Riscoprire il “Vangelo in tasca”. Il coraggio dell'annuncio

Un terreno da esplorare è quello dei “momenti sacri” vissuti dalla famiglia, così come quello del lutto, della malattia, del dolore e della morte. Il coraggio dell’annuncio Gli ambiti di vita che segnano l’esistenza di ogni persona sono luoghi in cui cogliere il volto umano di Dio

Riscoprire il “Vangelo in tasca”. Il coraggio dell'annuncio

«Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio» (Simone Weil, in Luciano Manicardi, L’umanità della fede). L’autorevolezza nasce dalla capacità di testimoniare un senso possibile per la vita di oggi. Essere cristiani significa riscoprire l’arte di vivere, grazie al volto umano di Dio che Gesù ha rivelato. In questo nuovo modo di abitare la vita, ha un posto importante la speranza: «Io sono definitivamente amata e qualunque cosa accada, io sono attesa da questo Amore. E così la mia vita è buona» (Spe salvi). A partire da questo sguardo, si può parlare oggi di annuncio della fede. Riconoscere infatti gli ambiti di vita che segnano l’esistenza di ogni persona, al di là dell’appartenenza, significa da un lato accompagnare la conversione delle strutture parrocchiali verso una pastorale più attenta all’umano e così alleggerire quell’organizzazione ancora centrata attorno ai molti servizi che l’eredità di una cristianità diffusa ha lasciato. Dall’altro, gli adulti che non hanno bisogno di chiedere un sacramento, e quindi incrociano per nulla o poco le comunità cristiane, possono trovare un luogo significativo, nel quale sentono che ciò di cui si parla può interessare, perché tocca la vita reale. In questa direzione, un luogo da riscoprire è la casa: in tempo di pandemia, abbiamo valorizzato i “riti casalinghi”, talvolta con azioni appropriate, altre volte in modo un po’ maldestro. La parrocchia nel corso di questi anni ha di fatto svuotato ogni altro luogo di annuncio, pensando – con ottime motivazioni – di poter assumere ogni responsabilità. C’è un terreno ancora da esplorare: i “momenti sacri” della famiglia possono diventare luogo di condivisione di quella fede elementare che è dettata dai bisogni della vita, come i tanti personaggi del Vangelo che incontrano Gesù. Una fede che spesso non è condivisa da tutti i componenti della famiglia, ma che incrocia alcune domande, una per tutte quella sul dolore. Ed è forse questo un altro luogo poco frequentato, quello del lutto, della malattia, del dolore, della morte. La compassione di Dio, che vede scintille di eternità dentro le ferite delle persone, è motivo per la Chiesa di annuncio e di vicinanza, anche con forme ministeriali nuove, frutto della condivisione prima che dell’organizzazione. Per tutti è tempo di riscoprire, senza moralismi, il Vangelo, come narrazione del volto umano di Dio, fonte di speranza e di umanità. Quel “Vangelo in tasca”, che papa Francesco spesso ha ricordato, è rimasto tra gli appelli poco ascoltati, a differenza delle molte e lodevoli iniziative di economia e di carità che si ispirano al suo nome. Quando la Parola di Dio è letta insieme, nello scambio dello stupore per le azioni di Gesù prima che di altri compiti, le persone si conoscono per la fede, non per i ruoli, e così nasce una fraternità che da sé diventa missionaria.

don Rolando Covi
prete della diocesi di Trento, docente di catechetica presso la facoltà teologica del triveneto

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)