Da una catechesi "per" a una catechesi "con"

Il Direttorio per la catechesi del 2020 mette definitivamente al centro le persone come soggetti attivi e responsabili del proprio cammino di fede, a partire dalla famiglia

Da una catechesi "per" a una catechesi "con"

La preoccupazione della catechesi ottocentesca era quella della correttezza dei contenuti della fede cristiana. Una preoccupazione non recente, ma aggravatasi dopo lo scisma di Lutero e con i rapidi cambiamenti dovuti, ad esempio, all’Illuminismo, alla Rivoluzione francese e al Risorgimento. L’idea che il mondo stesse perdendo la bussola per l’ignoranza della vera dottrina cristiana era comune nella Chiesa dell’epoca. La soluzione era questa: la dottrina doveva essere esposta in modo rigoroso dal punto di vista teologico e filosofico; e il popolo doveva impararla. Il cristiano era quindi il destinatario di questa dottrina e compito della Chiesa era trovare il giusto equilibrio tra correttezza dottrinale e adattamento al destinatario: le due cose erano concorrenti, poiché ogni adattamento doveva per forza di cose rinunciare al rigoroso linguaggio filosofico della teologia. Inoltre, il destinatario non aveva nulla di suo da dare nella pratica catechistica: quanto aveva di buono era già contenuto nella dottrina, il resto veniva dal malvagio mondo moderno. Anche dopo il Concilio Vaticano II, la riflessione magisteriale ha faticato per uscire dalla logica dell’adattamento; questa parola resta in vigore nel Direttorio catechistico generale del 1971, ma viene inserita in una pedagogia che “entra a far parte” della dottrina stessa: «La dimensione attiva della catechesi è in piena conformità con l’economia della rivelazione e della salvezza. Una pedagogia che favorisce la risposta attiva dei catechizzandi è conforme allo stato ordinario della vita cristiana» (n. 75). Il gruppo diventa parte essenziale di questa pedagogia, in particolare con i giovani e gli adulti, dove la catechesi prende lo stile della ricerca comune. L’impostazione pedagogica che vede le persone come soggetti e non come destinatari, si amplia nel Direttorio generale per la catechesi del 1997. Da un lato, vengono prese in considerazione non solo le differenze di età, ma anche quelle relative alle varie situazioni personali: disabilità, marginalità, attività lavorativa, ecc. Dall’altro lato, si afferma il fecondo scambio di fede tra gruppo dei catechizzandi e comunità, vera responsabile della catechesi (nn. 220-221).

Con il capitolo sulla “Catechesi nella vita delle persone” del Direttorio per la catechesi del 2020 (nn. 224 e seguenti), l’atteggiamento di ascolto da parte della Chiesa mette definitivamente al centro le persone come soggetti attivi e responsabili del proprio cammino di fede, a partire dalla famiglia: essa, infatti, passa da ambito della catechesi a soggetto della catechesi, in quanto essa stessa annuncio di fede e annunciatrice della fede. Con i bambini, poi, si incoraggia una prima evangelizzazione dal taglio educativo, per sviluppare quelle qualità umane su cui innestare l’annuncio di fede (come fiducia, gratuità, dono di sé). Con i giovani occorre mettersi in ascolto e valorizzare il loro apporto creativo e corresponsabile. Con gli adulti si dice esplicitamente che non vanno considerati destinatari della catechesi, ma protagonisti insieme agli stessi catechisti. L’anziano è definito come “catechista naturale della comunità”, in quanto depositario di una lunga esperienza di vita. Ogni categoria di persone, da quelle con disabilità ai migranti, dai poveri alle persone detenute, tutti hanno il loro posto da protagonisti nella catechesi della Chiesa oggi. Ciò significa abbracciare tutto quello che il mondo oggi ha da offrire (o da imporre)? No, anzi, è esattamente il contrario: è una catechesi che toglie le persone dall’anonimato e dalla massificazione, che apre all’originalità di ciascuno, che crea spazi per tutti contro la cultura dello scarto, con la fiducia che è più fecondo annunciare il Vangelo nel libero confronto, piuttosto che nella chiusura e nell’isolamento.

don Martino Della Bianca

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)