Il vescovo Claudio all'Assemblea Caritas. Per la Caritas il compito educativo è quello centrale

Non poteva che partire dal “grazie” per l’impegno profuso nei mesi di pandemia il saluto del vescovo Claudio ai partecipanti – in presenza e in streaming – all’assemblea diocesana di Caritas Padova del 16 ottobre scorso.

Il vescovo Claudio all'Assemblea Caritas. Per la Caritas il compito educativo è quello centrale

«In questo anno le Caritas parrocchiali – ha esordito mons. Cipolla – sono state sollecitate a vivere veramente da Caritas parrocchiali». Una mano è arrivata dai fondi dell’8 per mille, moltiplicati poi dalla generosità delle parrocchie. Eppure, il vescovo Claudio, invita a prendere in considerazione un nuovo criterio di verifica: «Domandiamoci non quante persone abbiamo aiutato, ma se le nostre comunità siano diventate più sensibili ai poveri, più capaci di includere i poveri all’interno della loro esperienza». Al centro c’è sempre Cristo: «Dove si celebra l’eucaristia, lì si deve imparare a voler bene, a essere attenti a chi è in difficoltà, a cercare e incontrare i poveri prima ancora che siano loro a bussare alla nostra porta». E questo, nei mesi della pandemia, si è visto: «Sono contento dei risultati positivi – ha confermato il vescovo Claudio – e sono contento perché la Caritas ha acquisito ancora di più il compito educativo che le è stato assegnato nel suo statuto sotto la spinta di mons. Giovanni Nervo e mons. Giuseppe Pasini. Il compito educativo è il punto centrale per evitare di essere ridotti a una semplice organizzazione di volontariato, per essere invece profeti e annunciatori, secondo uno stile silenzioso della vicinanza, della prossimità e delle piccole cose che però cambiano la nostra mentalità». Sul tema dell’assemblea, che ha visto al centro l’emergenza Afghanistan e l’immigrazione, mons. Cipolla ha rimesso di nuovo al centro le comunità: «Voi operatori della carità dovete aiutare le nostre parrocchie a diventare capaci di accoglienza». Come? Un primo passo è la preghiera: «Nella messa c’è il momento delle preghiere dei fedeli. È brutto che vengano propone quelle “standard”, prese dal foglietto domenicale; suggeriamo invece preghiere per le necessità locali, tra cui i poveri, i migranti, i carcerati e le situazioni di necessità nelle vostre parrocchie».

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