Don Alfredo Contran. Il ricordo di don Cesare Contarini. Per 28 anni la Difesa è stata casa sua

Don Alfredo Contran, uno dei sacerdoti più conosciuti in quanto direttore della Difesa del popolo per 28 anni, record insuperato di permanenza in 115 anni di vita del settimanale, visse il suo essere prete a servizio della Chiesa come la prima cifra dell’impegno di tutta una vita: un’adesione interiore, profonda, che ha connotato il suo essere prima che il fare.

Don Alfredo Contran. Il ricordo di don Cesare Contarini. Per 28 anni la Difesa è stata casa sua

Come scrisse nel testamento spirituale: «Chiesa di Gesù Cristo, mio amore quotidiano, paese stupendo del mio sacerdozio, luce della mia vita, madre del mio cammino di salvezza, ti benedico e ti ringrazio. Che gioia, l’essere stato prete in questi anni!». Un “paese” fatto di vita semplice e vivace nelle comunità sacerdotali cui appartenne (la “comunità 80 scalini” di Casa Pio X e la Casa del clero, prima degli ultimi tempi all’Opsa), di presenza e incontri quotidiani al giornale, di predicazione e testimonianze ovunque fosse richiesto, di impegno (anche a livello nazionale) per i settimanali diocesani, di memorie simpatiche e grate. Giornalista, scrittore, insegnante, conferenziere, ma prima di tutto prete. È stato pure un uomo dalle radici profonde, legatissimo alla sua terra, la Saccisica. Dove lo chiamavano spesso e tornava volentieri, raccogliendo succose testimonianze e aneddoti che ha riportato nelle sue opere, racconti che emergono da un mondo lontanissimo dall’oggi e ormai irriconoscibile. Un legame ricambiato sia in vita, con riconoscimenti e premi, sia poi con la dedica di vie, piazze e iniziative culturali. L’appuntamento settimanale dell’editoriale sulla Difesa, aspettato da migliaia di lettori in tutta la diocesi (e oltre), manifestava un don Alfredo attento alla società, alle espressioni culturali e alle vicende politiche locali, nazionali e internazionali, mentre le memorie dei preti di campagna e dei “personaggi” di paese dipingevano singolarità individuali, lampi di geniali battute, grande concretezza esistenziale. Con il gusto del narrare che prendeva il sopravvento e portava a pagine ricercate e apprezzate, a volte con tocchi di vera poesia. Personalmente, sono passato da una conoscenza “da lontano” di don Alfredo a una vicinanza quotidiana nei pochi mesi in cui fui vicedirettore del settimanale prima di assumerne la responsabilità. Ricordo la sua disponibilità a spiegare le caratteristiche del lavoro per me totalmente nuovo, le grandi idee di fondo e i consigli spiccioli, le indicazioni per muoversi nel panorama ecclesiale e cittadino, il partecipare insieme alle riunioni dei settimanali del Triveneto, la condivisione di lavoro e progetti. Chi ha imparato il giornalismo da lui non potrà dimenticare il suo insegnamento di base: scrivere “per sua mamma” (e le migliaia come lei), perché potesse capire e arrivare a discutere le idee esposte. Proprio qui emerge un’efficace icona del giornalismo popolare, di cui la Difesa è sempre stata attenta propugnatrice e valida interprete. All’inizio del 1993 mons. Contran aveva problemi di salute (il suo tallone d’Achille in più fasi della vita), ma non ha mai lasciato a metà gli impegni. E ricordo il grido di liberazione promesso per il 31 maggio, ultimo giorno di direzione della Difesa: ormai sentiva necessario lasciare l’incarico divenuto troppo gravoso! E fu elegante in quel frangente e negli anni successivi, mantenendo la distanza giusta per incoraggiare senza interferire, per consigliare senza pesare. Se tutti gli avvicendamenti ecclesiali fossero così… Guardando indietro, mi resta solo un rammarico, grande: che proprio lui, don Alfredo, non abbia potuto godere nel 2008 le celebrazioni del centenario della Difesa, per oltre un quarto di secolo la sua casa, il suo pulpito, la sua croce e delizia.

don Cesare Contarini
Direttore della Difesa dal 1993 al 2009

È scomparso il 20 ottobre 2007. Aveva 82 anni

Nato a Vigorovea il 15 agosto 1925, è stato ordinato nel 1948. Il primo anno di prete lo vive nel seminario di Thiene come prefetto dei ragazzi. Da 1949 al 1953 è cooperatore ad Asiago. Diviene poi vice assistente dei giovani di Azione cattolica (allora Giac) e consulente ecclesiastico del Csi. Il 9 novembre 1962 è nominato vicedirettore della Difesa del popolo accanto a mons. Francesco Canella, cui subentra come direttore nel 1965. Dirige il settimanale diocesano fino al 27 maggio 1993. Nel 1982 diventa anche primo direttore di Dall’alba al tramonto.

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