Brasile, il “Piano nazionale per l’educazione” non raggiunge gli obiettivi

Sono sempre di più le indagini e le denunce che lo dichiarano fallito. Lanciato 7 anni fa con venti obiettivi da centrare entro il 2024, ne ha “parzialmente raggiunti” solo 5. Risultano peggiorati analfabetismo e accesso universale alla scuola fino ai 17 anni

Brasile, il “Piano nazionale per l’educazione” non raggiunge gli obiettivi

La situazione del Brasile in materia di uguaglianza scolastica sta precipitando, tanto che sono sempre di più le indagini e le denunce che dichiarano fallito il “Piano nazionale per l’educazione” (Pne).

L’ultima ricerca risale al 24 giugno, quando la rete “Campagna nazionale per il diritto all’educazione” si è occupata proprio di indagare i risultati attesi e ottenuti dal Pne, lanciato 7 anni fa con venti obiettivi da centrare entro il 2024. Nonostante il tempo passato, secondo questo studio sono stati “parzialmente raggiunti” appena cinque obiettivi, mentre le cose sono addirittura peggiorate quanto ad analfabetismo, accesso universale alla scuola fino ai 17 anni e tempo pieno offerto ad almeno il 50% delle strutture pubbliche.
I dati. Il report evidenzia come tra i cittadini della fascia d’età 15-64 anni l’analfabetismo funzionale sia cresciuto dal 27 al 29% e ben 1,5 milioni di studenti in meno possono godere del servizio di tempo pieno (gli istituti che offrono questa possibilità sono passati da 42.000 a 28.000). E non è tutto. Per Andressa Pellanda, coordinatrice generale della Campagna, “la mancanza d’investimenti e misure per garantire le infrastrutture, l’accesso, la permanenza e la qualità del diritto all’educazione” porta a una situazione che non può essere rilevata appieno dai dati presi in considerazione e analizzati in questo studio. “Sono milioni gli studenti senza accesso all’istruzione e soggetti a vulnerabilità, povertà, fame, lavoro infantile, sfruttamento e violenze di vario tipo”.

L’analisi di Human Rights Watch diffusa sul tema poche settimane prima, del resto, era impietosa. Secondo uno studio dell’ong, lanciato insieme all’organizzazione “Tutti per l’educazione”, Brasilia non si è occupata delle conseguenze della crisi sanitaria su questo comparto, lasciando di fatto milioni di studenti senza scuola. L’esecutivo di Jair Bolsonaro, denuncia il report, non ha neppure utilizzato le risorse immediatamente disponibili. Secondo un’apposita commissione parlamentare, che ha passato ai raggi X spese e investimenti del dicastero dell’Educazione nel 2020, infatti, c’è stata una “inspiegabile diminuzione delle spese in varie aree del settore”, mentre si sarebbero dovute affrontare nuove sfide, ad esempio investendo “sulla capacità di connettersi a internet e sull’implementazione dei protocolli sanitari”.

La percentuale di studenti che non frequentano la scuola, nella fascia d’età tra i 6 e i 17 anni, è passata così dal 2 al 3,8% tra il 2019 e il 2020. Tradotto in cifre, si parla di 1,3 milioni tra bambini e ragazzi, a cui bisogna sommarne altri 4,1 milioni che, pur iscritti, non hanno la possibilità di accedere ai materiali scolastici.

L’articolo integrale di Matteo Finco, Istruzione in Brasile: tagli di Bolsonaro e pandemia negano il diritto alla scuola, può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)