Caritas, rapporto nazionale e diocesano 2022. Povertà, è il “noi” a fare la differenza

Caritas, rapporto nazionale e diocesano 2022 Presentati a distanza di pochi giorni, e a ridosso della 7a Giornata mondiale dei poveri, mostrano dati drammatici: un italiano su dieci non ha accesso a un livello di vita dignitoso. “La comunità osservante” – titolo del Report di Caritas Padova – dice lo stile con cui porsi accanto a chi è più fragile. «Con due criteri per leggere la realtà: i diritti fondamentali della persona e il valore evangelico della dignità di ogni essere umano»

Caritas, rapporto nazionale e diocesano 2022. Povertà, è il “noi” a fare la differenza

Due rapporti speculari pubblicati nei giorni scorsi, numeri e dati impressi nero su bianco con drammatica sintesi, ci costringono a porre l’attenzione su un fenomeno quanto mai centrale eppure così tralasciato dal dibattito pubblico. La povertà. Alla vigilia della settima Giornata mondiale dei poveri istituita da papa Francesco – celebrata domenica 19 novembre – Caritas italiana ha pubblicato la 27a edizione del Rapporto su povertà ed esclusione sociale. Martedì 21 scorso, a Padova, la Caritas diocesana ha diffuso il Report Caritas delle povertà e delle risorse. “Tutto da perdere”, il titolo del primo, per sottolineare allo stesso tempo il peggioramento del fenomeno e le cupe prospettive che si profilano all’orizzonte; “La comunità osservante”, il titolo del secondo, che riporta uno stile e una sfida per rispondere a questa perenne emergenza. Scrive il direttore di Caritas Padova, Lorenzo Rampon, nella sua introduzione: «Abbiamo coniato l’espressione “comunità osservante” per identificare, per centri concentrici, una base di osservazione che vuole essere costituita dai nostri operatori, da quelli delle Caritas parrocchiali, da chiunque appartiene alla comunità cristiana diocesana e da chi condivide con noi l’attenzione per le persone più fragili. L’obiettivo della “comunità osservante” è considerare e leggere i fenomeni sociali utilizzando come criteri di lettura della realtà i diritti fondamentali della persona e il valore evangelico della dignità di ogni essere umano. Per questo motivo l’osservazione non è un semplice esercizio tecnico ma è orientata alla difesa dei diritti e all’advocacy». «I dati – continua Rampon – ci confermano che la povertà è un fenomeno sempre più pluridimensionale e complesso da scardinare, che ci sono alcune strutture sociali che impediscono la fuoriuscita dalla povertà e che si auto-alimentano». Tra queste strutture c’è il lavoro povero, ovvero il fatto che non basta avere un posto di lavoro, anche stabile, per arrivare a fine mese; la difficoltà per chi nasce in un contesto di povertà a trovare le opportunità per riscattarsi; le disparità che penalizzano le donne e chi «non si riconosce in un orientamento eterosessuale». Contro la cultura del consumo e dello scarto, «vogliamo spenderci nella consapevolezza che il futuro dell’umanità dipende dalla sua capacità di riconoscersi in un “noi” che non esclude nessuno».

