Catechesi e disabilità. Obiettivi: inserimento e inclusione

L’equipe di studio e formazione si è costituita dieci anni fa

Catechesi e disabilità. Obiettivi: inserimento e inclusione

Circa dieci anni fa, all’interno dell’ufficio catechistico diocesano, si è costituita un’equipe di studio e formazione sulla catechesi delle persone con disabilità.

Già nel 1970, con il documento Il rinnovamento della catechesi, i vescovi italiani avevano raccomandato che l’attenzione alle persone con disabilità fosse non solo mossa dall’amore ma anche supportata da una preparazione pedagogica appropriata. L’equipe puntava proprio ad aiutare i catechisti ad acquisire un minimo di preparazione.

Le prime attività sono state dei seminari con esperti che potevano aiutarci ad avvicinare in modo più consapevole la catechesi di gruppi in cui fossero presenti disabili. Ci siamo resi conto che non era possibile isolare queste persone dalla comunità per dare loro una formazione speciale, ma anzi la formazione doveva tendere a inserirle dentro la comunità, insieme agli altri ragazzi che frequentavano la catechesi.

Non quindi isolamento, ma inserimento; non catechesi speciale, ma catechesi inclusiva, ascolto e cura di persone che possono richiedere un linguaggio diverso.

Ci siamo resi conto anche di non essere isolati: in molte Diocesi abbiamo incontrato esperienze a volte anche molto più evolute della nostra; siamo venuti in contatto con realtà ispirate alla fede cristiana che lavorano perché la disabilità non sia barriera, perché la persona sia più importante. La stessa Cei, oggi, possiede un Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità, da cui le realtà sparse per l’Italia sono seguite e appoggiate.

Adesso siamo in un momento difficile non solo per noi, ma per tutta la catechesi. La speranza è di poter riprendere presto il lavoro, il servizio ai nostri fratelli.

Cinzia Bernardi
referente settore per la catechesi con le persone disabili

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