La proposta è una vera “Revolution”

La proposta itinerante di spiritualità per giovanissimi sta riscuotendo ancora successo dopo cinque anni. Il prossimo appuntamento è a Thiene domenica 4 marzo.

La proposta è una vera “Revolution”

Si sta rivelando una vera e propria rivoluzione, la proposta spirituale a misura di giovanissimi che nel giro di cinque anni ha coinvolto, nella partecipazione, il 90 per cento dei vicariati della diocesi. Nato dalle domeniche di spiritualità, “Revolution” si presenta come il format ideale per questo tempo associativo. La proposta viaggia nei vicariati grazie a un’équipe diocesana di otto educatori, guidati dall’assistente don Stefano Manzardo.

«Facendoci conoscere e muovendoci per primi noi sul territorio – racconta Lorenzo Tecchio, membro dell’équipe diocesana – in un certo senso “autoinvitandoci” a casa degli altri, siamo riusciti davvero a incontrare tantissimi ragazzi». Sono più di 120, in media, gli issimi che partecipano all'incontro di “Revolution”, organizzato di volta in volta in una zona diversa della diocesi. Il 4 marzo, l'appuntamento è a Thiene.

Il tema affrontato per l’anno 2017-2018 è quello delle linee programmatiche, cioè la fraternità declinata in quattro ambiti: il dono di sé; la costruzione di unità; la dedizione e il prendersi cura dell’altro; l’essere fratelli di coloro che non contano.

«Ognuno di questi momenti si traduce in attività diverse – sottolinea Lorenzo Tecchio – Si alternano momenti di interazione a tempi di confronto e deserto. Per noi è importante che i ragazzi possano mettersi in gioco e costruire qualcosa, oltre a individuare un impegno concreto da vivere a casa e nella quotidianità. Un momento davvero sentito, introdotto da quest’anno all’interno della proposta, è la lavanda dei piedi: molti ragazzi scelgono di viverla da protagonisti, mettendosi a disposizione per lavare i piedi agli altri o per farseli lavare. È interessante anche toccare con mano come sia sempre molto diversa la risposta a “Revolution” da gruppo a gruppo. I ragazzi arrivano, in un certo senso, impauriti, perché non sanno cosa aspettarsi, ma poi ritornano di anno in anno».

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