Il bene dietro a una firma: dei tre milioni ricevuti dall'8 x mille nel 2022 dalla Diocesi di Padova, metà destinata a interventi caritativi

Nel 2022 la Diocesi di Padova ha ricevuto, dai fondi dell’8 per mille, oltre tre milioni di euro. La metà è stata destinata a interventi caritativi

Il bene dietro a una firma: dei tre milioni ricevuti dall'8 x mille nel 2022 dalla Diocesi di Padova, metà destinata a interventi caritativi

«Ogni anno riceviamo dallo Stato una somma di denaro importante, che però viene restituita moltiplicata a beneficio della collettività – sottolinea Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica della Cei, nel volume Con rara umanità. La carità nel tempo della fragilità (Diocesi di Padova) – La moltiplicazione è frutto del lavoro di tutti quei volontari che gratuitamente mettono a disposizione le proprie mani, il proprio cuore e le proprie competenze impiegandoli negli oltre ottomila progetti che ogni anno vengono sostenuti grazie ai fondi dell’8 per mille alla Chiesa cattolica. Gli stessi fondi che permettono di conservare integro l’immenso patrimonio di arte religiosa che rende belle le nostre città, richiamando turisti e pellegrini. Gli stessi fondi che permettono di vivere a oltre 30 mila sacerdoti che si spendono, sette giorni su sette senza timbrare cartellini, a servizio di tutti coloro che li incontrano». Alla Diocesi di Padova – in base ai propri abitanti, 1.076.190, e a una quota base decisa dalla Cei – sono stati assegnati nel 2022 i seguenti fondi: 1.634.755 euro per interventi caritativi (cifra pressoché invariata rispetto al 2021); 1.717.885 euro per esigenze di culto e pastorale (circa 20 mila euro in più rispetto all’anno precedente). Per un totale, quindi, di 3.352.640 euro (nel 2021 erano stati 3.310.972 euro). «A questi si aggiungono anche i fondi per il restauro di beni culturali, sempre nel 2022, pari a 711.993 euro – spiega Vanna Ceretta, economa diocesana – ma l’erogazione è diretta alle parrocchie. La Diocesi semplicemente li destina man mano che vengono eseguiti i lavori». Nel 2022 hanno ricevuto fondi dell’8 per mille, per interventi di restauro le parrocchie di Casalserugo, Este Santa Tecla, Fratte di Santa Giustina in Colle, Alano di Piave, Civè, Cristo Re, Castelbaldo, Due Carrare, Fontanafredda, Villa del Conte, Treschè Conca e l’Istituto teologico Sant’Antonio dottore. Il rendiconto delle assegnazioni 2022 – che sarà a breve pubblicato sul sito della Diocesi, come i precedenti – prevede, sul fronte “Interventi caritativi”, che i fondi vadano agli uffici diocesani che si occupano di carità e missione; e poi a interventi di carità diretta della Diocesi «verso, ad esempio, Medici con l’Africa Cuamm, Opera della Provvidenza e Fondazione Nervo Pasini» spiega Ceretta. Nel capitolo “Esigenze di culto e pastorale” ci sono: i servizi amministrativi e gli uffici pastorali («una parte dei fondi dell’8 per mille viene destinata al “funzionamento” di queste realtà»), le attività culturali, il Museo diocesano, i sacerdoti studenti («sono sostenuti coloro che si stanno formando»), gli interventi sulle strutture diocesane (quelle istituzionali, in particolare il Vescovado), il Centro universitario e la Pastorale universitaria, la Facoltà teologica e l’Istituto superiore di scienze religiose. «Una parte dei fondi, poi, sempre nello stesso capitolo – continua Ceretta – va agli enti e alle parrocchie che, per vari motivi, si trovano in difficoltà». La Cei, oltre a queste erogazioni “ordinarie”, sempre da fondi dell’8 per mille, ha dato alla Diocesi di Padova altri contributi: «A novembre 2022, ad esempio, sono arrivati quasi 110 mila euro per l’emergenza energetica, che hanno permesso di aiutare 86 parrocchie. Da non dimenticare che, in tempo di pandemia, abbiamo ricevuto un contributo straordinario di 2 milioni di euro con cui la Diocesi ha dato vita a due fondi: uno per sostenere e alimentare il Sostegno sociale parrocchiale (a favore di situazioni di fragilità e nuove povertà di singoli e famiglie); l’altro per aiutare le parrocchie e gli enti più in difficoltà a seguito dell’emergenza Covid». Tutto questo è possibile grazie alle firme a favore dell’8 per mille: nel 2004 il 90 per cento dei firmatari lo destinava alla Chiesa cattolica, mentre ora sono, pur essendo la maggiore beneficiaria, il 70 per cento. C’è una domanda forte, quindi, sul futuro dell’8 per mille. Il 2024 sarà una sorta di “anno chiave”, perché – fiscalmente parlando – farà riferimento al 2020, anno della pandemia. «Non saranno intaccate le attività caritatevoli» ha detto mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei. «Lo stesso sarà per la Diocesi di Padova» conferma Vanna Ceretta.  

Come firmare e compiere un gesto d’amore

I cittadini possono mettere la loro firma a favore dell’8 per mille alla Chiesa cattolica, per compiere «un gesto d’amore» – come invita la campagna di comunicazione di quest’anno – sulla scheda allegata al modello CU (Certificazione unica), sul modello 730 precompilato, sul modello 730 ordinario (non precompilato) e sul modello Redditi. Un esempio: coloro che possiedono solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, attestati dal modello CU e sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, possono utilizzare l’apposita scheda allegata al modello CU e nel riquadro relativo alla scelta per l’8 per mille, firmare nella casella “Chiesa cattolica”. Per le indicazioni di compilazione degli altri modelli di dichiarazione dei redditi, e per ogni informazione, si può visitare il sito www.8xmille.it

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