Afghanistan, Nove onlus lancia l'operazione “Fazzoletto rosso”

#saveafghanwomen è l'hashtag della campagna. La testimonianza di una ragazza appena arrivata in Italia: “I bombardamenti ci hanno fatto perdere la speranza che le persone in pericolo rimaste in Afghanistan possano salvarsi. È molto importante riaprire i corridoi umanitari”

Afghanistan, Nove onlus lancia l'operazione “Fazzoletto rosso”

Un selfie, un hashtag e un fazzoletto rosso, per tenere alta l'attenzione sulla drammatica situazione che stanno affrontando le donne e le bambine afghane: è l'iniziativa lanciata da Nove onlus, da anni attiva in Afghanistan, specialmente accanto alle donne e alle persone con disabilità. L’associazione invita tutti e tutte a fotografarsi con un fazzoletto rosso e a postare su tutti i social le fotografie, accompagnate all'hashtag #saveafghanwomen. La campagna è stata lanciata insieme al Trust Nel Nome della Donna, Radio Bullets, Il Cantiere delle Donne, Werest.art e 6libera, e si stanno unendo molte associazioni.

“Per vent'anni le donne afghane hanno mosso fra mille difficoltà i primi passi verso l'indipendenza e il riconoscimento dei propri diritti – spiega l'associazione - Tutto questo sarà rapidamente reso vano dal ritorno dei talebani al potere. E quando sulle vicende afghane saranno spenti i riflettori della cronaca, le bambine e le donne afghane torneranno a essere invisibili agli occhi del mondo e della storia”.

La campagna “fazzoletto rosso” prende il nome dall'omonima operazione che ha permesso, con l'aiuto del Reggimento Carabinieri “Tuscania”, di individuare e prelevare al cancello dell'aeroporto di Kabul le donne presenti sulle liste coordinate dall'associazione Nove onlus, riconosciute proprio grazie al segno distintivo del fazzoletto rosso. “Molti sono riusciti a varcare quella soglia e a mettersi in salvo imbarcandosi su uno dei voli verso i paesi occidentali – riferisce la onlus - ma molti di più sono rimasti in Afghanistan, in pericolo di vita. Tra loro le più a rischio rimangono le donne. Non permettiamo che tornino a essere invisibili”.

Per quanto riguarda le donne afghane giunte in Italia, “sono felici di avere la possibilità di iniziare una nuova fase della loro vita, ma molto provate e spaventate per quello che sta accadendo nel loro paese”, fa sapere l'associazione. Lo dimostra la testimonianza di una delle ragazze portate in salvo da Nove onlus: “Gli attentati ci hanno fatto perdere la speranza che le persone in pericolo rimaste in Afghanistan possano salvarsi. È molto importante riaprire i corridoi umanitari, continuare i ponti aerei”. Qualche giorno prima degli attentati, era anche lei tra le persone che si accalcavano ai gate dell’aeroporto di Kabul. “C'era troppa folla, un mare di  uomini, donne e bambini – ricorda - Quando abbiamo sentito degli attacchi abbiamo immaginato quante vittime avessero fatto”.

Nove onlus sta organizzando una rete di supporto e inserimento in Italia per le persone evacuate da Kabul. Ma non abbandona l'Afghanistan, dove continua a operare come possibile per donne, bambini e persone disabili. Sta preparando anche un’operazione di emergenza per fornire cibo e assistenza sanitaria ai più colpiti dalla spaventosa crisi che ha portato 14 milioni di afghani a rischio di fame, e oltre 2 milioni di bambini malnutriti.

Oltre alla campagna di comunicazione e sensibilizzazione, perché non venga meno la partecipazione su ciò che sta accadendo alla popolazione afghana, Nove Onlus ha attivato una raccolta fondi per l'Emergenza Afghanistan https://www.noveonlus.org/emergenza-afghanistan/

Chi volesse offrire il proprio supporto per sostenere le donne afghane e le loro famiglie rifugiate in Italia può scrivere a info@noveonlus.org

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)