Testimoni di pace, la veglia in Cattedrale. «Non dobbiamo abituarci mai alla guerra»

Testimoni di pace Veglia di preghiera in Cattedrale, il 23 novembre, a un anno da “Custodi di pace”

Testimoni di pace, la veglia in Cattedrale. «Non dobbiamo abituarci mai alla guerra»

«Sono convinto di essere contro ogni guerra»: così si è espresso il vescovo Claudio durante la veglia di preghiera “Testimoni di pace” – svoltasi giovedì scorso in Cattedrale a un anno esatto da “Custodi di pace” – per sottolineare il desiderio di pace e la volontà compiere scelte di pace. La veglia è iniziata nel buio totale. In sottofondo rumori di guerra: la sirena, il crepitio delle armi... E poi queste parole per ribadire il senso del ritrovarsi a pregare: «Ci preoccupa il conflitto nella striscia di Gaza. È ancora viva l’attenzione all’Ucraina. Desideriamo pregare per tutte le vittime e i morti di queste guerre e delle altre 57 guerre in corso in questo momento nel mondo; dalla Nigeria allo Yemen, dal Mali alla Colombia, dal Sudan al Pakistan... Ogni angolo della terra sfigurato dalla guerra possa essere raggiunto dal balsamo della nostra preghiera». Dopo l’ascolto di alcune persone che hanno operato in realtà di guerra e tutt’ora vi si trovano, è intervenuto il vescovo Claudio. «Sono stato in alcune occasioni vicino a contesti di guerra, nella ex Jugoslavia e in Ruanda: vi posso confermare che il senso di angoscia è grande. Chi è uscito da un contesto bellico preferisce non parlarne, tanto è il dolore patito. Ci vengono in aiuto le parole del profeta Isaia sul «messaggero di buone notizie» (Is 52,7). Mi soffermo su due aspetti: i piedi del messaggero e il braccio snudato del Signore. Il messaggero è atteso proprio perché annuncia la pace; da cristiani dobbiamo sempre essere portatori di pace e non dobbiamo mai abituarci alla guerra. Il Signore può intervenire a convertire i nostri cuori, per renderci messaggeri di pace. Quel braccio snudato significa che il Padre ha la forza di farlo. Da qui il nostro impegno incondizionato per la pace». A seguire sono state proposte le testimonianze di persone che si adoperano per la giustizia. Al termine della veglia, l’invito a essere testimoni di pace nel quotidiano.

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