“La comunità osservante”. I dati di Caritas Padova
Il rapporto riporta in numeri e grafici il 2022 del Centro di ascolto diocesano, dei Centri di ascolto vicariali e dell’ambulatorio Caritas. Dietro a ogni unità c’è un incontro con una diversa forma di povertà. I Centri di ascolto vicariali hanno intercettato 1.481 persone; il Centro di ascolto diocesano ha avuto 445 richieste nel 2022, mentre l’ambulatorio 101. Emergono differenze tra i servizi: al Centro di ascolto diocesano si rivolgono principalmente uomini senza dimora, mentre nei vicariati prevalentemente donne in difficoltà, e all’ambulatorio molti minori richiedono assistenza sanitaria. Gli uomini sono in genere più anziani delle donne, con una particolare difficoltà per gli over 55. I dati sottolineano la multidimensionalità della povertà, fotografando difficoltà relazionali e familiari. Al Centro di ascolto diocesano, oltre il 50 per cento delle persone è considerato “nuovo povero”. Un quarto delle persone è in carico da cinque anni o più, suggerendo la complessità nel trovare soluzioni di uscita dai servizi. Circa la metà dei beneficiari è costituita da stranieri, principalmente provenienti da Marocco, Tunisia, Romania, Moldavia e Nigeria. I bisogni delle persone sono principalmente economici, lavorativi, sanitari e abitativi che spesso non emergono al primo colloquio, ma a fronte di una conoscenza più approfondita tra gli operatori volontari, le reti sociali comunitarie e le persone accompagnate. È quando, insomma, entra in gioco la “comunità osservante” capace di offrire interventi mirati a fornire un sostegno concreto, sebbene non risolutivo, differenziati in base al servizio: alimenti e affitti nei vicariati in coordinamento con le Caritas parrocchiali, beni materiali e buoni pasto per le Cucine economiche popolari al Centro d’ascolto diocesano, cure mediche di base all’ambulatorio. Ogni erogazione però è accompagnata dall’ascolto delle persone nella loro totalità. Nel rapporto si raccontano altri servizi di Caritas Padova, come lo Sportello disagio finanziario, che offre supporto gratuito a persone in difficoltà finanziaria concedendo prestiti a tasso molto contenuto. Nel 2022, sono stati concessi prestiti a cinque persone/famiglie per un totale di 19.500 euro. Lo sportello è anche convenzionato con la Fondazione antiusura Giuseppe Tovini di Verona: attraverso questa collaborazione sono state aiutate due persone erogando un valore economico di 53 mila euro. La Caritas, in collaborazione con alcune parrocchie della città di Padova – Carmine e San Filippo Neri con due appartamenti ciascuno, San Bellino e Santissima Trinità con un appartamento – accoglie poi persone senza dimora o in emergenza abitativa, offrendo un percorso educativo verso l’autonomia. Nel 2022 sono state accolte 25 persone, contribuendo alla creazione di relazioni positive e al raggiungimento di una maggiore stabilità nella vita di coloro che accedono ai servizi. Il rapporto riassume anche gli esiti del progetto per il contrasto della povertà educativa “È per te”, nato nel 2021, attivato in sei territori di Padova e provincia – Mortise, Madonna Pellegrina, Madonna Incoronata, Ponte San Nicolò, Vigodarzere e Vigonza – a favore di comunità e famiglie, con un’equipe di psicologhe ed educatrici professionali, coordinamento con le reti dei territori, contributi economici e supporti informali. Nel corso di due anni, il progetto ha facilitato 69 accessi ad attività culturali, sportive ed educative, promosso reti informali di sostegno e ha facilitato l’assistenza a nuclei familiari da parte dei servizi competenti.

