La Madre di Dio, così come ce la consegna il battistero della Cattedrale, è vera. Siamo devoti a questa verità

La devozione del mese di maggio, in cui il popolo di Dio prega il santo rosario, dice dell’afflato, del cuore. Ha bisogno però di essere vera, come la visione di Maria che ci consegna il battistero della Cattedrale: teologica, dogmatica.

La Madre di Dio, così come ce la consegna il battistero della Cattedrale, è vera. Siamo devoti a questa verità

La Madre di Dio non è sentimentale, nemmeno ai piedi della croce, dove non guarda il Crocifisso, colui «davanti al quale ci si copre la faccia», tanto è orribile il suo aspetto – quasi incarnasse la profezia di Isaia. È augusta. È l’unica figura che porta gli stessi abiti di Cristo. Tutto parla della poca devotio e della grande veritas. Il riconoscimento della maternità spirituale della Vergine Maria nei nostri confronti toglie al cristianesimo le catene della religio. Siamo proprio affidati a una Madre, figura della Chiesa. Il nostro bene, la nostra vita cristiana, la nostra obbedienza al Signore tornano, per mezzo della sua maternità, divina e corale, come bene di tutto il corpo mistico. Per cui quello che chiediamo per noi è straordinario poterlo chiedere, è filiale poterlo chiedere, è consolante poterlo chiedere, è illuminante poterlo chiedere, ma è soprattutto vero. Nei cerchi degli angeli sulla cupola, Maria è una chiave di volta. In questo senso è Regina: patriarcharum, prophetarum, apostolorum, martyrum... Annodati a lei, noi che le siamo intorno diventiamo la realtà di cui è segno: la Chiesa, che si fa feconda nella vasca battesimale, dove partorisce figli. La verità di cui ha bisogno la devozione è appunto rendere Chiesa tutto ciò che siamo, facciamo, viviamo, desideriamo.

don Gianandrea Di Donna

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