Scuola. Vie di bellezza: sguardo nuovo sulla realtà. Quattro "tappe" tra ottobre e novembre

Convegno. Torna anche quest’anno l’appuntamento, in quattro “tappe” tra ottobre e novembre, dedicato a tutto il mondo della scuola. Si concentra sul tema della bellezza, «per riscoprire – spiega don Lorenzo Celi – le cose buone e belle della vita e della società»

Scuola. Vie di bellezza: sguardo nuovo sulla realtà. Quattro "tappe" tra ottobre e novembre

È dedicato alla bellezza il convegno annuale promosso e organizzato dall’Ufficio per l’educazione e la scuola della Diocesi di Padova in collaborazione con Fism Padova. “Vie di bellezza: tra contesti e linguaggi” è il titolo delle quattro giornate formative – 1, 15, 29 ottobre e 12 novembre – che quest’anno saranno in forma mista: sia in presenza sia on line. Bellezza che evoca stupore, che attrae, che mette in movimento gli uomini e le donne di ogni tempo. Bellezza che apre anche a interrogativi e riflessioni. «Abbiamo scelto questo tema – sottolinea don Lorenzo Celi, direttore uscente dell’Ufficio diocesano, da poco nominato vicario per i beni temporali della Chiesa – perché pensiamo che soprattutto in questo momento in cui c’è tanta negatività abbiamo bisogno di riscoprire le cose buone e belle che ci sono nella nostra vita e nella società. In particolare sentiamo importante che nei vari percorsi di studi rimanga forte l’appello al valore della bellezza, che non va inteso e declinato solo in termini estetici, anzi, ma in qualche modo sia onnicomprensivo e richiami un po’ il concetto dell’antropologia classica che metteva insieme il bello e il buono. Abbiamo poi pensato di recuperare quel concetto di “via” che nella tradizione spirituale teologica cristiana è uno dei sentieri privilegiati che porta anche a riconoscere la presenza di Dio, la cosiddetta via pulchritudinis». Il percorso delle quattro giornate parte proprio dall’aspetto biblico e dal ritrovare il concetto di bellezza, o meglio l’esperienza della bellezza che s’incontra nella Parola di Dio e nella teologia: “Bellezza: porta verso Dio” è il filo conduttore di sabato 1° ottobre con gli interventi di don Andrea Toniolo, teologo e preside della Facoltà teologica del Triveneto, “Quale bellezza salverà il mondo? Il canone estetico del cristianesimo”, e di Elena Bosetti, biblista, “La bellezza: in-canto del Creatore e della sua creatura”, moderati da Sara Melchiori, direttore dell’Ufficio stampa della Diocesi di Padova. «Poi ci sarà una particolare attenzione alla bellezza nella nostra esperienza di vita, di dono, di gratuità – continua don Celi – esperienze belle di per sé perché colmano la vita. Bello è ciò che riempie la vita, riempie di stupore. Poi affronteremo il tema importante per i nostri giovani della bellezza esteriore e interiore cercando di vedere anche come gli stereotipi di bellezza che la società di oggi ci consegna possono essere completati o addirittura superati da una bellezza ulteriore che non proviene tanto e solo dall’estetica esteriore quanto piuttosto da un equilibrio, da una composizione dell’interiorità con quello che siamo, nella completezza della persona». Si parlerà di giochi e videogame nel secondo incontro, il 15 ottobre, con Goffredo Boselli (liturgista) e Sara Paci Piccolo (storica dell’arte, esperta in antropologia culturale). Nella società odierna passano degli stereotipi di bellezza e passano anche attraverso i giochi virtuali o i giochi di ruolo. Non poteva quindi mancare un approfondimento sulla virtualità della bellezza: «Ti immagini di essere ciò che non sei – evidenzia don Lorenzo Celi – però è importante recuperare il principio di realtà: cioè io sono bello perché sono, perché sono unico e irripetibile. Quindi l’esperienza del gioco e della virtualità non deve mai sostituirsi a quella che è la persona nella sua realtà».

Il terzo incontro, il 29 ottobre, invece affronta il tema “Belli dentro - belli fuori” (con Marisa Galbussera ed Elena Pasquin): il corpo che cambia per la malattia, la sofferenza e la fragilità, la cura. «Spesso associamo alla malattia, alla vecchiaia, alla fragilità un concetto di decadenza, invece è importante trovare i segni della bellezza anche nel dolore e nella sofferenza che possono diventare segni di rinascita e soprattutto possono diventare medicina e portare a riprendere una normalità di vita. Non c’è ostentazione o strumentalizzazione, ma forza e opportunità per valorizzarci». Infine il ciclo si conclude, il 12 novembre, con uno sguardo ai “linguaggi della bellezza”, tra passato e presente, in un connubio fra arte, religione, filosofia, storia, lettere per una visione interdisciplinare del tema e per creare relazione fra i diversi ambiti e discipline (interventi di Andrea Dall’Asta e Andrea Nante). «Cosa ci piacerebbe che si portassero a casa i partecipanti? – si chiede in conclusione don Celi – Dipende dal modo con cui ci si approccia a un tema di questo tipo. Spero però in uno sguardo nuovo sulla realtà: non lasciamoci schiacciare dalle brutture che ci sono. Nel prosieguo della formazione dell’Ufficio diocesano verrà proposta anche un modulo sulla bruttezza della guerra: le immagini di morte che entrano nelle nostre case sono brutte e tendono a svilirci e farci perdere la capacità di cogliere il bello che c’è in ognuno di noi, nella persona che incontriamo, anche in situazioni difficili. Spero quindi in questo sguardo limpido e sereno che sia ancora capace di stupore e meraviglia di fronte al bello della vita e della natura e di ogni persona».

Incontri in presenza a Casa Madre Teresa e anche on line
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Il convegno, in presenza o on line, è aperto a tutto il mondo della scuola, non solo agli insegnanti di religione. Si svolge all’auditorium di Casa Madre Teresa di Calcutta a Sarmeola di Rubano (via Mazzini 93) dalle 15 alle 17. Per iscriversi ai quattro appuntamenti (entro il 26 settembre) o ai singoli incontri (entro il lunedì precedente a ciascuno) accedere al sito fismpadova.it/convegno2022

Tutta la scuola

«Questo è il mio ultimo convegno – specifica don Lorenzo Celi, alla guida dell’ufficio diocesano per otto anni – È stata un’esperienza molto bella, perché ho avuto la possibilità di lavorare in equipe con persone qualificate che mi hanno aiutato nel pensare e realizzare questi appuntamenti, individuando sempre voci diverse per mettere in contatto il mondo degli insegnanti di religione con colleghi di altre discipline. In qualche modo questi convegni hanno aperto la formazione degli insegnanti di religione, che sembrava di nicchia, a tutto il mondo della scuola cercando sempre di valorizzare i grandi temi antropologici».

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