“La carità nel tempo della fragilità” diventa un libro

Il progetto che ha coinvolto oltre 260 parrocchie durante la pandemia da Covid-19 viene narrato e rilanciato nel volume Con rara umanità

“La carità nel tempo della fragilità” diventa un libro

Tre anni dopo il suo concepimento e l’avvio a livello parrocchiale, il progetto “La carità nel tempo della fraternità”, che ha caratterizzato l’azione pastorale della Diocesi di Padova nel tempo della pandemia da Covid-19, diventa un libro intitolato Con rara umanità che la Diocesi di Padova ha presentato lo scorso 27 maggio al cinema teatro Aurora di Campodarsego. Dalle pagine di carta, riprende vita l’impegno di 263 parrocchie padovane che hanno preso sul serio l’intuizione del vescovo Claudio a creare un Sostegno sociale parrocchiale, un fondo per le persone che attraversavano un momento di fragilità proprio a causa della pandemia: a fronte di un euro per abitante versato dalla Diocesi grazie al contributo straordinario messo a disposizione dall’8 per mille, queste comunità lo hanno raddoppiato, coinvolgendo singoli e famiglie del territorio parrocchiale e, in uno stile di vicinato, attento a ogni situazione particolare, hanno aiutato chi si trovava in situazione di difficoltà. Gli 851 mila euro iniziali sono diventati 1 milione e 700 mila euro, e 57 parrocchie hanno anche dato vita a progetti di sostegno personalizzati in favore di 89 situazioni precise per chi sono stati stanziati altri 144 mila euro. Ma l’eredità di questo progetto, che promette di caratterizzare anche il futuro della nostra Chiesa, non si può descrivere solamente con i numeri.«Questo progetto ha rappresentato un ottimo esempio di come si possa unire la vita concreta con la nostra fede – ha detto il vescovo Claudio Cipolla alla presentazione, di fronte ad alcuni dei volontari che hanno curato l’esperienza nelle proprie parrocchie di provenienza – Due sfere che troppo spesso rimangono separate. “La carità nel tempo della fragilità” ha unito il pensiero e l’azione, la teologia e l’impegno diretto e ha messo in risalto come a contare in fondo sia la testimonianza. L’adesione del singolo a una causa e la sua adesione a una comunità generano un’energia che è possibile scambiarsi reciprocamente». Con rara umanità, dopo la prefazione del direttore di Caritas italiana don Marco Pagniello e la riflessione dello stesso vescovo Claudio, dà spazio all’intervento del direttore di Caritas Padova che, nella tavola rotonda con i sociologi Luigi Gui, Claudia Andreatta e Davide Girardi. Ha sottolineato come il progetto abbia suggerito ben tre ministeri, figure centrali per la vita comunitaria su cui anche il Sinodo diocesano sta riflettendo approfonditamente: «Serve un ministero per il sociale in ogni comunità cristiana – ha sottolineato Rampon – che risponde all’identità della comunità e del Dio incarnato. Un ministero dell’ascolto che va allargato a quante più persone possibile: nell’ascolto è già presente la solidarietà. Infine un ministero della fragilità, un’esperienza provata da tutti in differenti ambiti, e la pandemia ha diminuito il divario tra chi aiuta e chi chiede aiuto». Luigi Gui ha inquadrato “La carità nel tempo della fragilità” nel contesto sociale ed economico attuale: «Oggi viviamo il rischio di una divaricazione tra chi conquista l’agiatezza e chi arranca. Il ceto medio si assottiglia e conta su un welfare familiare in erosione, che si regge su quanto nonni e genitori hanno accumulato in passato mentre i 40enni di oggi faticano a produrre reddito: abbiamo una scorta destinata ad esaurirsi». Nel volume, disponibile per tutte le comunità della Diocesi presso la curia di via Dietro Duomo a Padova, anche una serie di storie di chi ha vissuto il progetto come volontario o come beneficiario: storie di rinascita, capaci di offrire uno sguardo di speranza verso il futuro.

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