Consiglio d’Europa: carceri italiane sovraffollate. “Ricevute segnalazioni di violenza tra i detenuti”. Manca adeguato ambiente terapeutico

Durante una visita tra marzo e aprile 2022 nelle carceri italiane, il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (Cpt) riscontrava che il “sovraffollamento carcerario rappresentava un problema, con carceri che operavano al 114% della loro capacità ufficiale di 50.863 posti”.

Consiglio d’Europa: carceri italiane sovraffollate. “Ricevute segnalazioni di violenza tra i detenuti”. Manca adeguato ambiente terapeutico

Lo comunica il Cpt (organismo del Consiglio d’Europa) in un rapporto, pubblicato oggi, sulla visita periodica in Italia insieme alla risposta delle autorità italiane. “Affrontare il problema del sovraffollamento richiede una strategia coerente più ampia, che copra sia l’ammissione in carcere sia il rilascio, per assicurare che la detenzione sia veramente la misura di ultima istanza”, afferma il Cpt. Allo stesso tempo, “è necessario prendere delle misure per migliorare le condizioni materiali nelle carceri visitate”. In particolare, “la delegazione del Cpt ha ricevuto numerose segnalazioni di violenza e intimidazioni tra i detenuti nelle carceri visitate”. Il Cpt si appella alle autorità italiane: “Devono istituire una strategia onnicomprensiva per prevenire tali violenza e intimidazioni attraverso, inter alia, la promozione di un vero sistema di sicurezza dinamica (sorveglianza dinamica) da parte del personale penitenziario”. La delegazione ha ricevuto anche alcune “denunce di maltrattamento di detenuti da parte del personale di Polizia penitenziaria”. Le autorità italiane “dovrebbero migliorare la formazione del personale sull’uso di metodi di controllo e contenzione sicuri, in particolare per i detenuti con tendenza all’autolesionismo e disturbi mentali”. In generale, “l’erogazione dei servizi sanitari nelle carceri era generalmente buona”. Tuttavia, “le carceri non offrono un adeguato ambiente terapeutico”. Inoltre, i detenuti considerati ad alto rischio di autolesione o suicidio dovrebbero essere sistemati in celle più sicure”.

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Fonte: Sir