Don Gianfranco Lazzarin è tornato alla casa del Padre

Don Gianfranco Lazzarin, nato a Fossò il 6 marzo 1935 e ordinato presbitero il 10 luglio 1960, è venuto a mancare lunedì 4 febbraio all'ospedale di Vicenza. Le esequie verranno celebrate dal vescovo Claudio a Prejon venerdì 7 febbraio.

Don Gianfranco Lazzarin è tornato alla casa del Padre

Don Gianfranco Lazzarin nasce a Fossò il 6 marzo 1935 e viene ordinato presbitero il 10 luglio 1960. Inizia il suo ministero di giovane prete come cooperatore a Limena e nel 1964 passa a Pernumia, con lo stesso incarico. Nell’autunno del 1969, invece, è cooperatore a Castelbaldo. Nell’ottobre 1973 diventa parroco di Stoccareddo, dove rimane vent’anni.

Nell’agosto del 1993 gli viene affidata la comunità di Prejon, dove manifesta generosità e dedizione instancabili, spendendosi nella conoscenza delle famiglie e nella decorazione della chiesa, con una attenzione per gli ultimi e i poveri.

Nel settembre 2005 nasce l’Unità pastorale di Agna, Borgoforte, Frapiero e Prejon. Nel 2010 la canonica di Agna viene scelta come abitazione di tutti i preti e don Gianfranco vi si stabilisce, distinguendosi per passione, simpatia e amicizia con i parrocchiani, correttezza e fraternità verso i confratelli. Nel corso degli anni si avvicendano nel servizio diversi preti e diaconi, con i quali vive un sereno, gioioso e stimolante rapporto di stima e sostegno reciproco, tanto da essere per 15 anni un elemento di continuità rasserenante.

Don Gianfranco era amante del lavoro dei campi, dell’orto e del giardino, instancabile e tenace nel lavoro manuale, che si trattasse di portare carriole, costruire il campo da calcio per i giovani, oppure abbellire una chiesa, anche mettendoci di tasca propria quando le comunità non avevano i mezzi economici.

Coltivava tanti interessi culturali, in modo ecclettico e tutto personale, interessandosi, in particolare, di storia, geografia, conoscenza del territorio come anche di più ampie questioni sociali e politiche, tanto da dedicarsi alla lettura, alla raccolta di materiale informativo, a conferenze di vario genere, a viaggi in Paesi europei, dove la storia andava muovendosi.

Inoltre, don Gianfranco era molto sensibile alla causa missionaria: ha potuto visitare il Kenya e l’India, incontrare Madre Teresa di Calcutta e, allo stesso tempo, interessarsi a diverse figure missionarie diocesane, raccogliendone testimonianze e notizie. In particolare, era molto legato alla vicenda di padre Ezechiele Ramin e alla sua famiglia.  Altrettanto si interessò di Massimo Barbiero, originario di Fossò, membro dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, morto tragicamente in Venezuela nel 2010.

Don Gianfranco aveva un carattere forte, estroverso, tenace e determinato; era anche stravagante, don Gianfranco, talora ruvido e poco diplomatico, ma dal cuore tenero, capace di commuoversi per i successi o le sofferenze della sua gente. Schivo nelle relazioni, sapeva comunque correre per le necessità di chi lo chiamava. Innamorato di Dio e della vocazione sacerdotale, coltivava in modo convinto l’abituale e sobria spiritualità fatta di preghiera, sacramenti, carità e ascolto. Sostava molto tempo davanti all’Eucaristia in adorazione, anche con la speranza che la sua presenza davanti a Gesù invogliasse altri a farlo. Innamorato della figura di Papa Francesco, ne divulgava i documenti che più lo appassionavano e coltivava una devozione tutta personale per il Beato Mons. Carlo Liviero (già parroco di Agna, poi vescovo a Città di Castello), cui ha spesso affidato preghiere per sé e per altri. Negli anni del suo ministero si è molto speso per le confessioni, abitando il confessionale non solo delle sue comunità, ma pure abitualmente delle comunità vicine. Una volta sollevato da impegni pastorali più precisi, ha dedicato molto tempo alla visita dei malati e degli anziani, fedele all’incontro con coloro che chiamava «i reclusi in casa».

A partire dall’estate 2018, le condizioni di salute lo avevano portato a passare dei periodi al Cenacolo di Montegalda. La morte lo ha raggiunto la mattina del 4 febbraio, all’ospedale di Vicenza. Le esequie verranno celebrate dal vescovo Claudio a Prejon venerdì 7 febbraio.

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