Giustizia (ed. EMP), parola esigente analizzata dal filosofo Roberto Mancini
Un agile saggio sulla giustizia intesa come principio fondante e metodo concreto del vivere umanamente in una società accogliente

Che cosa è la giustizia? A questa domanda risponde Roberto Mancini, filosofo dell’Università di Macerata, nel libro Giustizia della collana “Parole allo specchio” delle Edizioni Messaggero Padova, un agile saggio di taglio divulgativo sulla giustizia intesa come tutela del valore umano e dell’equilibrio ecologico della terra.
Unendo il rigore alla riflessione e all’interpretazione delle problematiche più attuali, come la guerra e la crisi climatica, l’autore qualifica come «giusto» ciò che tutela il valore di ogni persona, così come ciò che rispetta gli equilibri ecologici del mondo e sa muoversi in armonia con la vita universale. Il libro va oltre, chiarendo il vero senso di questa parola individuandone il nucleo nell’adeguatezza alla misura della dignità umana, del valore della natura e della sintonia con la vita. La giustizia si qualifica infatti come generativa, riparativa, restituiva: generativa perché promuove il rinnovamento della società; riparativa perché guarisce tutte le forme di relazione; restitutiva perché istituisce nuove condizioni per il cammino dell’umanizzazione.
La giustizia è quindi una «parola esigente», come precisa Mancini nel primo capitolo del libro: «La parola “giustizia” suona familiare, ma poi si rivela quasi inafferrabile. Inquieta già il fatto che il suo sapore, che dovrebbe essere gradevole, risulta spesso amaro, perché essa ogni volta viene elusa e risulta platealmente contraddetta. Capita che nel suo nome si compiano violenze, vendette e iniquità. Perciò si può avere l’impressione che si tratti di un’utopia da dimenticare, rassegnandosi a un mondo di soprusi. In ogni caso, questo termine non può essere dato per scontato. Persino nel vivace dibattito attuale sulla “giustizia riparativa”, si nota che spesso l’attenzione va tutta sull’aggettivo, mentre il sostantivo rimane quasi impensato. Credo invece che soffermarsi sui significati della giustizia rappresenti un tipo di ricerca che può mostrare le vie realmente percorribili per assumere con lucidità il compito di realizzare le condizioni per una società umanizzata, finalmente libera dalla maledizione di restare nella prigionia dei rapporti di potere. Non si può tardare oltre nel capire che la giustizia è il principio fondante e il metodo concreto del vivere umanamente in una società accogliente, abitabile e, quanto meno, decente. Ma tale consapevolezza va resa culturalmente plausibile, argomentata e sollecitata».