Le nozze di Cana: il brano evangelico scelto per il Sinodo della diocesi di Padova. L’amore di Dio trasforma

Le nozze di Cana. È questo il brano evangelico scelto per accompagnare il cammino sinodale. È il fondamento del tipo di relazione che Dio desidera instaurare con l’umanità

Le nozze di Cana: il brano evangelico scelto per il Sinodo della diocesi di Padova. L’amore di Dio trasforma

Il brano evangelico che accompagna il cammino sinodale è quello delle nozze di Cana (Gv 2, 1-12), con particolare riferimento al versetto: «La madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”». È un brano altamente simbolico. Come capita spesso nei Vangeli, ci sono anche qui significati che vanno oltre il resoconto di un banchetto nuziale, e molti di questi sono sembrati adatti ad accompagnare il cammino del Sinodo diocesano.

1. È innanzitutto il primo “segno” (l’inizio dei segni, dice il Vangelo) con cui Gesù si rivela pubblicamente e dunque è il fondamento (archè) del tipo di relazione che Dio desidera instaurare con l’umanità: una relazione sponsale, di amore, di gioia. E la festa nuziale riassume questi sentimenti gioiosi, di festa rinnovata.

2. In secondo luogo, il ruolo che svolge la madre Maria al banchetto nuziale rimanda a quello della madre Chiesa. Maria, per senso pratico, per attenzione agli altri si accorge per prima dell’assenza del vino, che è simbolo di quella vita in comunione con Dio che è una festa. Maria simboleggia la Chiesa che invita ogni persona a fidarsi del Cristo: non risolve il problema da sola, non invita altri ad occuparsene, ma crea un’alleanza con il figlio. Invita a rivolgersi al figlio. Gesù è il rimedio alla mancanza di vitalità dell’esistenza, è qui per la felicità di ogni uomo e di ogni popolo e la Chiesa è a servizio, si mette a disposizione di questo desiderio del Signore Gesù di incontrare il suo popolo.

3. Nelle parole di Maria – «qualsiasi cosa vi dirà fatela» – c’è l’indicazione che la centralità è data alla Parola di Gesù. Maria ha già sperimentato con l’Annunciazione la centralità della Parola di Dio, è un invito e un suggerimento che nasce dalla sua esperienza, dal suo atteggiamento di fiducia e affidamento che la contraddistingue. In un contesto sociale e culturale in cui l’individuo pensa di sapere da solo qual è il proprio bene, la madre di Gesù propone un’alternativa rivoluzionaria: crede che quanto Dio vuole è il suo bene, confida che Dio dirà una parola capace di trasformare e trasfigurare una situazione fallimentare, chiusa, destinata alla sterilità. Il suo invito è poi molto concreto e pratico: fare ciò che dice Gesù, che non significa né ridurre la fede alle sole buone intenzioni, né tentare sempre un attivismo senza meditazione. Fare ciò che dice Gesù pone in atteggiamento di ascolto, per cogliere (a partire dai bisogni concreti), le domande più radicali dell’umanità, i bisogni più profondi e inespressi.

4. Ritroviamo poi la constatazione di una mancanza («non hanno vino»), anzi: tutto parte dalla constatazione di una mancanza, da un’idea di incompletezza, da un bisogno. Questa mancanza diventa l’occasione per il Signore di una risposta eccedente. Di fronte alle necessità dell’umanità che si ritrova “senza”, bisognosa, mancante di entusiasmo e di festa, il Signore risponde con abbondanza e pienezza d’amore.

5. C’è infine l’elemento trasformativo: l’acqua viene trasformata in vino, a rappresentare la sovrabbondanza del dono del Signore, che si manifesta in modo sorprendente, che non si limita a risolvere un problema, ma che esagera nella risposta d’amore. Per altro la trasformazione non è raccontata, si capisce solo dalle parole di stupore che ne conseguono, perché ciò che è accaduto è di una qualità straordinaria: il vino è più buono, la trasformazione è stata migliorativa. L’amore del Signore trasforma la vita e rinnova il mondo, la sua presenza è operante e opera incessantemente. La trasformazione è dunque da una religiosità annacquata a una religiosità che ha il sapore della festa, della gioia, dell’abbondanza straripante.

