"Il primo passo", spiritualità per Issimi. Positiva l’esperienza per ragazzi ed educatori di San Domenico

Erano in 27 da San Domenico, vicariato di Selvazzano, a “Il primo passo”, weekend di spiritualità a misura di giovanissimo, vissuto tra gruppi parrocchiali a casa Filippo Franceschi di Camporovere. 

"Il primo passo", spiritualità per Issimi. Positiva l’esperienza per ragazzi ed educatori di San Domenico

«La partecipazione è stata molto buona – racconta Ilaria Scagnellato, 26 anni, maestra in una scuola primaria ed educatrice giovanissimi – Questa, per i giovanissimi, non era la prima esperienza di spiritualità, dal momento che hanno avuto modo di vivere le veglie di Natale e di Pasqua proposte dal vicariato. Nei due giorni passati insieme abbiamo potuto vedere ragazzi coinvolti in prima persona nelle diverse attività proposte, abbiamo accolto i loro pensieri e le loro riflessioni e noi stessi abbiamo lavorato con loro nel fare le medesime attività».

Ilaria accompagna in parrocchia, con tre «validissimi collaboratori», un gruppo di ragazzi dalla seconda alla quarta superiore. «Il nostro appuntamento è settimanale e la partecipazione è davvero molto buona: sono circa venti i giovanissimi che, in media, decidono di spendere un’ora e mezza del proprio venerdì sera in patronato. Il gruppo è costituito prevalentemente da ragazzi del quartiere, qualcuno però arriva anche da paesi limitrofi. Nonostante la giovane età, rimaniamo sempre stupiti dal desiderio di mettersi in gioco, dall’incontenibile entusiasmo, dalla profondità delle loro riflessioni, dalla voglia di lanciarsi in nuove esperienze, anche in quelle nelle quali mai avremmo pensato di riuscire a coinvolgerli».

Più che positivi i riscontri dei partecipanti a “Il primo passo” – una nuova proposta dell’Ac di Padova – tanto che «ci hanno subito chiesto “più weekend così” e qualcuno di loro si è persino messo in moto per cercare una struttura dove poter passare insieme qualche giorno estivo di fraternità. Positivo anche il feedback ricevuto dai loro genitori. Da educatrice penso che queste esperienze formino non solo i giovanissimi, ma anche noi stessi. Rimarrà in tutti traccia di questa esperienza: la voglia di stare insieme, la semplicità di un abbraccio per salutarsi, la genuinità e la disponibilità nel condividere pensieri e sentimenti che riguardano la sfera più personale dell’io».

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