Acque e alieni, agricoltura alla sfida del futuro. I problemi idrici e quelli provocati da nuovi parassiti vanno affrontati

Capire davvero il momento travagliato della nostra agricoltura, significa anche comprendere cosa sta accadendo sul fronte dell’acqua e degli equilibri biologici

Acque e alieni, agricoltura alla sfida del futuro. I problemi idrici e quelli provocati da nuovi parassiti vanno affrontati

Acqua e alieni. In questo periodo di grandi proteste e di forti scossoni di mercato, l’agricoltura e l’agroalimentare non devono dimenticare altri motivi di attenzione. Perché, non ci sono solo la Politica agricola comune e le tensioni dei prezzi internazionali, non ci sono solo la questione della difesa dei nostri prodotti dalle imitazioni e nemmeno la, pur importante, necessità di assicurare l’assoluta salubrità e sicurezza di quanto arriva sulle nostre tavole. Oltre a tutto questo, i campi europei devono fare i conti con il clima ormai quasi capovolto e con quella che con un’espressione colorita viene definita come “invasione di alieni”. Capire davvero il momento travagliato della nostra agricoltura, significa anche comprendere cosa sta accadendo sul fronte dell’acqua e degli equilibri biologici.

Acqua, dunque. E quindi siccità per buona parte degli ultimi mesi. Una carenza di risorse idriche intervallata da alluvioni quasi epocali, invasioni violente delle acque, improvvise e spesso una dietro l’altra, che generano distruzione e morte. Clima capovolto, si è detto, che i tecnici dell’Associazione dei consorzi irrigui italiani (Anbi) hanno sintetizzato in due espressioni efficaci. L’Italia agricola (e non solo), vede in questi ultimi tempi una “quadro di anomali termiche” sempre più vivido accompagnato da una “costante forte esclusione idrica”. Detto in altro modo, campi, stalle, territorio, centri abitati, sono sottoposti a temperature più alte delle medie degli ultimi decenni e ad un alternarsi sempre più forte di fenomeni idrici. Il risultato è sotto gli occhi di tutti noi. L’Associazione dei consorzi parla

“di corsi d’acqua, caratterizzati ormai da un andamento torrentizio, se non addirittura da fiumara o da uadi africano: dopo i confortanti segnali idrici post piogge, i fiumi della Penisola sono tornati in larga parte sotto i livelli tipici di questa stagione”. E non solo. Sempre l’Anbi ammonisce di fare “molta attenzione, perché la costante escursione idrica indebolisce la tenuta degli argini, aumentando la necessità di costante monitoraggio”. E ancora: “È indispensabile non abbassare la guardia sul rischio idrogeologico, distratti dai ricorrenti allarmi siccità. L’ormai acclarata imprevedibilità dei fenomeni meteo può trasformare in breve tempo un alveo asciutto in un’irrefrenabile forza distruttrice. È necessario non dimenticarlo negli strumenti urbanistici, ma soprattutto è quantomai urgente il varo della legge contro l’inarrestabile consumo di suolo, che aumenta i rischi per il territorio”.

Emergenza che diventa normalità, dunque. E che deve essere quindi gestita con attenzione. Così come deve esserlo il forte cambiamento degli assetti biologici che sta investendo l’agricoltura italiana ed europea: un altro effetto del cambiamento climatico.

Si chiamano “specie aliene” e sono il segnale più vivido di quanto sta accadendo. Per capire basta leggere le dichiarazioni che ha fatto qualche giorno fa Alessandra Pesce, direttrice del Crea Politiche e Bioeconomia, il più importante ente italiano di ricerca dedicato all’agroalimentare. Le campagne italiane sono invase da una serie di organismi “d’importazione” come la cimice asiatica, il batterio della Xylella, la Popillia japonica, la Tristezza degli agrumi, il Punteruolo rosso, la Flavescenza dorata, la Vespa velutina, la Batteriosi del kiwi. Batteri, virus, funghi, insetti, acari e nematodi introdotti accidentalmente nelle campagne italiane dove si sono sviluppati sull’onda del cambiamento climatico e della globalizzazione degli scambi. Stando a Creafuturo (la testata d’informazione del Crea), secondo l’ultimo “rapporto Ipbes (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) del settembre 2023, la Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici delle Nazioni Unite, oltre 37 mila specie aliene sono state introdotte in regioni ed ecosistemi di tutto il mondo, stima in crescita con ritmi vertiginosi. Di queste, più di 3.500 sono invasivi e dannosi nei nuovi ecosistemi, con un costo economico globale di circa 423 miliardi di dollari l’anno. Restringendo il campo all’agricoltura, la Fao stima i danni causati da parassiti fino al 40% della produzione globale, con un costo per l’economia del pianeta di oltre 220 miliardi di dollari/anno”. Una situazione che, declinata per l’Italia, significa, secondo Coldiretti, perdite produttive del valore di oltre un miliardo di euro.

Non solo dall’Europa e dai mercati internazionali, dunque, arrivano motivi di preoccupazione. Una condizione che non deve essere dimenticata e che, soprattutto, deve far aumentare investimenti e sforzi sul fronte della ricerca e della tecnologia applicare al l’agricoltura.

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Fonte: Sir