Lettori e accoliti. Donne e uomini a servizio

Lettori e accoliti sono ministri stabili oggi non più collegati alla formazione del clero e soprattutto aperti alle donne. Ne parla un libro appena pubblicato

Lettori e accoliti. Donne e uomini a servizio

È accaduto pochi giorni fa, nella diocesi di Palermo, per la prima volta nella storia della Chiesa italiana: undici donne sono state istituite lettrici e accolite dal vescovo Lorefice. È bastato un tratto di penna – è proprio il caso di dirlo – a renderlo possibile. Con il motu proprio Spiritus Domini, il 21 gennaio 2021 papa Francesco ha cancellato tre parole dal canone 230 §1 del Codice di diritto canonico: «di sesso maschile». Ora si legge: «I laici che abbiano l’età e le doti determinate con decreto dalla Conferenza Episcopale, possono essere assunti stabilmente, mediante il rito liturgico stabilito, ai ministeri di lettori e di accoliti». A volte basta poco per promuovere il cambiamento. Già da un punto di vista simbolico, l’operazione ha un significato enorme in riferimento al riconoscimento del ruolo della donna nella Chiesa. La riforma voluta dal papa raggiunge anche un altro importante risultato, quello di sganciare i due ministeri dal percorso di formazione dei candidati al sacramento dell’ordine. Paolo VI, con Ministeria quaedam nel 1972, aveva riconosciuto in lettori e accoliti due ministeri conferibili ai laici, ma di fatto nel tempo erano stati “ridotti” a tappe del cammino dei futuri ministri ordinati. Con la modifica al canone 230 si offre l’opportunità di riscoprire e valorizzare il dono e la chiamata ricevuti da tutti i cristiani nel battesimo. Con questo sacramento, infatti, partecipiamo al sacerdozio di Cristo e alla sua missione regale e profetica. Ogni battezzato è chiamato a contribuire all’edificazione della Chiesa che è tutta ministeriale, secondo una varietà di carismi, ministeri, attività (Cfr. 1Cor 12,4-6). Ma chi è e cosa fa un lettore istituito? In cosa si distingue dai fedeli che comunemente proclamano la Parola di Dio nella liturgia? E l’accolito in che rapporto sta con il chierichetto e il ministro straordinario della comunione? Provocati da queste e altre domande, si sono confrontati per un anno una decina di teologi, laici e presbiteri, uomini e donne di diverse competenze ed esperienze pastorali.

Ne è nato un corso che si è svolto online promosso da Istituto superiore di scienze religiose della Toscana e associazione “Antiochia Teologia per”. Il gruppo di lavoro ha pubblicato il libro Servire la Parola, servire la comunione (vedi box a lato). Oltre a recuperare i fondamenti storici, scritturistici e teologici dei due ministeri, il testo offre riflessioni di carattere pastorale e materiali utili alla formazione. Lettorato e accolitato sono servizi ecclesiali stabili e permanenti, conferiti dal vescovo attraverso un rito di istituzione. Compito del lettore è fin dall’antichità la proclamazione comunitaria delle Scritture, ma il suo legame con la Parola di Dio lo porta a mettersi al servizio del dialogo tra Dio e il suo popolo in molti altri modi. L’accolito è a servizio del corpo eucaristico, ma dall’altare si allarga al servizio del corpo ecclesiale, testimoniando la carità ai fratelli e alle sorelle. A essi si aggiunge il ministero del catechista, istituito dal papa un anno fa, che merita delle considerazioni a parte. Sui ministeri istituiti presto sarà pubblicata una nota pastorale approvata ad experimentum dalla Cei per il prossimo triennio, per orientare la prassi concreta. Palermo ha rotto il ghiaccio, altre diocesi si stanno muovendo e anche la Chiesa di Padova è pronta a lavorarci nel cantiere sinodale. 

Il libro
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Servire la Parola, servire la comunione è il titolo del volume delle Edizioni Messaggero Padova scritto da Anna Morena Badacci, Sebastiano Bertin, Alberto dal Maso, Luca Mazzinghi, Serena Noceti, Matteo Ometto, Assunta Steccanella e Nadia Toschi.

Matteo Ometto
Facoltà Teologica del Triveneto

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