Iniziazione cristiana. La posta in gioco è la gioia del Vangelo

Nella mia esperienza di parroco, quando non era ancora iniziato il cammino di iniziazione cristiana, uno dei primi dilemmi riguardò la “dicitura” e la composizione del gruppo coppie: sarebbe stato meglio chiamarlo “gruppo adulti”, invitando anche chi non era sposato e genitore? In parrocchia l’Ic rappresentò una svolta notevole, investendo un impegno sistematico sui genitori: aiutandoli a partire dalla loro esperienza e non da concetti, potevano ridare del tu al Signore, rileggendosi attraverso il Vangelo. Il dilemma però rimase: e gli altri adulti? I tentativi di risposta crearono piccoli percorsi su “nuclei generativi”, riprendendo alcuni aspetti della fede confrontati nell’oggi, appoggiando i cammini vicariali dell’Ac e altre proposte estive. In questi anni, accompagnando il vescovo in visita pastorale, ho ascoltato spesso il desiderio di attivare un’attenzione privilegiata agli adulti. Anch’io mi scopro da adulto in una sorta di “pomeriggio della fede”, dove poter consolidare gli slanci dell’infanzia e della giovinezza. Il Sinodo ci sta confermando un’ampia “terra di mezzo” in cui i confini del credere e del non credere sono sempre più aperti a una ricerca trasversale; il bisogno di spiritualità; l’esigenza di trovare la fede nella vita; la necessità di aver cura degli incroci esistenziali. Nelle parabole del tesoro e della perla (Mt 13,44-46), Gesù ci racconta due possibilità per accedere alla gioia del Vangelo: in un caso un uomo lo trova, quasi si imbatte in esso, senza saperlo; nell’altro un mercante va in cerca. La stagione iniziata con l’Ic va potenziata e percorsa con forza e creatività dalle nostre parrocchie, nello stile di buone relazioni con gli adulti. La posta in gioco è molto alta: il tesoro e la perla in grado di dare profondità, splendore, felicità e ulteriorità alla nostra vita.

don Leopoldo Voltan
Vicario Episcopale per la Pastorale