don Andrea Albertin
Biblista

L’immagine

«Un aspetto che mi tocca particolarmente nel brano evangelico delle nozze di Cana è il dialogo tra Maria e Gesù – spiega Elisabetta Benfatto, autrice dell’immagine che accompagna il Sinodo diocesano – la madre mostra al figlio la mancanza del vino e implicitamente lo invita ad agire; il Figlio risponde – per come lo immagino – con un tono molto
umano, tipicamente filiale, quasi sbuffando eppure assecondando la madre. Lo scambio tra i due è vicino alla mia
stessa esperienza, mi fa sorridere e commuovere insieme: è un momento intimo, vero. Da qui, l’idea di rappresentare
le due figure accostate, ancora meglio sovrapposte, mescolate. Mescolate come l’acqua e il vino, nel passaggio
della trasformazione». La composizione del disegno «doveva essere tanto decisa e potente quanto dinamica: un triangolo. Mi è sembrato importante che tutto fosse in movimento: Maria e Gesù nella loro geometria ascendente; i
servi nel gesto graduale del versare; l’acqua nel mutarsi in vino e inondare, allargandosi in cerchi, tutto il pavimento; gli invitati in una danza irresistibile. Il vino ancora misto all’acqua, ancora in divenire, pur versato da un recipiente, mi
faceva pensare a una fonte: perciò il suo scorrere è abbondante, un’inondazione. L’espressione che volevo evocare, e che è emersa nel corso del lavoro, è inondazione di gioia. Ho scelto uno stile non realistico perché volevo rappresentare le emozioni e le idee fin qui descritte, e un disegno stilizzato, se per un verso rinuncia al naturalismo, per un altro permette di dare una forma a ciò che è immateriale».

Il glossario del Sinodo

Sinodo diocesano della Chiesa di Padova
Percorso di discernimento che aiuterà la Diocesi di Padova a ripensarsi come Chiesa missionaria.

Commissione preparatoria
Gruppo/équipe di circa 60 persone, laici e consacrati, rappresentative del territorio e della vita della Chiesa, chiamate per scegliere i temi sui quali lavorerà il Sinodo.

Assemblea sinodale
L’assemblea, rappresentativa dell’intero popolo di Dio (laici, religiosi/e, diaconi, presbiteri…), di circa 400 persone scelte per dare compimento al processo di discernimento.

Presidenza del Sinodo
Ha il compito di aiutare il vescovo alla guida del processo sinodale.

Segreteria del Sinodo
Ha il compito di coordinare le dinamiche e le attività, garantendo il buon esito del processo sinodale.

Processo
Letteralmente “camminare avanti”, è quell’insieme di attività che, muovendo da una situazione di partenza, permette
di perseguire un determinato risultato finale. Il processo privilegia azioni e dinamismi capaci di generare cambiamenti durevoli e significativi, attraverso il coinvolgimento di molti soggetti. Costitutivo del processo non è la risoluzione dei problemi ma l’aver davanti una visione che appassiona e attira, dando spazio a sperimentazioni e a un apprendimento cooperativo.

Discernimento
Un metodo e un’arte spirituale che ci permette di interrogare la realtà alla luce del Signore e del Vangelo. Riconosciamo la presenza del Signore e la Sua azione nel mondo, interpretandola nell’ottica di un cambiamento necessario.

Gruppi di discernimento sinodale
Piccoli gruppi (7-12 persone) che, accompagnati da un moderatore, sono chiamati a confrontarsi su uno dei temi del Sinodo diocesano. Si incontreranno nei mesi da ottobre a dicembre 2022, lavorando per tre incontri su tracce predisposte dalla Diocesi. I Gruppi di discernimento sinodale lavorano su uno dei temi del Sinodo, con uno stile orientato all’ascolto e allo scambio fraterno. Il significato dell’esperienza ha al centro il discernimento comunitario, che ruota attorno alla domanda: cosa vuole il Signore dalla Chiesa di Padova? Tutti i battezzati sono invitati ad aderire ai Gruppi di discernimento.

Moderatore dei gruppi
Persona accogliente e capace di ascolto, in grado di far star bene gli altri e di creare un dialogo aperto e sincero, con un’intensità di vita spirituale e di spirito ecclesiale. Conduce e accompagna i lavori del Gruppo di discernimento sinodale.

Temi del Sinodo
Sono il frutto del percorso della Commissione preparatoria, che dopo un cammino formativo e dopo aver letto le voci di
moltissime persone che, in Diocesi, hanno partecipato agli Spazi di dialogo, ha individuato 14 tematiche che sono emerse con forza nel contesto sociale, culturale e spirituale che caratterizza il nostro tempo. Sono oggetto di discernimento nel percorso sinodale.

Strumento di lavoro (Instrumentum laboris)
È lo strumento di lavoro dei Gruppi di discernimento e dell’Assemblea sinodale. Contiene i 14 temi del Sinodo diocesano, accompagnati da strumenti e materiali per la riflessione e l’approfondimento.

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