Il ricordo di Mons. Sergio Zorzi

Mons. Sergio Zorzi nasce a Santa Giustina in Colle, primogenito di Severino e Maria Tomasin.

Il ricordo di Mons. Sergio Zorzi

A motivo delle ristrettezze economiche la famiglia si trasferisce nel 1951 nel milanese, a Cuggiono, mentre Sergio già frequenta il Seminario Minore. Ordinato presbitero il 12 luglio 1959, viene inviato agli studi di Scienze naturali a Padova. Nel frattempo è anche cooperatore festivo ad Arzerello (1959) e, un anno dopo, a Sant’Ignazio. Nel 1962 inizia la docenza di Scienze naturali e questioni filosoficoscientifiche nel liceo del Seminario, mentre nel 1973 diventa preside del Classico del nuovo Minore di Tencarola. Alcuni anni lo vedono a servizio della Fuci. Dal 1983 al 1991 è vice-assistente del collegio universitario Gregorianum. Nell’autunno 1988 diventa cooperatore festivo a Brusegana; nell’ottobre 1990 è vicario di San Canziano in Padova, fino a quando giunge la nomina a parroco di San Benedetto (agosto 1993). L’incarico si protrae fino al novembre 2014, quando viene nominato penitenziere nella stessa parrocchia e collaboratore nell’up della Cattedrale; con l’occasione si trasferisce in Casa del clero. Del dicembre 2019 è la nomina a canonico della Cattedrale, col titolo dei Santi Fabiano e Sebastiano. Gli incarichi di don Sergio si sono succeduti molteplici e diversi, non cercati e sempre in obbedienza alle richieste del vescovo. Soprattutto sono stati svolti con serenità e con slancio, come un tesoro da scoprire e da valorizzare, come una continua avventura spirituale capace di ringiovanire. Don Sergio non si identificava in esclusiva con qualcuno dei servizi pastorali esercitati: il motivo unificante dei suoi ambiti di lavoro erano la visione e la comprensione di tutta la realtà e della storia umana a partire dalla personale esperienza della persona di Gesù, vivo e Risorto. Aveva la certezza di Gesù come di un “fatto” reale e vivo che riempiva la vita, che andava comunicato a tutti e ovunque, quasi una urgenza da riaffermare nella Chiesa. Di conseguenza, godeva di una fede limpida, schietta, semplice, ma anche profonda e capace di animare la vita. Probabilmente ha attinto provvidenzialmente, anche se non unicamente, la radice e la fonte di questa visione della vita dal movimento di Comunione e Liberazione. Le vicende di salute hanno portato a chiedere l’ospitalità dell’Opsa nel febbraio scorso. Al compagno di ordinazione e amico don Mario Morellato aveva chiesto l’Unzione degli infermi il 24 febbraio, per sussurrare subito dopo: «Adesso tutto è a posto. Non manca nulla». La morte l’ha raggiunto il 5 aprile. Le esequie sono state celebrate in Cattedrale l’11 aprile; don Sergio è stato sepolto nella tomba di famiglia a Cuggiono (Milano).

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