Padre, «consacrali nella verità». Cosa sono consacrazione e santificazione, tra battesimo-cresima ed Eucaristia

Consacrazione e santificazione, legati al battesimo-cresima e all’Eucaristia, sono sinonimi e dicono l’amore del Padre per ogni creatura nel suo consegnare l’unico figlio per la salvezza

Padre, «consacrali nella verità». Cosa sono consacrazione e santificazione, tra battesimo-cresima ed Eucaristia

Quando un prete amministra i sacramenti, sente che l’azione della bontà di Dio a favore di ogni uomo e di ogni donna lo supera infinitamente e spesso lo stupore per l’opera di Dio sfocia in emozione. Nell’occasione del battesimo di un bambino, figlio di amici, la mamma, prima di iniziare il rito, sottolineava con riconoscente tenerezza la rinascita a vita nuova del suo piccolo. Il giorno del battesimo è un dies natalis. Papa Francesco ci invita a considerarlo «il nostro secondo compleanno» e aggiunge: «Ricordate bene questo: il battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana. In virtù dello Spirito Santo, il battesimo ci immerge nella morte e risurrezione del Signore, facendo nascere l’uomo nuovo ricreato in Gesù, in Lui tutti i figli di Adamo sono chiamati a vita nuova». Quindi con il battesimo siamo resi partecipi della Santità di Dio, cioè della sua vita santa. Nel documento sulla Chiesa del Concilio Vaticano II è detto: «Cristo, il Figlio di Dio, il quale con il Padre e lo Spirito è proclamato “il solo santo”, ha amato la Chiesa come sua sposa e ha dato se stesso per essa, al fine di santificarla, e l’ha unita a sé come suo corpo e l’ha riempita con il dono dello Spirito santo, per la gloria di Dio. Perciò tutti nella Chiesa sono chiamati alla Santità… Questa santità della Chiesa costantemente si manifesta e si deve manifestare nei frutti della grazia che lo Spirito produce nei fedeli…» (LG 39). La grazia del battesimo, che è identica alla grazia di Cristo, produce in ogni cristiano una propensione a rivivere il mistero pasquale. Nella nostra esperienza constatiamo, con infinita riconoscenza, come le cure e le attenzioni dei nostri genitori non si fermano ai primi anni di vita, ma continuano in forma diversa anche nell’età matura, quando l’autonomia nella gestione della nostra vita è ormai consolidata. La loro generatività continua proprio attraverso l’esercizio della maternità e della paternità. Così il Padre, dopo averci comunicato nel battesimo la sua vita, non smette di proporci di rivitalizzarla attraverso l’Eucarestia.

La vita di Dio donata all’umanità nel Figlio Gesù, attraverso lo Spirito Santo, chiede che ogni cristiano possa sperimentare continuamente che «Dio ci ha amati per primo» (1Gv 4,19) e che è necessario essere coscienti e ricettivi di questo amore, l’unico in grado di attivare quella carità che ha portato alcuni cristiani ad abbracciare la croce fino al martirio. Consacrazione e santificazione, legati al battesimo-cresima e all’Eucarestia, sono sinonimi e indicano l’assoluta disponibilità del Padre ad amare ogni creatura fino a consegnare l’unico Figlio, il Cristo, per la salvezza di tutti gli uomini. Consacrazione e santificazione indicano anche il tentativo attivo e progressivo dell’uomo nell’accogliere questo amore aperto e generante, che crea alleanza fra l’uomo e Dio e nei cristiani fra di loro. Ciò presuppone l’intenzionale coinvolgimento della libertà e della volontà di ognuno. Questo è il mistero della comunità dei credenti che è la Chiesa, corpo mistico di Cristo. È l’Eucarestia che alimenta la consacrazione- santificazione del battezzato-cresimato. Per san Charles de Foucauld la celebrazione dell’Eucarestia e l’adorazione eucaristica non sono «un semplice atto di culto ma una vera e propria forma di vita». «Nella celebrazione eucaristica il Signore si dona agli uomini e li invita a donarsi al Padre e ai fratelli; nell’adorazione eucaristica l’uomo impara a stare al mondo dinanzi a Dio e agli uomini». Ecco da dove muove l’intuizione della nostra Diocesi di potenziare nella chiesa del Corpus Domini
in Padova l’adorazione perpetua; esperienza presente anche in altre parrocchie della Diocesi e in parecchie case religiose, durante il giorno. L’Eucarestia, alimentando la consacrazione battesimale, produce quella “rivoluzione” pacifica e benefica che caratterizza la vita dell’autentico credente e della comunità a cui appartiene. L’Eucarestia è presenza di Cristo che viene, ci incontra e ci dispone ad aprirci, si dà a noi, se lo vogliamo accogliere come vera presenza. «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui» (GV 6, 56). È una presenza che aiuta a liberarci da ogni ripiegamento su noi stessi e ci permette, donando noi stessi, di superare gli egocentrismi e gli egoismi che spesso convivono con il nostro quotidiano. Ci aiuta, con la sua grazia, a integrare l’efficacia del “sacrificio” generativo nel nostro essere cristiani, che è realtà ben diversa dal dolorismo pietistico. Per “generare” vita, infatti, è necessario anche il sacrificio: quante preoccupazioni, rinunce e impegno abitano la vita di tanti genitori, educatori, sacerdoti... che amano veramente i loro figli o le loro comunità!

L’amore vero è sempre finalizzato al bene dell’altro e la sua verità è firmata dalla gratuità. Gesù chiede al Padre, nel Vangelo di Giovanni (17,17): «Consacrali nella verità. La tua Parola è verità». Come Gesù nel corso della sua esistenza terrena rivelò il volto del Padre, così il cristiano, attraverso l’accoglienza di una nuova forma di vita che è quella del Cristo è chiamato a rendere visibile l’amore del Padre. È lo stesso processo di santificazione! La missione del Figlio diventa di riflesso la missione del cristiano. Credere nel Figlio e testimoniarlo significa comunicare l’amore. L’Eucarestia celebrata, dunque, ne è la fonte; l’Eucarestia adorata è il tempo indispensabile dell’“interiorizzazione” di quanto si è celebrato. Mi ha colpito quanto papa Francesco ha ribadito con forza nell’omelia della solennità dell’Epifania: «Oggi il Signore ci invita a fare come i Magi: come i Magi, prostriamoci, arrendiamoci a Dio nello stupore dell’adorazione». Non sono forse questi gli stili che ci permettono di dar valore alla nostra consacrazione battesimale e al nostro camminare insieme dentro una Chiesa tutta sinodale? Il frutto più prezioso e maturo di una comunità di cristiani che si “muove” in questo modo e ben riassunto in quell’avere «un cuor solo e un’anima sola» riportato negli Atti degli Apostoli (4,32).

Don Antonio Oriente
delegato vescovile per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica

Primo venerdì del mese nella chiesa del Corpus Domini

Ogni primo venerdì del mese appuntamento alle 18.30 con l’adorazione eucaristica animata dalla Rete mondiale di preghiera del papa per la Diocesi di Padova. L’intenzione di febbraio è per gli educatori.

Rete mondiale di preghiera del papa: febbraio

Intenzione universale del papa
Preghiamo perché le parrocchie, mettendo al centro la comunione, siano sempre più comunità di fede, di fraternità e di accoglienza verso i più bisognosi.

Intenzione dei vescovi
Preghiamo per coloro che soffrono a causa di malattie degenerative e per le loro famiglie: affinché non siano lasciati soli nei lunghi e faticosi percorsi terapeutici che loro e i loro cari devono sostenere.

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