Agricoltura ed Europa, inizia a cambiare qualcosa. Dopo le forti proteste delle scorse settimane, l’Ue avvia una semplificazione delle norme

Bicchiere mezzo pieno oppure mezzo vuoto per gli agricoltori che, in qualche modo, continuano a mantenere alta l’asticella delle richieste

Agricoltura ed Europa, inizia a cambiare qualcosa. Dopo le forti proteste delle scorse settimane, l’Ue avvia una semplificazione delle norme

La Politica agricola comune (Pac) presto sarà più semplice. Così, infatti, ha deciso il Parlamento europeo e così, quindi, tra pochi giorni deciderà il Consiglio agricolo dell’Ue. Si tratta di un primo risultato dell’ondata di proteste che qualche settimana fa ha scosso tutto il Vecchio Continente i cui protagonisti, adesso, si dicono soddisfatti ma non del tutto.
Un comunicato del Parlamento Ue ha dunque reso noto che “gli eurodeputati hanno dato il via libera alla revisione della Politica agricola comune (Pac) per alleggerire gli oneri amministrativi degli agricoltori europei”. Quanto approvato dall’assemblea è un regolamento, che dopo l’approvazione da parte del Consiglio, sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue ed entrerà immediatamente in vigore in quanto subito applicabile al pari di una legge nazionale. Gli agricoltori potranno così già usare le nuove regole per i prossimi aiuti. Ci sarà la possibilità anche di maggiori esenzioni da alcune norme della Pac in caso di condizioni meteorologiche estreme; mentre le aziende agricole più piccole saranno esentate dai controlli e dalle sanzioni per il mancato rispetto di alcune norme.
Punto in favore degli agricoltori, dunque, le cui organizzazioni comunque precisano: quanto compiuto è un primo passo ma assolutamente non sufficiente. Coldiretti, ad esempio, parla della necessità di “un alleggerimento ancora più netto dei troppi adempimenti che gravano sulle spalle delle aziende, costrette a spendere un terzo del proprio tempo per stare dietro alle carte”. Senza dire dell’altra richiesta avanzata nei giorni delle proteste: avere più risorse finanziarie da investire nell’ammodernamento delle strutture agricole. Di regolamento “di portata limitata e con rischi di potenziale disparità di trattamento tra agricoltori” dice invece Confagricoltura che, comunque, ammette il fatto che il provvedimento “rappresenta una prima apertura verso un’applicazione semplificata delle complesse norme che regolano il settore”.
Bicchiere mezzo pieno oppure mezzo vuoto per gli agricoltori che, in qualche modo, continuano a mantenere alta l’asticella delle richieste.
Inizia comunque una lenta e complessa “riforma della riforma” della politica agricola comune 2023-2027 decisa nel 2021 sulla base di una proposta del 2018 e applicata di fatto però a partire dal 2023 a causa dei rallentamenti dovuti alla pandemia degli anni prima. Una politica, come è evidente, nata già vecchia nelle strutture portanti e che, come è accaduto nelle ultime settimane, gli agricoltori hanno duramente contestato. Proteste che, a ben vedere, sono state determinate non solo dalla Pac in quanto tale ma dalla concomitanza di fattori diversi che hanno mandato all’aria i bilanci di troppe imprese. Proteste che, occorre sottolinearlo, sono state recepite dalla Commissione che è subito corsa ai ripari ma che sono state anche strumentalizzate da alcune parti politiche e che per certi versi hanno colto di sorpresa le stesse organizzazioni agricole. “Vedremo – ha insistito a questo proposito Michele Pasca-Raymondo, economista agrario e fine conoscitore delle cose europee, nel corso di un suo intervento ai Georgofili a Firenze -, se questo è un atteggiamento di facciata o un vero recupero di fiducia nel rapporto tra Commissione e agricoltori”. Il principio affermato come condiviso pare essere uno solo: contemperare le esigenze delle imprese agricole con quelle del rispetto della natura e dell’ambiente.
Quanto accaduto e quanto sta accadendo, ha tuttavia un merito importante: aver messo al centro l’importanza della produzione agricola e agroalimentare in Europa per troppo tempo stretta tra visioni bucoliche da un lato ed eccessivamente commerciali dall’altro. Come si andrà avanti adesso nella revisione della Pac è, però, ancora tutto da vedere.

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Fonte: Sir