“Tutto da perdere”. I dati di Caritas italiana
Il rapporto di Caritas italiana si apre con una constatazione drammatica: 5,6 milioni di cittadini, un italiano su dieci (il 9,7 per cento) non ha accesso a un livello di vita dignitoso. “Povero assoluto”, sociologicamente parlando. «È un fenomeno ormai strutturale e non più residuale come era in passato – denuncia il rapporto – La persistenza, e in molti casi il peggioramento, di tante situazioni di deprivazione e di esclusione sociale appare inaccettabile. La presenza di oltre 2,1 milioni di famiglie povere può dirsi una sconfitta per chi ne è direttamente coinvolto, ma anche per l’intera società, che si trova a dover fare i conti con la perdita di capitale umano, sociale, relazionale che produce gravi e visibili impatti anche sul piano economico. Tutti possiamo dirci vinti di fronte a 1,2 milioni di minori in condizione di indigenza, costretti a rinunciare a tante opportunità di crescita, di salute, di integrazione sociale, e il cui futuro sarà indubbiamente compromesso». Un futuro su cui aleggiano gli spettri della guerra, un tessuto economico in frenata e più in generale rassegnazione. Nei centri d’ascolto Caritas in tutta Italia, nel corso del 2022, sono state incontrate e supportate 255.957 persone. È stato dato supporto all’11,7 per cento delle famiglie in povertà assoluta, una famiglia ogni cento residenti in Italia. Il peso degli stranieri tra i beneficiari è del 59,6 per cento, con punte del 68,5 per cento nel Nordovest e del 66,4 per cento nel Nordest. L’età media è di 53 anni per gli italiani e 40 anni per gli stranieri. Le donne (52,1 per cento) superano di poco gli uomini (47,9 per cento). Nella sintesi di Caritas italiana si sottolinea come la condizione della “povertà assoluta” sia accompagnata da un basso livello di istruzione e da uno stato di fragilità occupazionale che comprende disoccupazione, precarietà ma anche il fenomeno del lavoro povero. Sui working poor Caritas italiana ha avviato una ricerca. «“Sopravvivere” è la parola più citata dai lavoratori poveri – scrive il rapporto Caritas – una condizione che mette in rilievo la consapevolezza di non avere aspettative, di non riuscire spesso a vivere una vita piena. Un presente che si dilata senza tempo, impossibile da cambiare in modo significativo, nonostante l’impegno personale». La povertà ha poi tante forme: ci sono i nuovi poveri che si accostano alle Caritas per la prima volta e vi sono ampie fette di persone seguite da uno a cinque anni e più. Nel 2022 Caritas, a livello italiano, ha erogato 3.466.600 aiuti: quasi due milioni e mezzo di questi sono beni e servizi materiali come cibo e vestiario; 325 mila aiuti all’alloggio, 256 mila azioni di ascolto e discernimento.

Reddito di cittadinanza: con lo stop a rischio 400 mila nuclei
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Nel 2022, tra i beneficiari Caritas, il 19 per cento era percettore di reddito di cittadinanza. «L’abbandono del principio di universalismo selettivo e l’introduzione di nuovi requisiti lascia scoperte alcune specifiche tipologie di poveri». 400 mila i nuclei familiari a rischio. Nota positiva, invece, «l’estensione dell’Assegno unico a 50 mila stranieri che non ne avevano precedentemente diritto».

Povertà energetica aumentata negli ultimi dieci anni

Nel Rapporto di Caritas italiana viene dedicato un capitolo alla povertà energetica, fenomeno distinto rispetto alla povertà generale, soprattutto in un periodo segnato «da conflitti, spinte inflazionistiche e un quadro di crescente urgenza nei processi di transizione energetica». I più colpiti, in questo caso, sono le fasce vulnerabili, i redditi bassi, bambini e anziani, chi vive in zone isolate e in case inefficienti dal punto di vista termico. Le bollette pesanti, poi, compromettono la soddisfazione di bisogni essenziali come alimentazione e cure mediche. La povertà energetica in Italia colpisce circa il 9,9 per cento della popolazione, in aumento negli ultimi dieci anni. Per affrontare il fenomeno non bastano i sussidi, ma un atteggiamento nuovo basato sull’idea di “cittadinanza energetica”, che tenga conto del taglio delle emissioni e dei bisogni dei più fragili.

Nuove povertà e povertà croniche: la situazione

Nel 2022, il 51,9 per cento di chi ha bussato al Centro d’ascolto diocesano di Caritas Padova lo ha fatto per la prima volta, a fronte del 28,7 per cento in carico da cinque anni o più. Nei Centri d’ascolto vicariali, invece, la percentuale fotografa una povertà protratta per più tempo. Il 37,2 per cento sono i nuovi poveri, mentre il restante 62,8 è composto da persone che ritornano a bussare: chi dopo uno o due anni (23,9 per cento), chi dopo tre o quattro anni (9,5 per cento), chi dopo cinque anni o più (29,4 per cento). A livello nazionale, invece, le nuove povertà tra coloro che si sono rivolti a Caritas nel corso del 2022 si attestano al 45,3 per cento. Condizioni di povertà cronica invece per il 24,4, seguito da cinque anni o più. Ci si rivolge a Caritas soprattutto per problemi economici (il 78,5 per cento), occupazionali (45,7 per cento) e abitativi (23,1 per cento), disagi legati all’immigrazione (24,2 per cento), problemi familiari (13 per cento) e di salute (11,6 per cento).

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