Sostegno sociale parrocchiale. Povertà? La risposta si dà insieme. In comunità

Sostegno sociale parrocchiale. Istituito un fondo, da parte della Diocesi, per intervenire nelle situazioni di difficoltà causate dalla crisi in atto. Ogni comunità è invitata ad attivarsi per incrementarlo. Coinvolgere la comunità: è questo l'obiettivo del "Sostegno sociale parrocchiale". «Lo stile è quello del "buon vicinato", per intercettare chi vive una condizione di fragilità. È importante, però, che non sia solo la Caritas a occuparsene».

Sostegno sociale parrocchiale. Povertà? La risposta si dà insieme. In comunità

Riprendere fiducia, coltivare coraggio, riscoprire la forza della carità nelle comunità, oltre il Covid, oltre la crisi. Il “Sostegno sociale parrocchiale” è l’iniziativa concreta, inserita nell'orizzonte dato dalla Diocesi a tutte le comunità cristiane per vivere l’anno pastorale: “La carità al tempo della fragilità

Il “Sostegno sociale parrocchiale” prevede l’istituzione di un fondo per ogni parrocchia grazie a 1 milione di euro proveniente dall’8 per mille alla Chiesa Cattolica: questo fondo, incrementato dalla solidarietà e dalle offerte dei parrocchiani, andrà a sostenere progetti di aiuto alle famiglie in difficoltà, dal pagamento di utenze alle spese sanitarie e scolastiche.

«Il "Sostegno sociale parrocchiale" ha l’obiettivo di coinvolgere la comunità nella sua interezza – spiega don Luca Facco, direttore della Caritas diocesana di Padova – Fondamentale è lo stile del "buon vicinato", per intercettare, attraverso la collaborazione di tutti, “i nuovi poveri” della crisi causata dal Covid. Ci rendiamo conto, infatti, che questa crisi spinge tante persone a entrare per la prima volta in una condizione di fragilità e di povertà, e per pudore non si avvicinano ai nostri servizi tradizionali. Il “Sostegno sociale parrocchiale” può essere un’ottima alternativa. È importante però che non sia solo la Caritas a occuparsene, ma che se ne discuta in consiglio pastorale parrocchiale per far lì discernimento sulle modalità concrete di attuazione, perché non diventi un’iniziativa di pochi ma abbia un mandato comunitario».

La comunità viene resa partecipe attraverso la colletta durante la messa, nella quale raccogliere le offerte per i “nuovi poveri”: «Ci si può rendere conto così del significato della colletta: è un'occasione per sostenere la vita comunitaria e per essere attenti alle persone più fragili. Tutti i gruppi e i singoli possono mobilitarsi: è importante infatti non tanto raccogliere quanti più soldi possibile, ma coinvolgere in maniera capillare tutta la comunità cristiana e i diversi soggetti del territorio».

È una proposta modulare, in grado di essere accolta da tutte le comunità parrocchiali: «Grandi o piccole che siano, possono prendere in considerazione il “Sostegno sociale parrocchiale”. È un'opportunità per rinsaldare i legami, aumentando nel concreto l’attenzione verso le persone più fragili». Un’attenzione da coltivare anche con gli strumenti più moderni: «Per questa iniziativa, come Diocesi, stiamo promuovendo l’utilizzo del programma gestionale Ospoweb, software gratuito consegnato da Caritas italiana a tutte le comunità cristiane, che ci permette, nel pieno rispetto della privacy, di lavorare in rete. Con questo software gestionale le comunità possono rendersi conto che non sono sole: le persone che incontrano e intercettano possono essere già conosciute da altre parrocchie ed enti, con i quali collaborare per i progetti di accompagnamento».

È cruciale che il “Sostegno sociale parrocchiale” provochi “un contagio di bene”: «Bisogna tenere traccia dei risultati di questo progetto attraverso foto e piccole testimonianze, in modo da, sempre nel rispetto della privacy, essere comunicato anche all’esterno. È importante in questo tempo di dubbio e paura raccontare il bene che ogni comunità, anche la più piccola, è in grado di vivere e mettere in pratica. Perché il bene, in fondo, è più contagioso del male. Di fronte alle notizie negative è importante come Chiesa dare segnali concreti e credibili di una carità che si fa piccola, fattibile, realizzabile. Dobbiamo dare fiducia alle persone, e non solo a quelle che si rivolgono in parrocchia per chiedere una mano dopo aver perso il lavoro, ma anche a tutta la comunità. Anche così si annuncia il Vangelo: dimostrando che la carità è possibile».

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