Medici con l’Africa Cuamm incontra papa Francesco. «Essere con l’Africa prima ancora di essere per l’Africa»

Medici con l’Africa Cuamm. L’abbraccio a papa Francesco in occasione dell’Annual meeting del 70° dalla nascita dell’organizzazione

Medici con l’Africa Cuamm incontra papa Francesco. «Essere con l’Africa prima ancora di essere per l’Africa»

«La salute è un bene primario, come il pane, come l’acqua, come la casa, come il lavoro. Voi vi impegnate perché non manchi il pane quotidiano a tanti fratelli e sorelle che oggi, nel ventunesimo secolo, non hanno accesso a un’assistenza sanitaria normale, di base. È vergognoso che l’umanità non sia capace di risolvere questo ma è capace di portare avanti l’industria delle armi. Oggi, si spendono miliardi per le armi, o si bruciano altre enormi risorse nell’industria dell’effimero e dell’evasione». È questo uno dei passaggi chiesa dell’intervento di papa Francesco, che sabato 19 novembre ha accolto in udienza, nell’Aula Paolo VI, i 4 mila partecipanti all’Annual meeting di Medici con l’Africa Cuamm. Il papa ha anche ripercorso i 70 anni di storia dell’organizzazione nata a Padova dall’intesa del vescovo Girolamo Bortignon e del prof. Francesco Canova, sottolineando come all’origine di quello che rappresenta il Cuamm oggi c’è la scelta di creare un collegio universitario per ospitare studenti di medicina africani: «Già da qui si vede lo stile vostro: essere con l’Africa, prima ancora di essere per l’Africa. Questo è un atteggiamento buono perché c’è nell’immaginario collettivo l’atteggiamento brutto che l’Africa va sfruttata. Il vostro no, è essere con l’Africa. Così essere con l’Africa e per l’Africa». All’arrivo del pontefice nella sala vaticana è stato il vescovo Claudio Cipolla, presidente di Medici con l’Africa, a rivolgergli il primo saluto: «Il Cuamm è una realtà espressione del laicato missionario, una storia fatta di tante storie, che dal 1950 si sono susseguite dandole corpo e anima, “con”: la preposizione adoperata anche da Gesù, “il Dio con noi”. Per il Cuamm è essenziale non essere “per” l’altro ma con l’altro. In tanti Paesi africani ci sono ospedali e dispensari deboli, fragili, incapaci di dare risposte sanitarie dignitose alla propria gente. Sono pochi i medici e gli infermieri formati (in Sud Sudan c’è una ostetrica ogni 20 mila mamme che partoriscono). Il Cuamm affronta queste sfide con le Chiese e i Governi locali, insieme, nella logica della condivisione e della responsabilità reciproca».

Nella seconda parte della mattinata, il direttore don Dante Carraro ha raccontato come l’Africa stia tornando indietro, a causa della pandemia e della guerra, fino alle speculazioni energetiche: «Tutto questo pesa in modo drammatico. Qui noi facciamo fatica, ma in Africa pesa ancora di più, basti pensare che un paio di guanti in lattice, di quelli che si usano in ospedale, in Etiopia a inizio anno costavano cinque centesimi mentre ora costano un euro! E così tutto il costo della vita è aumentato a dismisura. Ma come Cuamm, il nostro compito è quello di guardare avanti con fiducia». Il responsabile dei progetti Cuamm Fabio Manenti ha fornito i dati del progetto “Prima le mamme e i bambini. Persone e competenze”: se l’obiettivo generale è di rendere sicuri 500 mila parti, nel primo anno l’ong padovana ne ha già seguiti 93 mila, ma solo una donna su due partorisce in ospedale: il lavoro che resta da fare è ancora molto. «Le risorse umane sono il patrimonio più importante per il Cuamm e per l’Africa – ha spiegato infine Giovanni Putoto, responsabile della Programmazione del Cuamm – L’investimento in formazione va fatto a tutti i livelli, dagli ospedali alle scuole fino alle università che formano medici, specialisti e manager, come nel caso del Master di alto livello avviato in Mozambico, con la collaborazione dell’Università di Padova, quella di Maputo e quella Beira».

La testimonianza della giovane specializzanda

«Quello che ti insegna l’Africa è essere un medico, una voce di conforto, essere umile e forte ed essere con i pazienti prima di fare per i pazienti», così Valentina Iacobelli, specializzanda, con esperienza in Uganda.

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