Il nuovo ufficio diocesano: nessuna ricetta pronta. Pastorale dei giovani condivisa

Nuovi componenti, nuovi obiettivi e soprattutto la voglia di mettersi al servizio delle comunità anche grazie alla visita pastorale che il vescovo Claudio sta per iniziare.

Il nuovo ufficio diocesano: nessuna ricetta pronta. Pastorale dei giovani condivisa

La “cucina” della pastorale dei giovani della Chiesa di Padova è aperta: porte spalancate per chiunque abbia un pensiero, un’idea, anche una prassi di successo. Gli chef stellati sono graditi, certo, ma vanno bene anche i garzoni e gli studenti dell’alberghiero.
In un periodo dell’anno in cui le comunità cristiane vedono le agende ingrossarsi, i parroci indire riunioni, i laici prepararsi a soppesare i tempi di lavoro-famiglia-servizio, la tentazione è quella di chiedere agli uffici diocesani delle ricette belle e pronte, possibilmente anche di successo. Dal secondo piano di via Vescovado, nel cuore di Padova, dove ha sede la pastorale giovanile, parte invece un invito a partecipare da protagonisti al ripensamento generale del cammino che la Chiesa padovana intende compiere con i giovani nei prossimi anni, facendo tesoro dei frutti del Sinodo appena concluso.

La parola chiave è “Ricerc-azione”.

La riflessione continua, dunque: la ricerca è sul mondo giovanile, sulle sue domande, sulla sua attitudine nel cercar risposte e, soprattutto, sul suo sguardo su Gesù. A supportarla arriveranno presto alcuni tra i 160 giovani che hanno fatto parte dell’Assemblea sinodale e che ora comporranno un “gruppo di lavoro” che ripensa alle proposte e ai cammini della nostra diocesi. Ma non ci sarà solo il pensiero: niente immobilità. Spazio all’incontro. «Il nostro principale obiettivo è creare un ufficio a servizio delle comunità – sottolinea don Paolo Zaramella, nuovo direttore che si appresta a continuare il lavoro svolto da don Mirco Zoccarato dopo aver coordinato il Sinodo – La prima grande occasione ci si presenta con la visita pastorale che il vescovo Claudio inizierà a novembre. Collaboreremo alla preparazione, incontreremo i parroci e parteciperemo ai momenti condivisi con i giovani, tutti i giovani, non solo gli “addetti ai lavori”. Così potremo conoscere le comunità, comprenderne le necessità».

Alle indicazioni calate dall’alto, alla centralizzazione diocesana, sta per subentrare una spinta all’esterno, ai territori della diocesi, tanti e diversificati. In una parola: estroversione. «Non abbiamo ricette pronte da inviare alle parrocchie – aggiunge Giorgio Pusceddu, pronto a portare all’ufficio la sua competenza da educatore e la sua esperienza di giovane marito e padre di quattro bambini – Ci piacerebbe anzi far venire voglia a tutti di cucinare!».

Massima condivisione trasparenza, dunque, anche su come sviluppare tutti gli spunti che brulicano all’interno della Lettera dei giovani alla Chiesa di Padova, scritta al termine dei due anni di Sinodo. «Da un certo punto di vista, l’“esercizio di fraternità” rivolto a tutte le parrocchie inserito in Il seminatore uscì a seminare (le tracce di cammino che accompagneranno tutto il nuovo anno pastorale, ndr) è un sogno che si realizza – riflette don Paolo – In questo cammino di ripensamento della pastorale giovanile, in cui l’ufficio è chiamato dal vescovo a essere una centrale di pensiero, è necessario che il Sinodo continui a “vivere”, senza finire nel congelatore di una visione univoca, ma si arricchisca degli ingredienti che ogni parrocchia saprà individuare».

Oltre a don Paolo e a Giorgio, nella cucina nuova fiammante della pastorale giovanile si metterà ai fornelli anche don Federico Giacomin, che farà il vice rimanendo direttore di Villa Immacolata. Un segnale preciso, la dimensione spirituale è dunque centrale. Non l’intimismo, ma una spiritualità capace di informare tutta la vita. D’altra parte erano stati i giovani stessi a chiedere percorsi di fede: altrimenti, quale altro sarebbe lo specifico di una Chiesa, di una parrocchia?

In questo anno di ascolto ed elaborazione, tuttavia, alcuni piatti forti della pastorale giovanile continueranno a essere serviti: la veglia di Avvento agli Eremitani; “Una voce rischiara la notte”, tre giorni di spiritualità per 18-35enni dal 28 al 30 dicembre; “Un giovane diventa cristiano”, weekend di spiritualità in Quaresima; “Grestyle”, formazione degli educatori dei grest. A mettere un po’ di pepe al tutto, ci sarà la novità “Scegliere non è sempre facile”, due giorni sul discernimento (a ottobre e marzo), mutuati dall’esperienza offerta lo scorso anno ai moderatori dei gruppi sinodali.
Pronti dunque a indossare la traversa, l’anno pastorale sta per cominciare.

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