Figure specifiche. Laici formati per celebrare la Parola e animare le esequie

Nelle parrocchie della Diocesi di Bolzano Bressanone ci sono anche altre due figure laiche: la guida per la celebrazione della Parola e il laico animatore delle esequie

Figure specifiche. Laici formati per celebrare la Parola e animare le esequie

«Il team pastorale non ha compito di tenere liturgie – spiega Reinhard Demetz – per questo abbiamo delle persone formate. Per la celebrazione della parola sono più di 400 persone formate e incaricate dal vescovo, minimo una o due per parrocchie. È una figura presente da più di quindici anni, un’esperienza rodata e che funziona. Per le esequie invece abbiamo fatto il primo corso nel 2018, quest’anno parte il secondo e abbiamo una decina di persone incaricate, oltre ovviamente ai diaconi che celebrano i funerali». La celebrazione della Parola è una funzione a sé stante, non è una messa “spezzata”, ma una forma liturgica che mette al centro la Parola di Dio ed è inserita nel programma liturgico. «Ad esempio in una unità parrocchiale di sei parrocchie con due preti – chiarisce Demetz – una parrocchia ha la celebrazione della Parola ogni prima domenica, un’altra la seconda e così via. Porta buoni frutti perché rende la comunità visibile». Quella invece dei laici animatori delle esequie nasce dalla necessità che in molte parrocchie la celebrazione delle esequie resta in piedi grazie ai preti anziani. Attualmente sono attive in maniera proficua in quattro o cinque parrocchie. «Bisogna evitare l’impressione di un funerale di serie A e di serie B – dice il direttore dell’Ufficio pastorale – e va strutturato bene: ad esempio fissando un giorno a settimana in cui c’è solo il laico animatore delle esequie, per tutti i funerali». Per entrambe le figure la formazione è sostanziosa, 16 giornate all’anno, in genere chi ricopre il ruolo di animatore delle esequie è già anche guida della celebrazione della parola. «Sono esperienze preziose che ci fanno capire che il soggetto della cura delle anime è la comunità intera – conclude Demetz – e il prete esprime questa sollecitudine di tutta la comunità».

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