Afghanistan, ritorsioni sulle famiglie. Appello ai media: “Tutelate l’identità di chi fugge”

Dall'Associazione Carta di Roma arriva un appello per la tutela degli afghani giunti in Italia e dei loro familiari rimasti in Afghanistan. “La natura delle motivazioni alla base della scelta di fuggire dal proprio paese può essere tale da esporre loro stessi e soprattutto i familiari a ritorsioni”. Diverse le segnalazioni giunte all’associazione

Afghanistan, ritorsioni sulle famiglie. Appello ai media: “Tutelate l’identità di chi fugge”

Dall'Associazione Carta di Roma arriva un appello per la tutela degli afghani giunti in Italia e dei loro familiari rimasti in Afghanistan. L’appello è rivolto ovviamente ai professionisti dell’informazione, affinché si usi tutta la cautela possibile e, soprattutto, si tenga conto da quanto disposto proprio dal protocollo deontologico.
“In riferimento al secondo principio della Carta di Roma (Tutela della privacy e dell’identità di rifugiati, migranti e richiedenti asilo) – afferma l’associazione -, si chiede a giornaliste e giornalisti e ai professionisti della comunicazione di tutelare l’identità e la privacy delle persone afghane di cui si riporta la notizia o che vengono intervistate”.

Secondo Carta di Roma, “la natura delle motivazioni alla base della scelta di fuggire dal proprio paese può essere tale da esporre loro stessi e soprattutto i familiari (rimasti in Afghanistan) a ritorsioni, tanto da parte delle autorità, sia da parte di entità non statali o di organizzazioni criminali, nel caso in cui si verifichi un’esposizione mediatica non attenta”.
Per questi motivi, nel caso di persone di nazionalità afghana giunte nel nostro paese o in attesa di lasciare il paese si chiede di “evitare la pubblicazione di qualsiasi elemento che possa portare alla loro identificazione”. In caso di interviste si chiede di “proteggere nome, volto e voce e di prestare attenzione a tutti quei dettagli che possono permettere di risalire all’identità dell’intervistato (caratteristiche fisiche peculiari o il racconto di aneddoti particolari)”.
Si suggerisce inoltre, anche in presenza di un consenso libero e informato dell’interessato, di “evitare la pubblicazione del nome completo dell’intervistato (a meno che sia indispensabile per la sopravvivenza propria e/o della famiglia)”.
“Nella attualità della crisi drammatica che sta attraversando il paese – conclude Carta di Roma -, ci sono pervenute informazioni circa arresti e aggressioni a familiari di persone afghane giunte in Italia nelle ultime 48 ore; è responsabilità degli operatori dei media ridurre i rischi di rappresaglie verso i familiari rimasti in patria, tutelando l’identità delle persone afghane che accettano di raccontare la propria esperienza”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)