Voltabrusegana. Festa di san Martino: occasione per crescere nelle relazioni

Castagne, vino novello, la fantomatica finestra d’“estate” a cavallo del suo giorno. San Martino, venerato l’11 novembre, specialmente in una parrocchia che porta il suo nome come Voltabrusegana, è molto di più dei tratti che la tradizione vi ha aggiunto. «Le iniziative per la festa di san Martino – racconta il parroco, don Marco Galante – sono il cuore della vita di una comunità che ricorda il suo patrono. Noi vorremmo viverla come un’occasione, oltre che per onorare questo santo, anche per crescere nelle relazioni come comunità cristiana».

Voltabrusegana. Festa di san Martino: occasione per crescere nelle relazioni

Le iniziative in programma vogliono dunque essere «l’occasione anche per stare attenti alle persone più bisognose e più povere, tra cui anziani e malati, per i quali sono state pensate anche iniziative apposite». Le celebrazioni hanno preso il via lunedì 6 novembre, con l’iniziativa “San Martino a carrello”, una raccolta di generi alimentari e di prodotti per l’igiene della persona e della casa destinate alle persone in difficoltà. «Poi sarà la Caritas – spiega don Galante – a distribuirli alle famiglie. Tutto questo vuole recuperare l’esperienza di san Martino, che ha lasciato un pezzo del suo mantello al povero che ha incontrato». Venerdì 10, alle 15.30, si tiene “San Martino tra i bambini”: nel giardino della sala polivalente bambini e genitori assistono alla rievocazione della leggenda di san Martino, poi è in programma la castagnata. Sabato 11, memoria di san Martino di Tours, alle 12.30 il gruppo “Feste e sagre” porta un pasto caldo a domicilio di anziani e ammalati; dalle 15 alle 17 la festa con i ragazzi, la rievocazione di san Martino e la castagnata finale con i genitori. Alle 20.30 il cuore della celebrazione, con la messa di san Martino a cui seguono castagne e vino in patronato. Domenica 12 poi, alle 11 la celebrazione degli anniversari di matrimonio e il pranzo comunitario. «La comunità sta bene e oggi, nel vivere l’assenza di un parroco residente, sta riscoprendo la funzione dei laici che assumono in pieno la bellezza del loro battesimo». (A. C.)

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