Mese del seminario. Tempo di contagio vocazionale

«Non è stato facile, nei mesi scorsi, accompagnare i giovani nel discernimento, ma preti ed educatori non si sono mai arresi. E il nuovo anno pastorale? Sarà una sfida». Messe in campo proposte per adolescenti, giovani, comunità

Mese del seminario. Tempo di contagio vocazionale

Il nuovo anno pastorale inizia segnato ancora dal Covid-19: non sarà facile, nei prossimi mesi, fare i conti con la precarietà messa in risalto dalla pandemia, destreggiarsi tra le tante normative previste ma soprattutto affrontare in modo costruttivo l’incertezza “liquida” seminata da questa situazione. Sarà una sfida anche sul versante della pastorale vocazionale, ma nella consapevolezza che un vero ascolto delle domande smosse da questo tempo sarà per tanti giovani un percorso quanto mai utile alla scoperta della vita come risposta quotidiana al Signore.

In questi mesi non è stato semplice promuovere la cura della pastorale vocazionale e accompagnare i giovani nel discernimento: è impegnativo stare di fronte agli interrogativi sulla vita, sulla direzione da dare ai propri sentimenti e alle proprie energie e senza l’incontro personale con una guida o con un gruppo si corre il rischio di tralasciare la cura di questa dimensione. Tanti preti ed educatori, tuttavia, non hanno smesso di farsi attenti al cammino di crescita dei giovani e dei ragazzi, di dialogare personalmente, di metterli in contatto con altri e di indicare loro nuovi percorsi per trovare le risposte cercate. In questo senso sono state tre belle sorprese il “Grestone” e il camposcuola vocazionale per gli adolescenti delle superiori, come pure il camposcuola dei giovani sulle orme di don Tonino Bello in Puglia, autentico percorso di scoperta di un testimone e di intensa fraternità, ma soprattutto un’occasione per interrogarsi profondamente sul proprio posto nella Chiesa e nel mondo insieme al Signore.

Personalmente, grazie anche a queste esperienze, all’itinerario del Gruppo vocazionale diocesano e ad alcune proposte dell’ufficio di Pastorale dei giovani, in questi mesi ho potuto incontrare diversi giovani, ascoltare le riflessioni frutto di questi tempi inediti ma soprattutto gli interrogativi sottostanti, autentiche feritoie che ora chiedono di non essere chiuse e di ricevere ancora, nei percorsi parrocchiali e nel dialogo personale, la luce della Parola del Signore.
Questo tempo ci sta mettendo alla prova: talvolta ci vede grintosi e creativi, altre più rinunciatari. Anche in questo periodo, tuttavia, penso possano valere per noi le parole dell’apostolo Paolo a Timoteo: «Annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno». In questi mesi abbiamo tutti cercato diversi modi per condividere il cammino con le nostre comunità, come pure con i giovani del Gruppo vocazionale o di altri percorsi diocesani. Ora, nel rispetto delle normative vigenti e con sapiente creatività, penso ci sia chiesto di continuare a farci accanto ai ragazzi e ai giovani e intessere dei dialoghi cordiali così da incoraggiarli ad aprirsi e condividere il proprio vissuto, offrire il proprio ascolto e la propria esperienza, ascoltare insieme la Scrittura, mettere in evidenza i segni vocazionali, magari anche quelli di una chiamata presbiterale e offrire la possibilità di un accompagnamento personale.

Questo momento, seppure possa sembrare inopportuno per tanti aspetti, è quanto mai opportuno per annunciare il Vangelo della vocazione, anche della vocazione presbiterale. Sono davanti ai nostri occhi le tante fragilità delle parrocchie e di numerose famiglie, il disorientamento di tanti credenti che hanno bisogno di riscoprire la fede e la bellezza di essere comunità e, come in ogni altro tempo, siamo certi che il Signore stia suscitando servi della Parola, testimoni che esprimano la sua cura paterna, il suo essere pastore ricco di premura.

Come ufficio diocesano di Pastorale delle vocazioni non mancheranno nel prossimo periodo le proposte, non solo per gli adolescenti e i giovani ma anche per le comunità, perché possa crescere una cultura vocazionale libera da pregiudizi e schemi riduttivi. Nella speranza non giungano ulteriori limitazioni, ripartiranno il Gruppo vocazionale diocesano per i giovani e gli itinerari vocazionali per gli adolescenti e, sulla scia di un tavolo di lavoro avviato insieme al vescovo Claudio, saranno proposti nei mesi di ottobre e novembre tre incontri in video utili per approfondire e rilanciare la dimensione pastorale nella vita comunitaria. Non mancheranno la Scuola di preghiera per i giovani in seminario maggiore e per gli adolescenti al Minore e un nuovo percorso sulla parola di Dio, una Scuola della Parola per giovani. Queste ultime e altre attività si svolgeranno negli ambienti dei seminari maggiore e minore e di Casa Sant’Andrea. Crediamo che questi luoghi, ricchi della presenza di ragazzi e giovani, possano essere un autentico stimolo vocazionale per tutti i giovani: nello stare accanto a un seminarista o a un giovane in cammino vocazionale non c’è da avere alcuna paura di contagio, se non quello di un sano incoraggiamento a prendere seriamente in mano la propria vita per poi affidarla al Signore «la cui volontà può essere anche la nostra» (cfr Gregorio Barbarigo).

Al via il nuovo anno a Casa Sant’Andrea

Con i suoi 28 anni di storia, riprende la vita della comunità vocazionale del seminario maggiore, Casa Sant’Andrea. I tre giovani che hanno vissuto questa esperienza lo scorso anno inizieranno nelle prossime settimane il cammino al Maggiore: ne arriveranno altri, anche della Diocesi di Belluno-Feltre, per iniziare l’itinerario con alcuni giorni insieme nella canonica di Colle Santa Lucia (Belluno).

L’anno sarà anno caratterizzato da diversi itinerari formativi utili a conoscere la vocazione del prete diocesano e a proseguire il discernimento vocazionale, anche condividendo dei percorsi con altri giovani.

Forti della spinta formativa arrivata dal lockdown di quest’anno, la comunità sospenderà il rientro in famiglia e in parrocchia nei mesi di novembre e marzo, così da coltivare con più calma la quotidianità e alcuni momenti formativi. Previo colloquio con il direttore, la casa accoglie lungo l’anno quei giovani che desiderano condividere la vita comunitaria e darsi un tempo di riflessione vocazionale.

Al via il nuovo anno a Casa Sant’Andrea
giornata-seminario-2020

Con i suoi 28 anni di storia, riprende la vita della comunità vocazionale del seminario maggiore, Casa Sant’Andrea. I tre giovani che hanno vissuto questa esperienza lo scorso anno inizieranno nelle prossime settimane il cammino al Maggiore: ne arriveranno altri, anche della Diocesi di Belluno-Feltre, per iniziare l’itinerario con alcuni giorni insieme nella canonica di Colle Santa Lucia (Belluno).

L’anno sarà anno caratterizzato da diversi itinerari formativi utili a conoscere la vocazione del prete diocesano e a proseguire il discernimento vocazionale, anche condividendo dei percorsi con altri giovani.

Forti della spinta formativa arrivata dal lockdown di quest’anno, la comunità sospenderà il rientro in famiglia e in parrocchia nei mesi di novembre e marzo, così da coltivare con più calma la quotidianità e alcuni momenti formativi. Previo colloquio con il direttore, la casa accoglie lungo l’anno quei giovani che desiderano condividere la vita comunitaria e darsi un tempo di riflessione vocazionale.

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