Carceri. Antigone: "Prorogare i provvedimenti per non far rientrare in cella i detenuti semiliberi"

Il presidente Gonnella: “Circa 700 persone recluse, in regime di semilibertà, hanno beneficiato dei provvedimenti varati dal governo per contrastare il diffondersi del Covid-19. Dal 31 dicembre, senza un ulteriore proroga, questi detenuti dovranno tornare in carcere la notte e, questo, nonostante in questi due anni abbiano dato grande prova di affidabilità, ripagando ampiamente la fiducia che le istituzioni avevano riposto in loro”

Carceri. Antigone: "Prorogare i provvedimenti per non far rientrare in cella i detenuti semiliberi"

"Circa 700 persone recluse, in regime di semilibertà, hanno beneficiato dei provvedimenti varati dal governo per contrastare il diffondersi del Covid-19 all'interno del carcere. Nel loro caso questi provvedimenti consistevano nel non rientrare in carcere la notte, dopo aver passato la giornata fuori, in libertà, per attività di lavoro o altre attività autorizzate”. A ricordarlo è di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, secondo il quale “dal 31 dicembre, senza un ulteriore proroga, questi detenuti dovranno tornare in carcere la notte e, questo, nonostante in questi due anni abbiano dato grande prova di affidabilità, ripagando ampiamente la fiducia che le istituzioni avevano riposto in loro. Proprio questo rapporto di fiducia creatosi dovrebbe portare il Governo a decidere per questa proroga, ricordando che compito della pena è quello di costruire percorsi di risocializzazione, cosa che per queste persone sta avvenendo. Non ha senso interrompere questi percorsi, anche se solo parzialmente”.

Secondo Gonnella, inoltre, “in un momento in cui il sovraffollamento sta tornando a livelli preoccupanti (sono oltre 56 mila le persone detenute per circa 47 mila posti effettivi, con una crescita di 1.500 unità negli ultimi quattro mesi), trovare nuovamente posto a queste 700 persone è un aggravio in più per tutto il sistema penitenziario e per gli operatori. Auspichiamo perciò – conclude - un intervento deciso del ministro della Giustizia Carlo Nordio e del Governo".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)