Colombia, oltre 6 mila persone uccise con esecuzioni durante la presidenza di Álvaro Uribe Vélez

Mentre la giustizia ordinaria conta appena 2.248 morti tra il 1988 e il 2014, il tribunale speciale creato con gli Accordi di pace del 2016 indica 6.402 omicidi tra il 2002 e il 2008. La cifra, che pare destinata ad aumentare parecchio, sarebbe tra le più terribili per tutta l’America Latina

Colombia, oltre 6 mila persone uccise con esecuzioni durante la presidenza di Álvaro Uribe Vélez

Più di 6 mila persone sono state ammazzate con esecuzioni extragiudiziali dall’esercito della Colombia durante la presidenza di Álvaro Uribe Vélez. Le vittime sono cittadini qualunque, anche se ufficialmente si è cercato di farle passare come guerriglieri. La notizia è stata diffusa dalla Jep, il tribunale speciale creato con gli Accordi di pace del 2016 proprio per arrivare a punire i crimini di guerra commessi nel corso del conflitto.

I dati diffusi alzano di molto l’asticella delle vittime di cui si è parlato finora. Mentre la giustizia ordinaria conta appena 2.248 morti tra il 1988 e il 2014, infatti, la Jep indica 6.402 omicidi tra il 2002 e il 2008. La cifra, che pare destinata ad aumentare parecchio, sarebbe tra le più terribili per tutta l’America Latina: basti pensare che ufficialmente i morti della dittatura cilena di Pinochet sono 3.508 e quelli della dittatura argentina di Videla circa 13 mila.

Falsi positivi. In questo ambito, si parla di un “positivo” ogni volta che lo Stato colombiano uccideva un suo nemico, come un guerrigliero delle ex Farc-Ep. Nel documento della Jep si analizzano i “falsi positivi”, ossia le persone uccise dai militari e dichiarate poi come facenti parte di un gruppo della guerriglia, sebbene questo non fosse vero.

Le modalità. Le uccisioni avvenivano spesso secondo lo stesso copione: nei quartieri di Bogotà e Medellin passava un camion che annunciava, mentendo, la possibilità di un lavoro in campo agricolo ben pagato, i giovani accettavano la proposta, salivano a bordo e di loro non se ne sapeva più nulla fino alla comunicazione della loro morte. I ragazzi venivano quindi spacciati per guerriglieri delle Farc-Ep.

Le ragioni. Per quanto è stato ricostruito sinora, pare che i motivi che spinsero i militari fossero legati soprattutto al “Plan Colombia”, un accordo del 1999 tra Usa e Colombia che prevedeva sostegno economico al paese latinoamericano nella lotta a terrorismo e narcotraffico. Ebbene, questo piano chiedeva all’esercito di Bogotà di produrre chiare prove dei successi raggiunti grazie ai soldi elargiti. I “falsi positivi”, dunque, potevano contribuire a rimpolpare la lista dei risultati che gli Usa richiedeva, oltre a dimostrare la volontà e la capacità di contrastare la guerriglia all’interno del paese.

L’articolo integrale di Samuel Bregolin (da Bogotà, Colombia), “Colombia: presidenza Uribe, uccise oltre mille persone l’anno dai militari”, può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)