La Pietà di Michelangelo. Il punto dove il dito di Dio e dell’uomo si toccano

La Vergine della Pietà vaticana colpisce per la giovinezza del suo volto. Pallidissima nel marmo di Carrara, rifiorita in luce, Maria si ritrova più giovane del Figlio che tiene tra le braccia

La Pietà di Michelangelo. Il punto dove il dito di Dio e dell’uomo si toccano

Anche la teologia dei santi si dissolve davanti alla figura di Maria. Cosa sono consolazione e desolazione, nel volto della Vergine della Pietà vaticana, se non un punto di equilibrio più alto, dove tutto è più misteriosamente “tenuto insieme”?
Il verbo greco con cui Luca sigilla il destino di Maria e dice il suo carattere è symballo. Significa appunto “tenere insieme” (da cui “simbolo”). La voce dell’angelo ha parlato, ma quelle parole non si possono leggere solo una dietro l’altra; piuttosto, l’una con l’altra e nell’altra. E così Maria, pallidissima nel marmo di Carrara, rifiorita in luce, si ritrova più giovane del Figlio che tiene tra le braccia. E noi, che arriviamo davanti a lei dopo molti giri, per molte strade, la prima cosa che vediamo è quella giovinezza estrema, una figura di ragazza intatta – come se per lei non ci fossero stati molti giri, molte strade, le convulsioni “critiche” del dolore. Come se la sua giovinezza fosse il punto di equilibrio della creazione, il livello in cui il dito di Dio e dell’uomo si toccano, il silenzio che risponde all’affanno delle troppe domande che compongono una vita: in che modo stanno insieme la gioia nel tempo e la beatitudine? L’Amore e l’amore? La singolarità e il peccato? Lo stupore e l’eternità? Il tripudio di una creatura che nasce e il veleno di una morte che, da Adamo, accarezza e blandisce tutte le nostre cellule? La speranza che ogni figlio sia felice e la sapienza della croce? Come se fosse la sua giovinezza, e non ancora la morte del Dio che ha tra le braccia, a dover essere, per qualche istante, motivo di immensa pietà. Virgilio ha scritto l’Eneide per cantare l’elegia dei ragazzi sacrificati alla guerra, all’imboscata del male. Un brivido di consapevolezza ci trapassa il cuore. La Maria di Michelangelo è anzitutto figlia, è creatura. Anche se è marmo. Ha la consistenza dei neonati, il loro respiro profumatissimo, disperatamente certo di un soccorso. Salve, felix Virgo puerpera...

Anna Valerio

«Egli è nato da Maria, agnella senza macchia»

Sfogliando la Liturgia delle ore: «Egli è colui che fu ucciso in Abele, e in Isacco fu legato ai piedi. Andò pellegrinando in Giacobbe, e in Giuseppe fu venduto. Fu esposto sulle acque in Mosè, e nell’agnello fu sgozzato. Fu perseguitato in Davide e nei profeti fu disonorato. Egli è colui che si incarnò nel seno della Vergine, fu appeso alla croce, fu sepolto nella terra e, risorgendo dai morti, salì alle altezze dei cieli. Egli è l’agnello che non apre bocca, egli è l’agnello ucciso, egli è nato da Maria, agnella senza macchia» (Melitone di Sardi, Omelia sulla Pasqua).

Rettifica: all’Opsa il 21 i ministri della comunione

Diversamente da quanto indicato in precedenza, la prima assemblea diocesana per i ministri straordinari della comunione si terrà all’Opsa sabato 21 maggio (9-12.30). Intervengono mons. Roberto Ravazzolo, docente di patrologia e direttore dell’Opsa, e don Gianandrea Di Donna.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)