Consiglio dei giovani a Bruxelles. Mons. Crociata (Comece): “Europa e Mediterraneo sono legati e attendono un futuro di solidarietà e pace”

Una delegazione del Consiglio dei giovani del Mediterraneo è arrivata ieri, mercoledì 3 aprile, a Bruxelles per una serie di incontri al Parlamento europeo e alla Comece, la Commissione degli episcopati dell’Unione europea. Dopo l’incontro con la presidente Roberta Metsola, è in programma questa mattina un evento pubblico sul tema “Costruire ponti di dialogo, unità e pace tra popoli e culture”. Mons. Crociata al Sir: “I giovani mostrano una grande sensibilità ai drammi del nostro tempo e in particolare a quelli che si consumano nel mare nostrum. C’è in essi una volontà di riflettere, di confrontarsi, di formarsi e di dare vita a iniziative che intensifichino lo scambio e la conoscenza reciproca per un futuro di pace”

Consiglio dei giovani a Bruxelles. Mons. Crociata (Comece): “Europa e Mediterraneo sono legati e attendono un futuro di solidarietà e pace”

“Europa e Mediterraneo sono legati da una storia e da una attualità che attende nuove relazioni di solidarietà e di pace”. Così mons. Mariano Crociata, presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), spiega al Sir le “ragioni” dell’incontro che si è svolto ieri al Parlamento europeo tra i rappresentanti del Consiglio giovani del Mediterraneo e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Ad accompagnare a Bruxelles la “delegazione” dei giovani è mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei e all’incontro con la Metsola erano presenti anche il nunzio presso l’Ue, mons. Noel Treanor, e l’eurodeputata Beatrice Covassi che ospita l’iniziativa. Questa mattina, giovedì 4 aprile, nella Sala Spinelli del Parlamento europeo si svolgerà un evento pubblico sul tema “Costruire ponti di dialogo, unità e pace tra popoli e culture”. Il Consiglio dei giovani del Mediterraneo nasce all’indomani dell’Incontro di Vescovi e Sindaci del Mediterraneo che si è svolto a Firenze dal 23 al 27 febbraio 2022. Ne sono membri oltre 30 tra ragazzi e ragazze di 19 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Mons. Crociata, come è andato l’incontro con la presidente Metsola? Perché questo incontro? Quale scopo si prefigge?
Come è noto, la Cei ha istituito un Consiglio Mediterraneo dei giovani con sede a Fiesole, a seguito degli incontri intitolati: “Per un Mediterraneo di pace”. È un’opera segno frutto di quegli incontri che da Bari portano fino a Marsiglia, dove si è tenuto l’ultimo incontro.

Questa tappa a Bruxelles si prefigge di dare un respiro europeo a questa iniziativa. Europa e Mediterraneo sono legati da una storia e da una attualità che attende nuove relazioni di solidarietà e di pace.

La presidente Metsola ha colto bene tutto questo e ha dato all’incontro con i giovani una nota di grande accoglienza e cordialità.

Cosa chiedono i giovani per questo mare divenuto purtroppo e troppo spesso un cimitero a cielo aperto. Sono giovani anche quelli che lo attraversano mettendo a rischio la propria vita. Come sta rispondendo l’Europa alla “voce” dei giovani?
Bisogna riconoscere un grande valore all’intuizione di dedicare ai giovani dei vari Paesi del Mediterraneo e delle loro Chiese un’opera che li sostenga nella loro ricerca e nella loro volontà di progettare, da credenti, un futuro di amicizia e di pace tra popoli e tra credenti.

I giovani mostrano una grande sensibilità ai drammi del nostro tempo e in particolare a quelli che si consumano nel mare nostrum.

C’è in essi una volontà di riflettere, di confrontarsi, di formarsi e di dare vita a iniziative che intensifichino lo scambio e la conoscenza reciproca per un futuro di pace.

Quale eredità hanno lasciato gli incontri del Mediterraneo di Bari, Firenze e Marsiglia con Papa Francesco? Quale via futura le chiese del Mediterraneo stanno pensando di intraprendere?
A Marsiglia si è parlato di una Conferenza delle Chiese del Mediterraneo. Siamo in una fase di riflessione che il Papa segue e incoraggia. Certo è che viviamo in un tempo in cui, senza perdere il volto e l’identità, neanche le Chiese possono rimanere chiuse al loro interno ignorando ciò che accade appena poco più in là. Le tragedie del nostro tempo – ma anche i successi e le potenzialità – chiedono apertura e collaborazione.

I giovani tutto questo lo percepiscono con grande chiarezza e con entusiasmo. Sono l’avanguardia di un cammino che deve vederci tutti disponibili a intraprenderlo.

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Fonte: Sir