Lo stemma e il motto episcopale di mons. Giuseppe Alberti

LO STEMMA. L’Agnus Dei, simbolo dell’innocenza e della mansuetudine, trova in Cristo il suo pieno compimento. Il Signore è l’Agnello immolato che dona la vita per i fratelli, modello di dono e di servizio che “ama sino alla fine”. È l’Agnello pasquale che reca i segni della vittoria della Risurrezione.

Lo stemma e il motto episcopale di mons. Giuseppe Alberti

La conchiglia è segno del dono battesimale che attraverso l’acqua infonde vita nuova a chi la riceve con la apertura della fede. Ricorda anche la prima evangelizzazione che sempre è chiamata a rinnovarsi in contesti di cambiamento come nuovo annuncio del Vangelo che libera e salva.

Il mastio e la palma, congiunti esprimono la realtà diocesana che unisce Oppido a Palmi. Più profondamente la torre esprime la forza di Dio che infonde stabilità e fermezza, difende e dona coraggio. La palma è sinonimo di vittoria, di rigenerazione e di immortalità.

La stella rappresenta la figura di Maria che appare come segno luminoso nel cielo del mattino, aurora di speranza per la Chiesa in cammino. Le otto punte alludono alla pienezza che è Cristo risorto nell’orizzonte dell’umanità, modello di vita nella ‘magna carta’ delle beatitudini evangeliche.

La croce unisce e sintetizza la simbologia araldica che trova nella Pasqua il suo inizio e il suo fine, il principio della creazione, compimento della storia.

IL MOTTO. È uno dei versetti finali del Vangelo di Matteo (28,19-20): “Euntes ergo, Ego vobiscum sum” – “Andate dunque, Io sono con voi

(Stemma a cura di Enzo Parrino e Giorgio Aldrighetti)

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Fonte: Comunicato stampa