Mons. Gian Luca Perici sarà nunzio apostolico in Zambia e Malawi. L’arcivescovo da Cittadella

Mons. Gian Luca Perici sarà nunzio apostolico in Zambia e Malawi. L’annuncio è stato dato lunedì scorso nella sua città di origine

Mons. Gian Luca Perici sarà nunzio apostolico in Zambia e Malawi. L’arcivescovo da Cittadella

Avrebbe dovuto svolgersi tutto a Lisbona, ma per un gioco del destino (o qualcosa di più?) al centro della notizia è finito il Duomo di Cittadella. Per la prima volta negli ottocento anni di vita della città un suo figlio, mons. Gian Luca Perici, viene nominato dal papa arcivescovo e nunzio apostolico e l’annuncio è stato dato proprio nei locali della parrocchia di San Donato alle 12 precise di lunedì scorso, 5 giugno, in contemporanea alla Città del Vaticano, a Velletri (diocesi nella quale mons. Perici è in cardinato) e alla stessa capitale lusitana. Il nuovo nunzio in Zambia e Malawi si trovava nella città murata per ragioni familiari e non ha potuto tornare in Portogallo, dove ricopre l’incarico di consigliere di nunziatura, a causa di un banale sciopero aereo. Così l’«amata Diocesi di Padova», come l’ha definita mons Perici nel suo discorso di saluto, si è stretta attorno a lui attraverso il vicario generale mons. Giuliano Zatti, l’arciprete di Cittadella don Luca Moretti (che ha letto l’annuncio della Santa Sede) e gli altri presbiteri e diaconi del vicariato presenti all’annuncio Mons. Perici è nato a Bassano del Grappa il 17 settembre 1964 e ha ricevuto il sacramento dell’ordine nella cattedrale di San Clemente a Velletri (Roma) nel 1991. Dal 1985 al 2001 ha svolto la sua considerevole carriera accademica ottenendo la licenza in liturgia al Pontificio istituto liturgico Sant’Anselmo di Roma e il dottorato in diritto canonico alla Pontificia università di San Tommaso d’Aquino, sempre a Roma. A Velletri ha svolto i suoi anni di ministero sacerdotale e, dopo aver frequentato la Pontificia accademia ecclesiastica, ha alternato i servizi di segretario o consigliere di nunziatura, a partire dal 2001, tra Messico, Haiti, Malta, Angola, Brasile, Svezia, Spagna e infine Portogallo. «Desidero, prima di tutto, ringraziare Dio per il dono incommensurabile, che mi ha fatto, nel volermi annoverare tra i successori degli Apostoli attraverso la prossima consacrazione episcopale – sono state le prime parole di mons. Perici – e con il Signore ringrazio papa Francesco per la fiducia che ancora una volta vuole accordare alla mia persona chiamandomi a rappresentarlo come suo ambasciatore nelle repubbliche di Zambia e Malawi». Tra i presenti, il sottosegretario all’economia Massimo Bitonci, compagno di studi del nuovo nunzio, il consigliere regionale Giuseppe Pan e il sindaco di Cittadella Luca Pierobon, oltre alle autorità civili e religiose della vicina San Pietro in Gù, paese di residenza di mons. Perici. Il forte legame con Cittadella è emerso chiaramente quando il nuovo arcivescovo ha spiegato il suo stemma: «Ho voluto che fossero rappresentati simboli che significassero qualcosa per la mia vita: Cittadella, la città murata (nel primo campo dello stemma), paese dove sono nato e cresciuto, la colomba della pace (al centro dello stemma), che simbolizza il nunzio apostolico quale messaggero di pace e giustizia nei Paesi dove svolge il suo ministero e infine (nella parte inferiore) l’ancora simbolo del martirio di san Clemente I, papa e martire, patrono di Velletri e della cattedrale dove ho svolto i miei primi otto anni di sacerdozio». Come accade nel caso dei nunzi apostolici, l’indicazione della Diocesi di cui mons. Perici è arcivescovo ricade su una delle sedi soppresse, la sua scelta è ricaduta su Bolsena, nell’alto Lazio, «grande testimone di un famosissimo miracolo eucaristico. Come sacerdote non potevo essere più contento».

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