Cucine popolari. Sciarpe e berretti per i senza dimora

Alle Cucine popolari un caldo dono da “Pacioe e lana”

Cucine popolari. Sciarpe e berretti per i senza dimora

Caldi guanti di lana, sciarpe e berretti fatti ai ferri o all’uncinetto per gli ospiti delle Cucine economiche popolari. Li hanno realizzati le volontarie di “Senza frontiere per amare”, gruppo che raccoglie tante realtà sorte spontaneamente in diverse città italiane legate da un ideale filo di lana e dalla volontà di portare un po’ di calore e colore dovunque ce ne sia bisogno. La spinta iniziale risale a tre anni fa con l’obiettivo di aiutare i bambini oncologici creando “chemio cap”, cappellini o parrucche ispirate alle principesse di Walt Disney o ai supereroi. Da qui si è arrivati alla realizzazione di sciarpe, cappelli, scalda-gambe, scialli, calze... per gli ospiti delle case di riposo, i senza tetto o le famiglie. A Padova il gruppo conta una quindicina di “ragazze” dai 40 agli 80 anni legate dalla passione per il lavoro ai ferri o all’uncinetto e, come in un gioco di scatole cinesi, racchiude al suo interno un altro gruppo – dal significativo nome di “Pacioe e lana” – di Terraglione, che si ritrova per condividere anche fisicamente il lavoro e renderlo un momento piacevole di confronto. Nel gruppo padovano di “Senza frontiere per amare”, animato da Margherita Malatesta, molte volontarie lavorano in casa, ritagliandosi il tempo nei ritmi quotidiani della cura di figli, nipoti o parenti. «Il gruppo si autofinanzia – spiega Malatesta – anche se in qualche caso la lana ci è stata donata. Realizziamo i nostri manufatti in base alle realtà di cui veniamo a conoscenza col passaparola o ricercando le associazioni». È nato così l’incontro con le Cucine popolari, che cercavano coperte. «Le nostre però sono troppo leggere per i senza dimora, ma suor Albina Zandonà, direttrice delle Cucine, ci ha detto che avevano bisogno di sciarpe, guanti e cappelli. Così ci siamo attivate». Le coperte vengono donate agli ospiti delle residenze per anziani o ai bambini dei reparti di neonatologia. Turbanti in lana sono stati donati alle pazienti dello Iov. Le idee e la voglia di fare non mancano. «È una passione che mettiamo a disposizione di chi ne ha bisogno». Per contattare il gruppo: 348-5711906.

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