Rapporto annuale della Diocesi: cultura e formazione. Dialogo e relazioni

Due ambiti centrali per il rapporto della Chiesa con la società. In termini di risorse i due ambiti valgono circa 4 milioni di euro. Gli strascichi pandemici impattano ancora sugli enti culturali

Rapporto annuale della Diocesi: cultura e formazione. Dialogo e relazioni

Capitolo interessante del bilancio diocesano quello che avvicina Pastorale della cultura e Pastorale della formazione. Insieme le due attività mobilitano meno di 4 milioni di euro del bilancio, ma vi rientrano alcune delle istituzioni più significative dell’impegno culturale ed educativo che la Diocesi di Padova continua a svolgere. Dell’ambito della Pastorale della cultura fanno parte Museo diocesano, Biblioteca capitolare, Fondazione Lanza, Opera Achille Grandi e Noi associazione. Tra gli enti dediti alla formazione in termini economici i più significativi sono l’Istituto Barbarigo (che registra un utile di esercizio di oltre 54 mila euro su un bilancio complessivo di oltre 2 milioni di euro), il Gregorianum (8 mila euro di utile), Villa Immacolata (perdita di esercizio per 49 mila euro), il Centro universitario di via Zabarella (meno 14 mila euro), l’Azione cattolica (utile di 1.800 euro). Sono nel capitolo formazione anche il Centro spiritualità scout, la Fondazione Bortignon, l’Istituto superiore di scienze religione e Insieme per educare.

Sul tema formazione il dibattito è sempre vivo e vivace, e nel rapporto si sintetizza la volontà di una formazione orientata al servizio. Perché se è vero che sono molte le proposte formative oggi reperibili, quelle che la Diocesi vuole promuovere sono per persone aperte al dialogo e alla riflessione, «capaci di costruire un tessuto di relazioni con le famiglie, tra le generazioni e con le varie espressioni della società civile». L’ambito culturale risente in modo ancora sensibile delle conseguenze della pandemia con un aggravio di perdita gestionale nell’esercizio 2021. Anche Noi associazione registra un lieve disavanzo dovuto a una minore partecipazione alle attività dei circoli. Di fronte a questi dati – che si spera torneranno positivi con la ripresa del turismo, la possibilità di nuove mostre ed eventi, la ripresa della vita sociale – don Riccardo Battocchio, rettore dell’Almo collegio Capranica e presidente dell’Associazione teologica italiana, sottolinea l’importanza non solo per il nostro territorio del Museo diocesano e delle biblioteche (la Capitolare e l’Antica del seminario) che custodiscono e mettono a disposizione degli studiosi e non solo libri manoscritti o stampati e documenti indispensabili per mantenere viva la memoria, nutrire il presente, aprire la strada a un futuro più umano. Perché «la cultura serve. Serve anche per vivere da cristiani» in un mondo che fa della complessità una sua cifra caratteristica.

Oltre 36 milioni di euro “investiti” in carità

Come tutto il cammino sinodale, anche il Rapporto annuale della Diocesi di Padova relativo alle attività del 2021 è proposto attraverso la rilettura da angolazioni diverse del passo delle nozze di Cana. Un passo che risulta attuale soprattutto nell’ambito delle iniziative di carità che la Chiesa di Padova continua a portare avanti con modalità e in ambiti diversi, ma sempre secondo la precisa volontà di non fermarsi alla sola assistenza. Sia in ambito locale sia nell’ambito della solidarietà tra chiese. Sottolinea don Roberto Ravazzolo, direttore dell’Opsa: «La pastorale della carità trova le sue coordinate essenziali a una condizione: che si agisca non secondo modelli pietistici e assistenzialistici che creano subalternità e dipendenza, ma secondo uno stile di attenzione e di cura che si sviluppa in sinergia e sussidiarietà con le istituzioni e i corpi sociali intermedi». Nel bilancio 2021 le principali attività caritative che afferiscono alla Diocesi (Associazione universale Sant’Antonio, Caritas, Adam onlus, Casa del fanciullo, Fondazione Nervo-Pasini, Irpea, Opera Casa famiglia, Opsa) hanno costi che complessivamente raggiungono i 36 milioni e 500 mila euro, quasi pareggiati dai ricavi. L’attività che incide maggiormente è l’Opsa di Sarmeola che impatta da sola per il 70 per cento sulla voce degli enti di carità. Nell’anno oggetto del Rapporto, si evidenzia come Caritas diocesana e Adam onlus (Centro di ascolto, Fondo straordinario di carità e iniziative per immigrati, ricoveri umanitari, tratta e prostituzione) abbiano erogato 750 mila euro di contributi (quasi il 90 per cento del loro bilancio) a fronte di spese contenute di funzionamento. Una carità concreta e non sprovveduta, sfidata da emergenze locali, ma anche da quelle che sono vissute in modo ancora più drammatico nei Paesi poveri del pianeta, richiede un’attenzione nuova. Che mons. Francesco Biasin, vescovo emerito di Bara do Piraì-Volta Redonda in Brasile, suggerisce di sviluppare cogliendo le aperture di papa Francesco con le encicliche Laudato sì e Fratelli tutti: sognare un mondo nuovo avendo il coraggio di abbandonare il vecchio. La Chiesa padovana è attiva attraverso Ufficio missionario e Cuamm, che spendono il 90 per cento delle risorse raccolte nelle loro attività: 537 mila euro su 711 mila l’Ufficio, 40 milioni di euro su 41 milioni il Cuamm.

Sabato 26 la presentazione alle parrocchie

La presentazione del Rapporto 2021 della Diocesi di Padova si tiene sabato 26 novembre alle 9.30 presso il Multisala Pio X di via Bonporti, Padova. Sono invitati i parroci, i vice amministratori parrocchiali e i delegati vicariali.

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