Ordinazione Episcopale. I saluti finali di S. E Mons. Giuseppe Alberti

 Carissimi sorelle e fratelli, alla conclusione di questa intensa celebrazione vi chiedo ancora qualche attimo di ascolto…

Ordinazione Episcopale. I saluti finali di S. E Mons. Giuseppe Alberti

«Andate dunque… Io sono con voi» (Mt 28,19-20), è il motto che accompagna lo stemma episcopale che ho elaborato in occasione della mia ordinazione. Indica una strada, promette una presenza. Qui c’è tutta la mia vita. Non è la prima volta che parto, ma sento che il Signore è sempre stato con me, e io ho cercato di stare con Lui, con slanci e limiti. A volte mi ha preceduto, aprendo nuove strade; altre volte mi è stato accanto per darmi forza nel cammino, sempre ho percepito la sua cura amorevole, fatta di vicinanza e pazienza. Per questo ripeto ancora una volta con il Salmo: «Ti lodo, Signore, con tutto il cuore e do gloria al tuo nome perché sei buono e grande nell’amore» (Salmo 85).

Il mio saluto va anzitutto alla Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, rappresentata in modo così significativo in questa celebrazione, assieme a gran parte della Conferenza Episcopale Calabra, (in particolare ringrazio per le parole rivoltemi dal Presidente della CEC, Mons. Fortunato Morrone). Interpreto la numerosa presenza dei preti e dei diaconi assieme a Mons. Francesco Milito, con i laici e le religiose, un segno forte di una Chiesa disposta a camminare con il suo pastore perché ci sia “vita abbondante per tutti” (cfr. Gv 10,10). Sento che il popolo di Dio di questa terra promessa è già in viaggio nei passi della fede e desidera condividere con me la gioia del Vangelo, trovare percorsi di giustizia nel bene, alimentare la speranza nelle tribolazioni. Molti segni di accoglienza, di parole e di gesti, che mi sono stati donati, mi stanno confermando tutto ciò. Ho accolto la richiesta del Santo Padre come una nuova chiamata a venire tra voi e mi affido ancora una volta alla vostra preghiera e intercessione.

Le mie parole diventano un grazie necessario per tante persone che mi hanno accompagnato e guidato sin qui. Alla mia famiglia che chi ma insegnato a vivere la vita, con il sacrificio quotidiano, con una carità attenta e concreta, con una fede semplice e solida, alimentata nel contesto della comunità parrocchiale di Santa Croce, realtà piccola ma viva, che ha donato più di qualche vocazione, tra cui lo zio don Francesco. E poi l’esperienza formativa del Seminario, Minore e Maggiore, un lungo tempo di gestazione della mia vocazione, con il ricordo di tanti volti e momenti, esperienze e incontri. Esempi di tanti preti dedicati totalmente al ministero (superiori e formatori, assistenti e insegnanti, parroci, tra cui don Ottavio), compagni di strada con cui si è cresciuti insieme, non ultimi i miei compagni di classe, con cui, nonostante le ricche diversità, si è cercato sempre un aiuto e un sostegno fraterno.

 

«Andate dunque. Io sono con voi». Il primo mandato nella parrocchia di Montagnana nel condividere l’entusiasmo del dono degli anni giovanili, il primo amore pastorale che non si dimentica; e poi la stimolante sfida educativa in Seminario Minore come assistente del Liceo, chiamato ad accompagnare il discernimento verso il “sì” dei giovani seminaristi verso il sacerdozio ministeriale, imparando il lavoro in equipe con gli altri formatori e la passione pedagogica che fa parte integrante della proposta della fede. Quindi l’invio ancora più forte nella missione in Ecuador dove il respiro della Chiesa si fa universale e lo sguardo diventa cattolico, con un atteggiamento inclusivo che non lascia fuori niente e nessuno. Mi dà gioia vedere la presenza di alcuni preti della diocesi di Tulcán con i quali abbiamo lavorato insieme per 11 anni, in seminario e in pastorale. La loro presenza ci ricorda che è la missione a fare la Chiesa e ciò che si dona si riceve moltiplicato il 100 per uno. Un grazie per essere partiti da così lontano e per essere qua oggi.

Sono riconoscente per la presenza di amicizia e di preghiera che vedo dalle parrocchie di Villafranca Padovana, di Taggì di Sopra e Taggì di Sotto, di Ronchi, di Busiago e di tutto il Vicariato di Limena; dalla parrocchia di Solesino e del Vicariato di Monselice. La mente e il cuore vanno ai sacerdoti e laici con cui ho condiviso tanti percorsi di crescita umana e cristiana, a collaboratori e amici che mi hanno insegnato il gusto del lavoro generoso e gratuito, la fedeltà a Dio e ai fratelli, la gioia di portare agli altri il tesoro più prezioso che abbiamo in comune: il Signore Gesù e il suo Vangelo. In particolare saluto i Consigli Pastorali di Villafranca e Solesino, cuori pulsanti di comunità cristiane che si allenano a pensare e pregare, a discernere e decidere insieme, che si giocano la testimonianza evangelica sul campo, nel volersi bene gli uni gli altri, in una vera fraternità, come Lui, il Signore e il Maestro, ci ha insegnato (cfr. Gv 15,12).

 

«Andate dunque. Io sono con voi». A questo punto sento un grande debito di riconoscenza verso la Chiesa di Padova, che mi ha visto nascere e crescere nella fede e che da trentatre anni sto servendo da presbitero. La scelta sinodale è il naturale sbocco di una Chiesa-Comunione che si mette in ascolto dello Spirito che parla, del Figlio che invita tutti a fare passi verso il Padre e il suo dono di pienezza da condividere con il mondo, in un ritmo fraterno in cui non si lascia fuori nessuno. Questo stile sinodale, portato avanti in questi anni, con i vescovi Antonio prima e Claudio dopo, l’ho imparato e vissuto dentro questa comunità credente, in diocesi, nei vicariati, negli organismi di partecipazione e sento il desiderio di portarlo come patrimonio personale ed ecclesiale anche nella nuova diletta sposa, la Chiesa di Oppido Mamertina-Palmi. Continuiamo così a vivere uno scambio tra Chiese sorelle, in una sinodalità allargata.

Un grazie infine a tutti coloro che concretamente hanno lavorato per preparare questo giorno e questa celebrazione, la liturgia, il canto e tanti altri dettagli concreti. Sono veramente tanti coloro che hanno messo del suo, non posso nominarli ad uno ad uno ma li ho ben presenti tutti. Mi sono reso conto che dietro c’è stato molto lavoro e ho percepito tanta generosità e collaborazione. Sono sincero: questo, assieme a tanta preghiera promessa e percepita sincera e intensa, personale e comunitaria, mi ha edificato, mi ha fatto sentire dentro un corpo ecclesiale vivo, che cammina realmente dentro i chiaro-scuri della storia di oggi, e mi ha dato ulteriore animo per una risposta ancora più generosa e decisa nell’aprirmi a questo nuovo invio. L’efficacia della preghiera di tanti, mi ha fatto cogliere come la “comunione dei santi” non sia solo un bel concetto teologico bensì una forza misteriosa e reale che sostiene la Chiesa e ognuno di noi. Il con-voi sta sostenendo il mio per-voi. In questo momento non mi sento solo.

«Andate dunque. Io sono con voi».  Grazie a tutti voi, di cuore.

+ Giuseppe Alberti, vescovo

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Fonte: Comunicato stampa