Multisala Pio X, giù il sipario su una storia lunga 65 anni

Il “cinema diocesano” ha interrotto le proiezioni domenica 2 ottobre. Pubblico in calo, bollette triplicate hanno precluso il futuro dell’ultima sala del centro di Padova. Don Celi: «Ci sta a cuore la situazione dei dipendenti»

Multisala Pio X, giù il sipario su una storia lunga 65 anni

Domenica 2 ottobre, il Multisala Pio X che la Diocesi di Padova ha gestito e animato dal 1957 in via Bonporti, a due passi dalla Cattedrale, ha abbassato la saracinesca per l’ultima volta. Si chiude così la seconda vita del “cinema diocesano” dopo che esattamente vent’anni fa, il 30 settembre 2002, era stato riaperto in seguito a una profonda ristrutturazione che aveva dato vita alle tre sale attuali (Petrarca con 556 posti, Giotto con 99 posti e Donatello con 84 posti). Già allora, La Difesa titolava “Tre sale, una scommessa” sottolineando come i dati del pubblico e la chiusura di altre sale cinematografiche non facessero intravvedere un futuro roseo. La decisione, non più rimandabile, è stata presa con profondo rammarico dagli uffici diocesani competenti e dal consiglio di amministrazione del Centro padovano delle comunicazioni sociali, titolare dell’attività cinematografica. «Si tratta di passaggi particolarmente dolorosi – commenta don Lorenzo Celi, nuovo vicario episcopale per i beni temporali della Chiesa – dettati dall’insostenibilità economica di questa iniziativa. Da tempo la situazione si era fatta complessa, ragion per cui la Diocesi aveva cercato il sostegno da parte di enti pubblici e realtà del terzo settore, ma alla fine abbiamo dovuto prendere atto delle circostanze».

Appena si è sparsa la notizia, sui social media si sono moltiplicati commenti di stupore e di dispiacere per la perdita di un presidio culturale di spessore, di fatto l’ultimo cinema rimasto in pieno centro storico a Padova. «La presenza della Chiesa per secoli è stata ampia e ramificata in moltissimi ambiti della vita sociale – riprende don Celi – In molti casi, la Chiesa ha anche sopperito alle assenze delle istituzioni, finché i pubblici servizi non si sono sviluppati: basti pensare al versante della salute o della lotta alla povertà. Oggi affrontiamo un periodo storico differente, con una contrazione di
risorse tale da indurci a scelte strategiche anche dolorose, come questa, rinunciando a mezzi non più alla nostra portata, utilizzando al meglio gli strumenti che ancora riusiamo a sostenere ed esplorando nuove vie per continuare a contribuire all’offerta culturale della città». Il Multisala Pio X, pur cessando le proiezioni, rimane attivo. Per tutto
il semestre appena partito l’Università di Padova continuerà a tenere qui alcuni corsi e allo stesso modo continueranno a svolgersi nelle sale alcuni appuntamenti culturali da sempre in calendario. Sulla scelta di spegnere i proiettori
hanno pesato la riduzione a un terzo del pubblico e il lievitare a tre volte tanto delle utenze, per effetto di pandemia e speculazioni sul mercato energetico dopo l’invasione dell’Ucraina. «Ci sta a cuore la situazione dei cinque dipendenti del cinema – conclude don Celi – che abbiamo già incontrato personalmente. Con loro stiamo valutando alcune possibilità di impiego in altre realtà diocesane».

Cucine popolari: convegno martedì 18

È dedicato al “Diritto alla salute delle persone senza dimora” il convegno che si terrà martedì 18, dalle 15.30 alle 18.30, nell’aula magna dell’abbazia di Santa Giustina (in via Ferrari 2). L’incontro, promosso dall’Ordine dei medici di Padova, si inserisce nell’ambito degli eventi organizzati dalla Fondazione Nervo Pasini e dalla Diocesi di Padova per
il 140° delle Cucine economiche popolari. I saluti istituzionali saranno introdotti dal vescovo Claudio Cipolla. Le attività delle Cucine e l’esperienza sanitaria saranno illustrate da Luca Marabese e Giuseppe Realdi. Patrizia Pontisso parlerà dell’esperienza di formazione svolta alle Cucine. L’avvocato di strada Marco Paggi inquadrerà il tema nel suo contesto normativo. Seguiranno gli interventi delle psicologhe e psicoterapeute Maria Luisa Pontelli e Valentina Zambon e di Filippo Boscia, presidente nazionale dell’Associazione medici cattolici italiani. Le conclusioni saranno tratte da don Luca
Facco, presidente della Fondazione Nervo Pasini. Alle 18.30, messa presieduta dal vescovo. Prenotazione su fondazionenervopasini.it

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)