Tutti uniti per dire «grazie». La campagna Cei per sensibilizzare alla corresponsabilità economica verso la missione dei sacerdoti

Donare vale quanto fare. È il senso della campagna Cei per sensibilizzare alla corresponsabilità economica verso la missione dei sacerdoti

Tutti uniti per dire «grazie». La campagna Cei per sensibilizzare alla corresponsabilità economica verso la missione dei sacerdoti

Un grazie per il dono dei sacerdoti: è questo il senso della campagna #Donare valequantofare della Conferenza episcopale italiana per sensibilizzare i fedeli alla corresponsabilità economica verso la missione dei sacerdoti. «Ogni offerta destinata al loro sostentamento – sottolinea Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica – è il segno tangibile della vicinanza dei fedeli, un mezzo per raggiungere tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro. Anche nel pieno dell’emergenza dell’ultimo anno i preti diocesani hanno fatto la differenza. La Chiesa, grazie anche all’impegno dei nostri preti e delle comunità, ha aiutato nei giorni più bui tante famiglie a rialzarsi». La campagna si snoda tra spot tv, radio, video on line e propone un percorso che permette di toccare con mano la bellezza che nasce dall’unione delle vocazioni: quelle dei sacerdoti e quelle dei laici che collaborano con loro. «I nostri sacerdoti hanno bisogno della vicinanza e dell’affetto dei fedeli. Oggi più che mai ci spingono a vivere il Vangelo affrontando le difficoltà con fede e generosità, rispondendo all’emergenza con la dedizione». 

L’opera dei sacerdoti è resa possibile anche grazie alle offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, perché espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani: dal proprio parroco al più lontano. Ogni fedele è chiamato a parteciparvi. L’offerta è nata come strumento per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della “Chiesa-comunione” delineata dal Concilio Vaticano II. Le donazioni vanno a integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni sacerdote infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il suo sostentamento, pari a circa sette centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di cinquemila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario. Le offerte raggiungono circa 33 mila sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 sacerdoti diocesani impegnati in missioni nei Paesi in via di sviluppo e 3 mila sacerdoti, ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio agli altri e del Vangelo. L’importo complessivo delle offerte nel 2020 si è attestato sopra gli 8,7 milioni di euro rispetto ai 7,8 milioni del 2019. È una cifra ancora lontana dal fabbisogno complessivo annuo necessario a garantire a tutti i sacerdoti una remunerazione pari a circa mille euro mensili per dodici mesi. Per informazioni: www.unitineldono.it/donarevalequantofare

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