volontari dei centri d’ascolto vicariali: in questo onboarding (inserimento), per usare un termine caro al mondo delle imprese, vengono forniti tutti gli elementi di fondo perché ciascun volontario possa iniziare bene il suo lavoro. Sabato 12 novembre 2022, ancora in modalità ibrida tra presenza e web, si è tenuta l’assemblea diocesana di Caritas, nel dialogo tra esperienze concrete come “Cercatori di bellezza” o il rapporto tra il Gruppo famiglie e la Caritas a Madonna Pellegrina e il confronto con i fondamenti biblici e teologici, molto significativi per i volontari. A gennaio due appuntamenti online hanno permesso di aprire l’anno guardando in avanti. Il 10, il Consiglio Caritas ha strutturato al meglio gli imminenti Caritas Local Lab; mentre il 19 si è svolto un momento di formazione destinato ai volontari che nei centri d’ascolto vicariali impiegano Ospoweb, il software gestionale che raccoglie i dati utili a riconoscere i bisogni delle persone. A questo secondo incontro erano presenti anche i componenti nel nuovo Osservatorio Caritas, per ribadire come la presenza e l’accuratezza dei dati raccolti potrà permettere loro di elaborare analisi sempre più rispondenti alla realtà dei fatti. I Caritas Local Lab – undici incontri laboratoriali in altrettante zone della Diocesi – ha visto la partecipazione di 575 persone. Il bilancio è più che positivo: «Ci siamo resi conto – si legge nella relazione – che in alcune zone c’è una rete molto fitta tra le persone che si occupano di carità, mentre in altre abbiamo una conoscenza limitata. Si evidenzia dunque il bisogno di approfondire la relazione in questi territori». Osservare per animare, lo stile della Caritas e la cura di chi si prende cura sono stati i tre temi affrontati dai laboratori. 118 i partecipanti, provenienti da 24 vicariati, per la giornata formativa destinata ai centri di ascolto vicariali che si è svolta sabato 6 maggio in Seminario Maggiore. L’appuntamento si è contraddistinto per la presentazione ai volontari dei nuovi componenti dell’Osservatorio Caritas. Gli operatori sono stati sensibilizzati in modo particolare a una lettura sempre più attenta delle problematiche che si presentano allo sportello, spesso quelle più taciute e sottintese che si nascondono dietro a richieste si sostegno economico e inserimento lavorativo. Particolarmente positivo anche il risultato della Festa delle Caritas di sabato 20 maggio a Ronchi di Casalserugo, con 125 partecipanti da 23 vicariati.

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