Veglia diocesana per il lavoro, martedì 2 maggio a "Il Brolo". Dalla maternità alle spese familiari: la ricchezza della vulnerabilità

Sarà Il Brolo, società agricola e impresa sociale in via IV Novembre, 40, a Teolo, a ospitare, dalle 18.30 di martedì 2 maggio, la Veglia diocesana per il lavoro presieduta dal vescovo Claudio Cipolla.

Veglia diocesana per il lavoro, martedì 2 maggio a "Il Brolo". Dalla maternità alle spese familiari: la ricchezza della vulnerabilità

 In questo luogo, dove il lavoro e la terra danno nuove opportunità a persone fragili o vulnerabili, la Pastorale sociale, le associazioni di categoria e i sindacati si ritroveranno per mettere al centro delle loro attenzioni proprio la vulnerabilità, tema della riflessione e della preghiera di quest’anno, un ulteriore passo per riscoprire da molteplici aspetti la dignità del lavoro: «La vulnerabilità nel lavoro – spiega suor Francesca Fiorese, direttrice dell’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro – non va intesa solo come l’inserimento di lavoratori con disabilità, ma va intesa in senso ampio. Come viene considerata la fragilità oggi nel lavoro? Chi sono i vulnerabili oggi?». È questa la domanda che accompagnerà la veglia, che vedrà non la partecipazione, quanto l’organizzazione congiunta di numerose associazioni di categoria e sindacati: Acli, Anmil, Confartigianato, Confindustria Veneto Est, Confcommercio, Confcooperative, Cna, Enaip, Coldiretti, Cgil, Uil, Cisl e Confesercenti. «Ragionando insieme – confida suor Fiorese – ci siamo accorti di quanto la vulnerabilità sia un tema quotidiano e che attraversa tutte le fasce d’età. C’è la fragilità che abbiamo provato durante il Covid, quella che provano le donne che affrontano la maternità e le spese familiari, chi ha avuto incidenti di percorso o è carcerato».

Ma ecco che la vulnerabilità, considerata un limite, un ostacolo e un freno alla produttività e alla produzione di ricchezza, diventa invece strumento per crescere nella consapevolezza e, per le imprese, anche nel proprio lavoro. «Quando permettiamo al lavoratore di recuperare la sua storia e di riscoprire il suo potenziale dalla sua fragilità, quando le imprese includono persone fragili non per obbligo di legge, quanto per scelta, allora ci accorgiamo che c’è un nuovo e più umano modo di fare impresa. In un contesto economico che spinge alla perfezione, alla resa, alla competizione, non considerare la vulnerabilità ci fa invece costruire sistemi economici che di fatto ci rendono tutti vulnerabili». Prima della veglia, dalle 17.30, il vescovo Claudio incontrerà all’interno degli spazi del Brolo le associazioni di categoria e i sindacati.

La veglia, che sarà accompagnata dallo scrittore Guido Marangoni, conterrà due testimonianze di lavoro e fragilità, una nel comparto artigianale e una in un’impresa agricola. Spazio poi all’incontro tra arti espressive e disabilità con una rappresentazione di DanceAbility della cooperativa Nuova Idea di Abano. Seguiranno la possibilità di aprirsi alla Parola di Dio, l’intervento del vescovo Claudio e la preghiera. Al termine, rinfresco offerto da Coldiretti e dalla cooperativa Il germoglio.

Valorizzare persone e territorio

Non è stata scelta a caso la sede per la veglia diocesana per il lavoro. Il Brolo, società agricola e impresa sociale, è di proprietà della cooperativa sociale Idee Verdi, che da quarant’anni si occupa di inserimento lavorativo di persone disabili e svantaggiate nella gestione del verde e nella manutenzione Mdei cimiteri. «La nostra mission – spiega Marco Cavinato di Idee Verdi – è quella di dare un doppio vantaggio al territorio, sia con i servizi, sia valorizzando le persone. Il Brolo è un luogo protetto dove iniziare il processo di inserimento lavorativo».

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