Ecuador. Comboniani, salesie, dorotee. Sempre accanto a religiose e religiosi

Giuseppini nel Napo, Elisabettine a Esmeraldas, a Quito, a Duran. Ma non c’è stata zona in cui i fidei donum padovani hanno operato che non si siano trovati a collaborare in produttivo connubio con le congregazioni religiose, maschili e femminili.

Ecuador. Comboniani, salesie, dorotee. Sempre accanto a religiose e religiosi

A Esmeraldas la presenza dei diocesani è stata richiesta dai Comboniani a cui è affidato quel vicariato apostolico, vista la presenza di un cospicuo numero di afro-ecuadoriani. I fidei donum hanno portato la loro sensibilità parrocchiale mentre la congregazione ha avuto modo di trasmettere la sua peculiare attenzione alla “evangelizzazione delle culture” con l’avvio e lo sviluppo di progetti globali come la radio Antena libre, dove ha operato il padovano Angelo Zambon, l’università cattolica, la rivista Iglesia joven, il Dipartimento di pastorale afro ecuadoriana fondato nel 1981.

Tra le congregazioni femminili, accanto alle Elisabettine spicca la presenza delle Salesie e delle Dorotee di Vicenza. La congregazione delle Suore di san Francesco di Sales, fondate nel 1740 a Padova, è presente in Ecuador dal 1963 quando su richiesta del vescovo di Ibarra furono inviate cinque suore destinate all’opera educativa e apostolica a San Pablo del Lago con centro di salute, asilo infantile e scuola professionale femminile. Le suore allargarono in seguito l’attività pastorale nelle parrocchie e con missioni “al campo” nella regione di Intag, fondando una comunità ad Apuela, e spingendosi poi a San Isidro, in diocesi di Tulcan, dove è stata fondata La Libertad. «In queste comunità disperse e abbandonate – come ricorda suor Arcangela Palaziol, da decenni operante nella diocesi di Ibarra – abbiamo lavorato a fianco dei preti padovani con le missioni “al campo”, la formazione degli animatori e dei catechisti e le varie attività parrocchiali. I padovani hanno lavorato in quest’area con intensità e sacrificio, tenendo conto anche delle condizioni in cui si trovavano le strade. Quando arrivavano il prete e le suore il paese si animava, era una grande novità. Si portava un sacco di patate e un po’ di formaggio e si mangiava insieme. Certe volte portavamo anche la lampada delle filmine, la Petromax, e si proiettavano storie evangeliche o racconti missionari, spesso perfino africani...».

In Ecuador hanno operato nelle stesse zone del missionari padovani anche le suore Dorotee di Vicenza presenti nel vicariato del Napo, fin dal 1924, e nel seminario di Tulcan dal 1985, quando l’istituto era retto dal padovano don Cornelio Boesso. «Il loro arrivo – testimonia – fu propiziato da uno sciopero dei trasporti ecuadoriani che bloccò da noi per qualche giorno un gruppo di suore provenienti dalla Colombia. Questo fatto mi spinse a suggerire alla provinciale l’opportunità di avere appena dentro il confine con l’Ecuador una base d’appoggio. La loro presenza rappresentò una vera svolta nella gestione del seminario, dalla cucina al guardaroba, alle pulizie, tutto fu organizzato in modo accurato e rispettoso».

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